Lettere a Iacchite’: “Acri, a vrigogna è de chin’arrobba!”

A VRIGOGNA E’ DE CHIN’ ARROBBA

Acri (Cs) – Spettabile redazione, ho letto l’articolo del caro Marcello Perri e mi trovo in parte pienamente in linea con il suo pensiero. Vorrei però, se possibile, integrare con altre considerazioni.

E’ vero, Acri è una città dove la cultura è esistita ed è presente (Padula su tutti) ma è inutile essere bigotti o chiudere gli occhi facendo finta di non vedere. E’ inutile mettere il solo “Frosparo” agli altari della gogna mediatica, ad Acri il livello culturale attuale, di sicuro non è elevato.

Colpa non di Acri, ma della società in  generale. Una società in cui la televisione, la tecnologia e anche la politica influisce negativamente. Tutto il mondo è paese, e se esiste un “Frosparo” ad Acri esiste anche a Bolzano. Vi rammento e vi ricordo che siamo nell’epoca di “Uomini e donne” e delle letterine. Non facciamo i bigotti, anzi il signor Cofone è da apprezzare.

Licenza media e tanto coraggio, il coraggio di un uomo che avrà carenze grammaticali, cosi come annunciato nella sua premessa del comizio, ma che ha comunque delle sue idee, ha dei suoi contatti e conosce la realtà del suo territorio forse meglio di tanti laureati che quel coraggio di salire su un palco non l’hanno neanche avuto.

Ad Acri, cosi come in altre parti, esistono candidati che hanno bagagli di voti, tramandati di generazione in generazione ma che non conoscono una “mazza” di Acri cosi come non riescono a mettere insieme tre parole di senso compiuto. Queste persone le conosciamo tutti, ma poi ci indigniamo per Frosparo, l’unico che con la sua incoscienza ha avuto il coraggio di dirle due parole. In modo “sgangherato”, questo è vero ma le ha dette.

C’è chi dice: la colpa è di chi l’ha fatto parlare. Scusate signori, esiste una legge che impedisce a chi non  conosce le regole grammaticali di poter tenere un pubblico comizio? Possono parlare solo i dotti? Non penso. Quello che conta sono le idee e non il modo in cui si espongono queste idee. Senza andare indietro nel tempo voglio rammentare agli amici di Acri che solo nella scorsa amministrazione, sedevano in consiglio tali Bruno, Pettinato e Cavallotti, consiglieri che si sono esibiti in performance linguistiche sensazionali, senza dimenticare l’ex presidente del consiglio oppure il sindaco (ex) stesso che per dire una frase in italiano corretto ha impiegato tre anni. Ed ora ci indigniamo di Frosparo? Ma per favore.

Quello che invece dovrebbe indignare la comunità dovrebbe essere la massoneria nelle liste (tutte le liste), dovrebbe essere il “ricatto celato” dei Prof candidati all’interno delle scuole, dovrebbe indignare chi promette posti di lavoro. Dovrebbe indignare la passerella di Palla Palla che da 40 anni mangia con i voti degli acresi e da 20 promette ponti e gallerie.

Dovrebbero indignare le parole di un candidato a sindaco, tale Pino Capalbo, che nel corso di un pubblico discorso afferma in merito a Frosparo: “mi vergognerei da cittadino acrese se dovesse sedere in consiglio”… 

In questo modo ha offeso la dignità di una persona che anche senza la grammatica si fa il mazzo per portare avanti la famiglia, nonché la dignità di una comunità intera. Anche i “frosparo” votano, questo Capalbo lo sa?. Forse in consiglio è meglio far sedere avvocati corrotti, massoni e amici di Palla Palla?  A questo punto meglio un Frosparo in consiglio. Mi vergognerei di meno. Anche perché dalle nostre parti c’è un detto che dice : “A vrigogna è de chin’arrobba” ed a questo punto non so chi dovrebbe avere più vergogna, se Frosparo o chi prende incarichi e guadagna alle spalle dei cittadini restando comodamente a casa.

Questo dovevo.

Roberto Gaccione (cittadino della comunità acrese)