Lettere a Iacchite’: “Call center, tutta la verità sui mancati rinnovi dell’azienda Abramo”

La crisi degli addetti in telecomunicazione in Calabria dei call-center non è dovuta al decreto dignità. Il decreto dignità non c’entra nulla con i mancati rinnovi da parte delle aziende call center calabresi ai ragazzi che lavorano come operatori call center a tempo determinato. Noi lavoratori ne siamo convinti e consapevoli del fatto che ai tanti call center calabresi faccia como cavalcare l’onda dell’opposizione di governo contro il decreto dignità

Per noi lavoratori lavorare per 36 mesi invece degli attuali 24 non ci cambia la vita (lavorare 12 mesi in più) non ci permette mica di andare in pensione. Noi lavoratori siamo delusi dai nostri sindacati ma soprattutto dai rappresentanti sindacali che lavorano ogni giorno in azienda con noi e conoscono benissimo la verità e le nostre lamentele , ma, fino a quando non sono intervenuti giornali , tg e televisioni, i sindacati non hanno mosso un dito per tutelare i diritti dei lavoratori determinati che da anni lavorano per due o tre mesi all’anno per sostituire semplicemente i dipendenti in ferie, malattia o maternità.

L’azienda Abramo Customer Care ha voluto precisare che a Crotone si è trattato della scadenza naturale dei contratti determinati e non di licenziamento, senza però specificare che sono padri e madri di famiglia che lavorano in azienda da quasi 10 anni e che nell’estate del 2018 la stessa azienda ha fatto partire ben 5 corsi di stagisti per poi sostituire questi ragazzi.

Inoltre bisogna comunicare che l’azienda non lavora solo per TIM e il conseguente suo calo del traffico non può incidere su tutti i siti produttivi, ad esempio Lamezia lavora Wind, Infostrada e Poste mobili in assistenza clienti. L’azienda da 7 anni utilizza stagisti in tutte le sedi operative, mediamente 150/200 addetti tirocinanti per ciascuna sede, con un risparmio in termini di costo del lavoro del 100%; questo perché ogni stagista lavora 6 ore al giorno per € 400 al mese e questa cifra viene sborsata dalla regione, inoltre per queste 6 ore di lavoro il committenete che sia Tim, Wind, Vodafone o Poste mobili paga l’azienda per il traffico gestito dal ragazzo stagista durante le 6 ore; Quindi l’azienda per ogni stagista ha ben due entrate, una dalla regione e l’altra dal committente.

Nello stesso caso un dipendente a 6 ore con contratto CCNL in telecomunicazioni costa all’azienda € 1050 più altri € 900 di contributi (questo è il motivo per cui Abramo Customer care non ha rinnovato i contratti determinati). L’azienda non è in crisi e ad avallare ciò ci sono oltre al risparmio in costo del lavoro del 100% utilizzando stagisti (disoccupati calabresi) per 7 anni, l’azienda ha aperto negli ultimi tre anni 6 sedi nuove e assunto solo ed esclusivamente categorie protette.

In 7 anni quanti stagisti ha utilizzato l’azienda? di questi stagisti quanti ne sono stati assunti a tempo indeterminato? Presso l’azienda Abramo Customer Care i finanziamenti statali sono arrivati negli ultimi 7 anni a pioggia e senza che l’azienda si sia preoccupata di stabilizzare parte dei ragazzi ex tirocinanti (dopo il tirocinio ci aspetta un contratto determinato di un mese con rinnovo e poi a casa, anche perché il bacino di pesca di disoccupati per fare altri corsi di tirocinio in Calabria rappresenta un oceano).

Anche in altri call center COMDATA a Rende i ragazzi vengono addirittura assunti a tempo determinato solo tramite agenzie interinali a 4 ore (obbligando poi i ragazzi a supplementari per arrivare ad 8/10 ore al giorno) dietro la minaccia di mancato rinnovo in caso di mancanza di disponibilità allo straordinario. Ovviamente di questa situazione ne sono informati da mesi se non da anni i sindacati (tramite i rappresentanti che lavorano con noi) e l’Ispettorato del Lavoro.

Questa è la verità dei mancati rinnovi dell’azienda Abramo in Calabria; l’azienda non ha mai negli ultimi 7 anni avuto intenzione di assumere. Il direttore di Montalto in una intervista al Tgr Calabria parlava dell’azienda e dei costi che per l’80% era rappresentato dalla manodopera ma nella medesima intervista si è dimenticato di indicare il guadagno che l’azienda ha con l’utilizzo dei stagisti attraverso i quali l’azienda viene retribuita 2 volte (dalla Regione e dal committente per cui i ragazzi lavorano 6 ore al giorno per € 400).

Dai sindacati ci aspettiamo una vertenza sindacale atta a tutelare finalmente i nostri diritti e basta con comunicati e incontri aziendali, vogliamo lavorare e pretendiamo la tutela attiva del sindacato.

Lettera firmata