Lettere a Iacchite’: “Ecco perché il reddito di cittadinanza serve davvero agli italiani”

Ecco perché il reddito di cittadinanza è un effettivo antidoto contro la povertà e la disparità sociale nei rapporti contrattuali di lavoro

Poniamo un quesito: “Perché in Italia esistono povertà e disoccupazione?” Secondo l’opinione di chi scrive, vi sono due plausibili risposte a tal uopo, l’una ha una matrice giuridica, l’altra economica.

Partiamo dalla prima. Malgrado gli sforzi compiuti nel XX secolo da autorevoli giuristi al fine di sollecitare un intervento dello Stato nelle relazioni contrattuali, per tutelare la posizione del soggetto economicamente più debole, oggi soffriamo, specialmente nelle realtà del Sud Italia, il fenomeno dello sfruttamento sul lavoro e del lavoro nero e grigio. Queste forme di tumore sociale si sviluppano, principalmente, in settori delicati, come l’agricoltura e l’edilizia in primis, ove gli operai sono chiamati a svolgere attività lavorativa in un arco di tempo sicuramente superiore a quello previsto dal contratto di lavoro e, spesse volte, per una retribuzione assai inferiore a quella pattuita, col rischio, tra l’altro, di non vedersi neppure versare i contributi e una copertura assicurativa contro gli infortuni sul lavoro. Cionondimeno, i lavoratori sono costretti ad accettare queste vessazioni perché hanno una famiglia da sfamare e il mercato del lavoro, improntato su un’ideologia prettamente capitalista, non riesce ad offrire di meglio.

È in questa cornice, dunque, che si inserisce il reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle e priorità del Governo gialloverde. Questo sostegno economico, infatti, collima con le finalità proprie della disposizione costituzionale più importante, qual è l’art. 3, da un lato perché fornisce una base economica da cui il lavoratore può attingere e grazie alla quale può efficacemente contrastare il fenomeno del caporalato; dall’altro perché gli organi predisposti per favorire l’incontro fra domanda ed offerta, i Centri per l’Impiego, tenuto conto delle caratteristiche del soggetto in cerca di lavoro, potranno riscontrargli l’offerta più congeniale alle proprie attitudini.

La seconda risposta, ora. Autorevoli economisti, come Abba Lerner (ideatore della cd Finanza funzionale), Keynes ecc., evidenziano come le imprese, per poter assumere, hanno bisogno di gonfiare il proprio volume di affari, ergo devono aumentare le vendite. Il Reddito di Cittadinanza ha, per tanto, un duplice effetto positivo: da un lato fornire alle famiglie che vivono sotto la soglia di povertà un capitale da investire o risparmiare; dall’altro alle imprese, specie quelle medio piccole, di poter aumentare le vendite e, quindi, di poter avere le coperture finanziare per poter incrementare il personale alle proprie dipendenze.

È inutile montare troppe perifrastiche di contorno, il reddito di cittadinanza non è destinato a chi aspira a poltrire, ma solo a chi produce reddito, ma non abbastanza per superare la soglia di povertà. E se spread e debito pubblico sono in aumento, allora il loro incremento è direttamente proporzionale non alle misure sociali per contrastare la povertà, bensì all’incremento dei privilegi riconosciuti alla classe politica, nonché ai finanziamenti erogati a quelle imprese che poi fuggono dall’Italia.

Lettera firmata