Lettere a Iacchite’: “Politica corrotta: ma dov’è finita la nostra indignazione?”

Egr. Direttore Gabriele Carchidi,

sono un suo assiduo lettore, che come Lei ama leggere e descrivere la verità dei fatti per come sono. Come tanti altri, ho creduto e credo nella rinascita di questo territorio ma senza i calabresi, poiché non siamo in grado di poter gestire al meglio le risorse di questa terra.

Mi chiedo come sia possibile essere governati da incapaci e soprattutto, dove sia finita la nostra indignazione; siamo forse diventati marionette ? Promesse, senza fatti: non c’e’ un’ eccellenza di cui si possa dare risalto. Questa gente va in giro per il mondo ad assimilare come funzionano le cose, o va in giro per mangiare e bere??? Poiché mi sembra di capire, che sta finendo a tarallucci e vino!

E cosa dire del ristorante realizzato nella reggia di Germaneto (si ha pure l’ardire di dire che é la casa dei calabresi!!), e della cappella dedicata a San Francesco di Paola? C’è solo da sperare che il Santo li prenda a bastonate per le loro malefatte. Che gente!! Ci manca solo il centro benessere e la spa!! Siamo veramente all’anno zero!

Vi siete guardati in giro? Cosa c’e’? La miseria delle loro idee. Si parla di turismo, ed oggi con la stagione alle porte, non vi è segno di organizzazione e sinergia tra la nostra governance e gli operatori del settore, tutti lasciati al loro destino! Arrangiatevi da soli !! E quelli più fortunati, grazie alle loro capacità di adattarsi alle leggi della giungla, sono là ad investire e credere nelle loro capacità e a dimostrare quel poco di buono che é rimasto.

A loro va il mio plauso, ed orgogliosamente gli dobbiamo dire grazie di esistere! Non ci sono solo le aziende vinicole e distillerie varie, che vengono lautamente sponsorizzate dai nostri governanti, ci sono anche gli altri settori che vanno sostenuti con la giusta attenzione, e sottolineo tutta la filiera legata al turismo. Non basta un cappello sulla testa per fare partire una locomotiva con a bordo pochi eletti! Ci vuole di più: sistemare le strade, le ferrovie, gli aeroporti, pulire le spiagge, far funzionare i depuratori (L’Unione Europea ci continua a bacchettare sonoramente con pesanti multe), e ciononostante, non vedo reazioni da Versailles, pardon Germaneto!

Ma noi calabresi, amiamo veramente la Calabria? O vogliamo pensare che un manipolo di uomini possa offuscare la nostra memoria storica, cercando l’oblio in un bicchiere di vino, già pagato. Non è la Calabria che voglio e, credo, che vogliamo; non voglio sentirmi in una Riserva, non voglio sentirmi in una Colonia d’Africa! Voglio vivere nella terra di Pitagora, di Barlaam, di Telesio, di Campanella!
Dedico questo mio tributo al sogno di Emilio ed Attilio Bandiera, che non si è mai realizzato.

La ringrazio anticipatamente, per quello che potrà fare, al fine di poter condividere questo mio personale pensiero con i suoi lettori. Cordiali saluti.

Giovanni Bruno