Lettere a Iacchite’: “Corigliano-Rossano, il gran casino dei centri scommesse”

Gentile redazione,

in virtù della stima che ripongo nel vostro servizio di informazione senza “paura” e filtri, voglio raccontarvi una squallida vicenda tipica delle nostre zone e credo come modus operandi nel dna di noi gente del Sud, dove l’intrallazzo, la collusione, l’aiuto dell’ “amico” è più forte della Corte Costituzionale e di ogni forma di civile convivenza.

E’ doveroso fare una premessa per evidenziare che ci sono anche le persone oneste e gli operatori in regola nel rispetto delle leggi e che purtroppo devono combattere contro il malaffare e la concorrenza sleale, che ogni giorno si affaccia nelle aree urbane, coperta da chi guarda dall’altra parte e fa finta che sia tutto normale.

Entriamo nel vivo della vicenda: siamo nella neonata Corigliano-Rossano, precisamente nell’area urbana di Corigliano Calabro, che potremmo definire la Las Vegas d’Italia per la concentrazione di centri scommesse, slot eccetera la maggior parte dei quali sono purtroppo illegali e privi di autorizzazione. Oltre ai pochi esercizi storici e legali del settore che operano da anni con alcuni che aderiscono al “NO SLOT” ne esistono decine camuffati da circoli e PVR che esercitano abusivamente raccolta scommesse in barba alle norme antiriciclaggio e qualche articolo del codice penale.

In relazione a questa situazione e nel rispetto delle leggi e normative che Stato e Regioni stanno emanando per regolamentare il settore e limitare la diffusione di sale scommesse, l’ex comune di Corigliano si era dotato di un Regolamento preciso in cui venivano definiti i limiti distanziometrici dai cosiddetti luoghi sensibili per le nuove aperture .
Questo Regolamento è stato approvato nel luglio del 2017 ed era all’avanguardia a livello nazionale ed addirittura ripreso da altre regioni. Un applauso all’amministrazione comunale! Una volta tanto siamo avanti in qualche cosa.

Problema! Un noto imprenditore del luogo, ex capo del consiglio comunale, ben introdotto in ogni ambiente che conta, tale Michele Guccione, manifesta la volontà di aprire un centro scommesse.
Come si fa? C’è un regolamento comunale, qualche legge regionale, norme statali e di pubblica sicurezza contro, che vuoi che siano. L’amico deve aprire!
Bene, dotato di preveggenza, Guccione comincia a sistemare i locali, ristrutturare impianti e arredamenti nonostante il citato Regolamento non permettesse l’apertura dell’attività. Ma come fa a investire in unattività che non può partire? Forse avrà soldi da buttare, hanno pensato in molti. No, tranquilli: c’è l’amico al Comune.

Detto fatto, in data 13 novembre 2018 con una delibera volta a limitare gli orari di esercizio delle sale raccolta scommesse e simili si inserisce ben camuffata un’abrogazione della delibera di approvazione del Regolamento comunale che impediva l’apertura dell’attività!
Attenzione, la procedura descritta ha seri problemi giuridici in quanto per cancellare o modificare un Regolamento comunale deve essere espressamente citato e motivato, non basta abrogare la delibera di approvazione. Peraltro le delibera n°40 del 13\11\2018 presenta contrasti con la legge regionale del 26 aprile 2018 in tema di contrasto del gioco d’azzardo, riportando errori di copiatura della stessa, insomma una delibera pasticciata e palesemente nulla e conseguentemente inutile al fine preposto.

Si evidenzia che lo scopo della delibera è limitare il gioco liberalizzando l’installazione di centri scommesse: il dirigente non solo si è reso ridicolo ma non si è reso nemmeno conto di ciò che scriveva. VERGOGNOSO.
In ogni caso il dirigente “amico” colluso con il veggente imprenditore ha scritto qualcosa, ed allora il 23 dicembre 2018 finalmente apre il suo centro scommesse tanto desiderato! In barba alle norme!

Come se non bastasse, ottiene dalla questura il TULPS in tempi record, quando di solito passano 60 giorni. Ma forse hanno amici anche li. La sala era pronta da tempo tanto…
Si evidenzia anche che la questura dovrebbe effettuare delle verifiche in loco per accertare i limiti distanziometrici dai luoghi sensibili e anche in presenza della porcata comunale può non concedere la citata autorizzazione adducendo ulteriori verifiche amministrative vista la paradossale situazione.

Non è finita qui!! Qualcuno al Comune, dotato di ragionamento e senso civico nonché di nozioni normative, si accorge della pagliacciata, risultato: dichiara ufficialmente nulla la delibera 40 del novembre 2018 con tanto di delibera n°27 del 4 aprile 2019. Evidenziando le ridicolaggini e le illegalità della delibera intestata all’ “amico” Guccione”.

Dopo tutto ciò, qualcuno dovrebbe dire all’interessato che non ha mai avuto titolo per avviare la tanto agognata attività, il Regolamento di fatto è stato sempre vigente e al dirigente di turno qualcuno dovrebbe ricordare che l’interesse di un privato non può andare contro l’interesse della tutela pubblica.
Chissà alla procura della Repubblica avanzi qualche fascicolo da intestare al dirigente in questione, che ci spieghi il senso delle sue azioni e cosa ha guadagnato da tale azione. In tutto ciò molte segnalazioni da parte di operatori onesti e cittadini sono state inviate a chi dovrebbe controllare, risultato: nulla.

Non controlla nessuno, le forze dell’ordine sono ad uso clientelare, fanno controlli ai nemici degli amici, dove c’è del marcio non vanno. Basti pensare, come accennato all’inizio della presente che esistono i cosiddetti PVR (punto vendita ricariche) che avrebbero il solo scopo di vendere ricariche per i conti giochi on line, quando invece esercitano abusivamente raccolta scommesse nei locali, basti vedere i centri Betaland che operano con questo metodo illegale alla luce del sole, violando severe norme penali sul riciclaggio, evasione fiscale e tanta altra bella roba… aggiungiamoci lavoratori in nero e la frittata e fatta. CONTROLLI ZERO.

Care forze dell’ordine, caro Comune, siete pagati per garantire la tutela di chi lavora onestamente e dei cittadini che non hanno “amici”.
Vediamo se qualcuno che legge tale riduttivo quadro della situazione si muove, chissà se il dirigente in questione pagherà, chissà se scatterà l’ordine di chiusura per chi opera illegalmente ed ha aperto furbescamente…
Un piccolo appello al neosindaco che si sta facendo carico di tante situazioni “alla calabrese”: faccia luce e stia dalla parte sana del settore e soprattutto legale.
Sono solo speranze, certo, ma se ci togliete pure queste che campiamo a fare?

Lettera firmata