Lettere a Iacchite’: “Rende, Sinistra Italiana con Principe: chi l’ha deciso?”

AL segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni
Al responsabile degli enti locali di Sinistra Italiana Paolo Cento
Al presidente dell’assemblea regionale di Sinistra Italiana Calabria Domenico Panetta
Al segretario regionale di Sinistra Italiana Calabria Angelo Broccolo
Al presidente dell’assemblea provinciale Cosenza Mario Caferro
Al segretario provinciale di Sinistra Italiana Cosenza Fernando Pignataro

Ho appreso con stupore dai giornali che Sinistra Italiana sostiene, nella prossima competizione elettorale amministrativa per il comune di Rende, il candidato a sindaco Sandro Principe, attualmente sotto processo per concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione in atti amministrativi.

Mi son dimesso da tempo dall’incarico di segretario provinciale e non sono all’interno di organismi del partito, non era quindi scontato che fosse informato di una qualche deliberazione a qualsiasi livello che avesse sposato questa candidatura. Raccolte le dovute informazioni. con ancora maggiore stupore ho appreso che nessuna deliberazione è stata assunta in tal senso da nessun organismo e che non vi è stata nessuna discussione.

Sembrerebbe, dunque, che il candidato Sandro Principe si sia sentito autorizzato a dettare la linea di Sinistra Italiana e, decorsi alcuni giorni, nessuno si è premurato di smentirlo. Delle due l’una: o c’è stata una deliberazione e allora il partito doveva darne notizia; oppure non c’ stata nessuna deliberazione e allora era doveroso smentire categoricamente la notizia. Non è una esimente la presenza di iscritti di Sinistra Italiana fra i candidati delle liste di appoggio alla candidatura di Principe, come pare sia, trattandosi di un’iniziativa individuale dei candidati che gli organismi del partito, se e in quanto avvertiti e convocati. possono avallare o meno. Avrei gradito confrontarmi sul problema con i dirigenti che ero sicuro di incontrare alla manifestazione di apertura della campagna elettorale de La Sinistra per le prossime elezioni del Parlamento europeo a Cosenza, ma nessun dirigente di Sinistra Italiana era presente. Poco importa, il pubblico confronto in democrazia è l’ideale.

Cari dirigenti tutti, mi chiedo e vi chiedo che partito è un partito che non discute, non decide e si lascia dettare la linea da altri nel loro personale interesse? Che partito è un partito che predica l’unità a sinistra e pratica la divisione? Che credibilità ha un partito nella lotta alla ‘ndrangheta se confonde garantismo con opportunismo, chiudendo gli occhi e turiandoci il naso di fronte a queste cose? Non sarebbe meglio essere coerenti e credibili piuttosto che fabbricare in continuazione scuse risibili per giustificare alleanze improbabili e continue incoerenze?

Sono tutte domande retoriche. La risposta è semplice: è un partito che non discute perché questo potrebbe turbare accordi già presi, un partito di fatto subalterno ai poteri forti locali, che predica Che Guevara e si comporta da don Abbondio, senza che nemmeno ne vada della vita, ma al massimo mettendo in gioco la credibilità per la speranza, sempre delusa, di un posto come consigliere o assessore. Come stupirsi degli insuccessi?

Chi non guarda lontano non va da nessuna parte. Sinistra Italiana era nata per fare altro e può ancora farlo, purché si ponga con autorevolezza e credibilità a capo del processo di unificazione della sinistra, anche in Calabria. Perché questo ruolo diventi effettivo occorre che le pratiche politiche corrispondano a quanto si è fortemente voluto all’atto della fondazione del partito. Non è troppo tardi e non è illusione: è semplicemente l’unica cosa da fare, l’alternativa è solo sparire. Io mi batterò perché il patrimonio politico e ulturale non si estingua sono sicuro che non sarò il solo.

Giovanni Caporale- iscritto a Sinistra Italiana