Lettere a Iacchite’. “Cosenza, al Comune i diritti sono riconosciuti solo ai malandrini”

Egregio direttore,

mi chiamo Francesco Pezzulli e inizio col dire che ho avuto, in passato, problemi con la giustizia, ma una volta scontato il mio debito con la società non ho mai più commesso alcun reato. Da allora, sono oltre 30 anni, vivo nella legalità e nel rispetto delle regole. Ho fatto tanti lavori, pulizia delle strade, pulizia depuratori, e oggi lavoro presso un’azienda di eventi enogastronomici. Vivo con la mia compagna e mia figlia e da oltre venti anni risultiamo in emergenza abitativa. Come tutti coloro i quali non possono permettersi di comprare una casa o di sostenere onerosi affitti, anche la mia compagna ha presentato, nel lontano 1998, la domanda per avere assegnato, dall’Aterp, un alloggio popolare. Una richiesta mai esaudita, e da allora, in attesa di ricevere una risposta dall’Aterp, abbiamo abitato diversi appartamenti, via Rivocati prima e Corso Umberto 113 poi, con il sostegno comunale perché aventi diritto al contributo per il fitto casa.

Quelle che ho abitato erano sempre e solo case di proprietà dell’ingegnere Pianini. Anzi più che case erano dei veri e propri tuguri malsani che affittava al comune al prezzo di un appartamento nuovo di zecca in centro città. Tuguri come quello dove ho abitato per quasi 7 anni, sito a Corso Umberto 113, strutturalmente dichiarato inagibile dai Vigili del Fuoco. E nonostante la pericolosità strutturale accertata e certificata, né il Pianini né il Comune si sono adoperati per dar seguito all’ordinanza dei Vigili del Fuoco che ordinava il ripristino della parti pericolanti e l’immediato trasferimento delle 14 famiglie che abitavano nel palazzo. Se ne sono strafregati lasciandoci vivere per anni nell’insicurezza e nel degrado strutturale. E per coprire il tutto, e permettere al Pianini di ricevere lo stesso il denaro per l’affitto dal comune, hanno fatto sparire persino la documentazione dei Vigili del Fuoco. Se così non fosse stato il Comune non avrebbe potuto pagare il Pianini, ecco perché il documento sparisce dagli uffici comunali. Documento che io ho ritrovato attraverso una ufficiale richiesta d’accesso agli atti presso il comando dei Vigili del Fuoco e consegnato prima al sindaco, poi al presidente del Consiglio comunale Mazzuca, al capo gabinetto Incarnato, e infine all’autorità giudiziaria, chiedendo loro come mai nessuna autorità fosse intervenuta per far rispettare l’ordinanza dei Vigili del Fuoco al Pianini, trattandosi di questione riguardante l’incolumità dei cittadini. Non ho ricevuto ancora nessuna risposta. Oggi su quello stabile grava addirittura una ordinanza di demolizione. E ancora oggi ci vivono famiglie.

Non solo abbiamo abitato per anni in quel tugurio insalubre senza avere un normale e legale contratto di sublocazione, come prevede la legge, ma nonostante ciò il Comune ha sempre pagato regolarmente il Pianini con la complicità del sindaco Franz Caruso e dell’assessore Veronica Buffone, ma quando la mia compagna si è gravemente ammalata per via delle copiose infiltrazioni di acqua che rendevano la casa simile ad uno stagno d’inverno, e ho chiesto di parlare con la pubblica amministrazione per trovare una soluzione, è stato proprio in quel momento che ho capito che l’antico vizio di confondere il diritto con il favore non ha mai cessato di abitare nella casa comunale.

Io e la famiglia abbiamo trascorso anni a comunicare alla pubblica amministrazione il nostro problema abitativo, che poi è anche un problema di tutti i cosentini. Pagare un tugurio inagibile al Pianini di 60 metri quadri, pieno di muffa e scarafaggi, al prezzo di un appartamento di 120 metri quadri a Corso Mazzini, è un evidente spreco di denaro pubblico. Abbiamo incontrato decine di volte l’assessore Buffone, la dirigente dei servizi sociale Fittante, il sindaco Franz Caruso, il presidente del consiglio Mazzuca, consiglieri comunali di maggioranza e opposizione, e siamo stati ascoltati anche in commissione controllo e garanzia. Abbiamo esposto il nostro problema abitativo, e proposto anche soluzione a costo zero per l’amministrazione in tutte le sedi; abbiamo prodotto decine di documenti, protocollando tutto quello che ci hanno chiesto di protocollare, seguendo sempre le indicazioni della pubblica amministrazione. E tuttavia, per ben due volte, ci siamo visti costretti ad occupare, simbolicamente, la stanza dell’assessore Buffone e del presidente del Consiglio comunale Mazzuca per essere ascoltati e avere qualche risposta alla nostra legittima e documentata richiesta.

