Lettere a Iacchite’: “Cosenza, ciao vecchia scuola benvenuto nuovo Fermi”

“Eccellenza della Calabria”: questo è il modo più comune per descrivere il Fermi.

“La solita scuola per figli di papà”: questo invece è il modo in cui viene definito da chi lo invidia.

Aldilà di queste affermazioni assolutamente soggettive, solo chi trascorre i suoi anni scolastici tra le mura del Fermi può capire cos’è realmente.
Amo la filosofia e credo profondamente nel concetto sul quale si basa il divenire. Tutte le cose mutevoli e imperfette cambiano. Noi, in quanto esseri umani, nasciamo, cresciamo, cambiamo, maturiamo, ci formiamo, invecchiamo.

Il Fermi, in quanto luogo, cambia pure e ha una sua storia.
Ciò che rimane perfetta e immutabile è la nostra anima. Certamente non si può parlare di anima per quanto riguarda un oggetto, un luogo. Ma il Fermi ha la sua anima, anzi ne ha tante, uniche nel loro genere. Sono le anime di coloro che hanno affrontato il percorso di studi in questa scuola, degli attuali studenti, di quelli vecchi, dei neo universitari e anche dei professori che, oltre ad insegnare, hanno studiato anche loro qui. Chi meglio di loro può conoscerla? Anche se butteranno giù le mura del nostro caro istituto, non distruggeranno mai e poi mai il legame che abbiamo creato con questa scuola e tutti i ricordi conservati al suo interno. E non si tratta solo di studio, anzi. Alla base della nostra istruzione c’è qualcosa che va oltre un 8 o un 4.

In questa scuola ho creato legami indelebili, ho capito quali sono le amicizie sbagliate, le strade da non percorrere. Ho scoperto i miei talenti. Ho capito che la vita non è semplice e che se si vuole una cosa bisogna sudare per ottenerla. Ho capito che il mondo degli adulti non è così male come sembra, che i ‘no’ che riceviamo dai nostri genitori e insegnanti non sono per cattiveria, ma perché dobbiamo essere pronti ad affrontare un futuro pieno di gioie ma anche di dolori e sacrifici, dove non avremo qualcuno pronto a difenderci sempre, dove dovremmo cavarcela con le nostre forze.

Ciò che ora ci sembra la cosa più importante del mondo, tra un po’ non lo sarà più. Ho capito che non è un problema se qualche volta si sbaglia e si prende un brutto voto, è tutto soggettivo. Ho capito che non bisogna avere timore dei professori, perché sono umani anche loro. Ho capito che la scuola non è un carcere, ma un luogo dove si può solo crescere, maturare e fare tante belle amicizie.

In questi 3 anni trascorsi tra le mura di ‘Isnardi’, ‘Molinella’ e ‘Marraffa’ ho pianto, ho scherzato, ho riso. Questa scuola l’ho anche detestata, ma, nonostante ciò, non potrò mai smettere di amarla.
Il Fermi é una grande famiglia, dove certamente c’è sia il ‘cocco della mamma’ che ‘la pecora nera’. Spero solo che, dopo questo periodo di crollo, che é già iniziato da qualche anno, possa riprendersi e tornare a risplendere come il diamante più bello di tutta la Calabria. Spero che possa ritornare ad essere il Fermi di qualche anno fa, o diventare migliore. Io ho ancora gli ultimi due anni da affrontare qui dentro e, di certo, non la abbandonerò.

In fin dei conti, il Fermi lo formiamo noi studenti e non le 4 mura che ci circondano.
Ciao vecchia scuola, benvenuto nuovo Fermi.

Miriana Francesca Mangone