Lettera al pm Emanuela Greco: ma lei è a conoscenza dell’operazione della Manzini?

Egregio Pubblico Ministero dottoressa Emanuela Greco,

mi scuserà se comunico con lei attraverso il nostro giornale, ma non ho altri strumenti, né le conoscenze adeguate per poterla incontrare di persona. Le scrivo perché vorrei comunicarle una questione che forse, impegnata com’è, deve esserle sfuggita. Mi riferisco all’operazione contro i colletti bianchi promossa dalla procura di Cosenza, dove lei presta servizio, che ha portato all’interdizione dai pubblici uffici di tre dirigenti comunali e un imprenditore. Oltre a 14 indagati.

L’investigazione, condotta dalla Guardia di Finanza, ha messo in luce chiaramente (le prove documentali presentate non lasciano spazio ad interpretazioni o dubbi) la pratica truffaldina usata dai dirigenti comunali che per favorire ditte amiche e mafiose spezzettavano gli appalti, in maniera fittizia, restando sempre sotto la soglia dei 40mila euro, per poterli poi affidare direttamente agli amici degli amici evitando così la gara pubblica. Una pratica consolidata e che noi raccontiamo da “secoli”. Che ciò avveniva in Comune è pacifico, lo dicono gli stessi atti prodotti dai dirigenti: nel 90% degli atti manca la necessaria documentazione, richiesta dalla Legge, per far sì che una pratica possa dirsi “a regola”. Infatti nell’ordinanza la dottoressa Manzini, che lei conosce, mette in evidenza decine e decine di determine dirigenziali prive dei requisiti previsti dalla Legge. Se non ci crede posso fornirle l’ordinanza emessa dal Gip di Cosenza, se i suoi colleghi non gliela hanno fornita. Ma di sicuro ne avrà sentito parlare di questa operazione. Dove risulta indagato il dirigente comunale ingegnere Carlo Pecoraro. Ritenuto dagli investigatori il perno dell’organizzazione criminale.

Ebbene proprio ieri lei ha chiuso le indagini su di me in merito ad una querela presentata dall’ingegnere Pecoraro che si ritiene offeso da un mio articolo dal titolo: Chi è Carlo Pecoraro, l’artista del fasullo.

Nell’articolo da me scritto oltre un anno e mezzo fa, e riproposto dopo l’operazione, non faccio altro che scrivere le stesse cose che oggi dice la Manzini nella sua indagine sugli appalti spezzatino. Tant’è che la dottoressa Manzini nell’ordinanza inserisce tutte le determine dirigenziali farlocche prodotte da Pecoraro che io cito, una per una, nel mio articolo. E non solo in questo.

Ora, capisco che la Legge deve fare il suo corso, una volta presentata la denuncia deve svolgere il suo iter, ma le chiedo: nel chiudere le sue indagini su di me, ha tenuto conto di questa enorme novità? Ha tenuto conto che l’ingegnere Pecoraro è al centro di una inchiesta dove sono stati riscontarti reati gravissimi?

Mi scuserà se le dico e chiedo questo. Ma voglio solo capire se al tribunale di Cosenza esiste una sola possibilità, per noi di Iacchite’, di vedere archiviato qualche procedimento quando le prove a nostra discolpa provengono proprio dalla procura dove lei lavora. Giusto per capire.

Per tutto il resto ci rassegniamo a subire le solite angherie e ingiustizie da questo tribunale che prima o poi dovrà cambiare registro, e lei potrebbe essere tra le protagoniste di questo necessario cambiamento.

Distinti saluti

GdD