A nulla, purtroppo, è servito tutto questo perché dalla pubblica amministrazione nessuna risposta è mai arrivata. E nel mentre noi ci affannavamo a chiedere una dovuta soluzione abitativa, rispettando regole e legge, vedevo altre famiglie, in emergenza abitativa come me, sistemarsi in alloggi comunali o dell’Aterp “assegnati” da personaggi estranei alla pubblica amministrazione e senza produrre la necessaria documentazione di assegnazione dell’alloggio. Di questo ho chiesto conto all’assessore Buffone che alla mia domanda se fosse a conoscenza che nel suo ufficio c’era, e c’è ancora, un consulente esterno, che non è un pubblico ufficiale, che assegna gli alloggi comunali senza averne titolo secondo criteri palesemente mafiosi, rispondeva con un: “non ce l’ho messo io, ce l’ho trovato”. Come se averlo trovato già in ufficio la sollevasse dal prendere soluzioni nei confronti di un “fenomeno” che lei stessa ha visto con i suoi occhi. E sa anche bene, perché sentita a tal proposito dalla polizia giudiziaria, che esiste un insano rapporto tra il dirigente comunale Giovinazzo che gestisce il patrimonio pubblico comunale e l’ingegnere Pianini. Ma non ha mai fatto nulla per riportare un minimo di legalità, di cui si vanta tanto, nel suo ufficio.

Per anni siamo stati presi in giro dalla politica comunale, e soprattutto dal presidente del Consiglio comunale Mazzuca che si è rivelato il peggiore di tutti. Prima ci ha fatto credere di aver risolto il problema, assegnandoci una casa comunale abbandonata e vandalizzata che noi abbiamo autorecuperato senza gravare sulle casse comunali, e poi, quando è arrivato il momento di formalizzare gli atti burocratici ci ha accusato di aver occupato abusivamente la casa. Sollecitato, evidentemente, a fare marcia indietro, dal Pianini e da qualche suo compare di affari che proprio sulla casa che noi ora abitiamo ha degli interessi. E per Mazzuca tutti sanno che vengono prima gli amici degli amici. Naturalmente ho denunciato tutto alle autorità competenti, documentando ogni cosa, mettendo in risalto l’evidente favoritismo, ricambiato con regalie e bustarelle, di cui gode il Pianini con la pubblica amministrazione rappresentata da Mazzuca, il sindaco Caruso, l’assessore Buffone e il dirigente Giovinazzo. Gli interessi di Pianini, per Mazzuca e il sindaco vengono prima degli interessi dei cittadini.

Noi non abbiamo mai occupato la casa, e lo sa bene il sindaco Caruso che alla presenza di funzionari della polizia di stato, dopo una lunga giornata di trattative in comune, aveva dato disposizioni al dirigente Giovinazzo di procedere all’assegnazione temporanea della casa comunale abbandonata e vandalizzata, con un unico vincolo: le spese di ristrutturazione a nostro carico. E così abbiamo fatto. Sul punto anche il sindaco Caruso è stato ascoltato, dopo le mie denunce, insieme all’assessore De Cicco, e Sconosciuto, dalla polizia giudiziaria. Anche la marcia indietro del sindaco Caruso è stata sollecitata dal Pianini al quale nessuno può dire di no. E chi denuncia i suoi abusi e i suoi intrallazzi sulle spalle della povera gente come me, va punito. Pianini ordina e il sindaco esegue. E a pagarne le conseguenze sono i cittadini in difficoltà.

Insomma non basta rispettare le regole e la legge per vedersi riconosciuto un sacrosanto diritto, a Cosenza se vuoi farti assegnare una casa comunale o popolare senza perdere tempo e senza produrre nemmeno una carta basta rivolgersi agli amici degli amici, oppure presentarsi dal sindaco e dal presidente del Consiglio Mazzuca in veste di malandrino, che tanto al Comune nessuno ci fa più caso, e il tuo sogno diventa realtà. Ma io ho da tempo scelto la strada della legalità, e continuo su questa, e spero che chi in questa storia ha sbagliato paghi, così come io ho pagato, in passato, per i miei errori.

Francesco Pezzulli