Lettere a Iacchite’: “Cosenza Terra di Nessuno”

A volte mi viene da pensare che su questa amata terra ci sia una maledizione, perchè non posso pensare che tutti i più grandi ebeti del pianeta siano dovuti capitare in questa terra.
Decisi di andare via da questa meravigliosa terra ben 21 anni fa e da allora non passa anno senza che il sottoscritto faccia tappa qui.

In 21 anni ne sono passati di personaggi seguiti dal sottoscritto a distanza, ma credo che negli ultimi anni si sia toccato il fondo, grattandolo pure.
Non merita questa terra gente come il signor sindaco, suo fratello e tutta la compagnia Gentile, Adamo, Santelli e chi più ne ha più ne metta.

Un livello così basso e tutti insieme non è mai capitato in nessuna città.
Ben 21 anni fa decisi di lasciare la mia Città proprio perché avevo già intuito il degrado sociale e culturale che questi “uominelli” avrebbero generato.
In questo mese di vacanza, così come ogni anno, ho potuto vivere due esperienze che sintetizzano e rappresentano lo “spessore” degli “uominelli” al timone di comando.

Il primo evento è stato quello di presentarmi presso l’ospedale di Paola (Pronto Soccorso) e qui devo solo elogiare la dottoressa che quella sera è stata impeccabile professionalmente e scrupolosa così come tutto il personale paramedico operante in condizioni di terzo mondo.
A loro va il mio grazie incondizionato.
Non ho mai visto in vita mia una struttura così fatiscente, ero incredulo a tutto ciò e pensavo che “uominelli” del genere fossero stati in grado di ridurre la sanità in uno stato di vergogna.

Già è imbarazzante sentire il signor Gentile parlare ai microfoni, facendo fatica a comprendere i concetti asseriti se poi si aggiunge l’incapacità, il risultato non può essere quello che ho visto il 1° Agosto in pronto soccorso. Non voglio immaginare l’ospedale di Cosenza in quali condizioni versi.

Il secondo evento sarà presente sui libri di storia che i miei nipoti avranno, l’incapacità del sindachello e del suo assessorino nella gestione delle opere del Campo Sportivo.
Sentire il suo intervento, con quella dizione perfetta da emerito ebete, nel gridare al complotto mondiale contro il Cosenza Calcio balbettando frasi senza senso ha provocato in me divertimento ma soprattutto rabbia.

Non è accettabile che personaggi del genere continuino ad avere la penna in mano.
Il sindachello ed il suo assessorino hanno dimostrato una ignoranza scolastica ed amministrativa raccapricciante.
Leggere quello che l’assessorino scriveva sulla sua pagina di FB, provocando l’indignazione del sindaco di Verona, è vergognoso.

Mi sono reso conto che aveva difficoltà nello scrivere in Italiano e simpaticamente ha provato a scrivere in dialetto provocando un effetto contrario.
Cosenza non merita ciò.

Davanti allo stadio, sabato pomeriggio, ero con mia moglie, anche lei di Cosenza e le mie figlie nate a Savona ma che amano questa città in modo incondizionato.
Sentire mia figlia più piccola “papà ma qui non siamo in Italia” ha provocato in me un profondo dolore, ma ho spiegato a lei che purtroppo esiste gente come il sindachello e la sua gang capace di mortificare una intera città ma che non bisogna mai inginocchiarsi, ma combattere fino all’ultimo respiro facendo capire ai cittadini che la gente per bene esiste.

Ma è possibile che Cosenza sia divenuta la terra di nessuno?
A volte mi sento in colpa per aver lasciato la mia città così come tanti concittadini in tutto il mondo che ricoprono cariche ottenute con meritocrazia, ma la mia scelta così come quella di tanti altri fu dettata dalla dignità e dalla vergogna nel vedere in faccia quotidianamente gente come gli innominabili.
Spero che la rivoluzione avvenga così da liberare la città da esseri ignobili.

Alessandro Delicato