Lettere a Iacchite’: “Equitalia e la rottamazione delle cartelle: l’arroganza dei funzionari”

EQUITALIA E LA ROTTAMAZIONE DELLE CARTELLE: L’ARROGANZA DEI FUNZIONARI

Vorrei segnalare quanto mi è capitato con Equitalia sportello di Cosenza.

Premetto che mi trovo a pagare delle cartelle esattoriali perché le stesse non mi sono state mai recapitate e nonostante abbia fatto ricorso all’epoca alla Commissione Tributaria Provinciale, lo stesso mi è stato rigettato in quanto motivato dal fatto che l’ente aveva inviato a mezzo raccomandata la notifica di pagamento, anche se io non l’ho mai materialmente ricevuta. Infatti  la norma prevedeva all’epoca, che bastava dimostrare da parte dell’ ente l’avvenuto invio, che la stessa era già di per se recapitata.

Norma successivamente modificata per cui da giugno 2013 non è più sufficiente l’invio di una raccomandata. Quindi come cittadino/suddito privo di diritti, ho dovuto sottostare all’imposizione di pagare il dovuto più che triplicato.

Poi con d.l. 193/2016 il Governo ha deciso di rottamare le cartelle dando la possibilità al contribuente di pagare le stesse depurate dalle sanzioni. Così ho presentato la domanda di agevolazione ad Equitalia per avere il ricalcolo della restante parte ancora non pagata. Il Decreto Legge prevedeva che per avere diritto all’agevolazione si doveva essere in regola con i pagamenti fino al 31/12/2016.

Come anzidetto all’inizio di novembre presentavo domanda di adesione all’agevolazione ad Equitalia, e nel frattempo procedevo a pagare la rata di Novembre che si aggiungeva alle precedenti 26 rate già pagate delle 66 del piano di rateizzazione.

A fine dicembre mi recavo presso Equitalia, come ho sempre fatto, per procedere al pagamento della relativa rata di dicembre 2016, così come del resto prevedeva il D.L. governativo, ma l’impiegato allo sportello, dopo opportuna verifica sul proprio videoterminale, mi diceva che non dovevo pagarla in quanto risultavano sospesi i pagamenti a seguito della richiesta di rottamazione e che dovevo attendere il nuovo ricalcolo per procedere nell’estinzione del debito.

Non convinto, insistendo, evidenziavo  all’impiegato che a me  risultava che il D.L. emanato dal governo prevedeva che i pagamenti dovessero essere effettuati a tutto il 31/12/2016, e gli esternavo le mie perplessità per il fatto che non si creassero poi problemi per l’accoglimento della domanda.

L’impiegato (nelle sue funzioni di pubblico funzionario)  mi assicurava categoricamente la non sussistenza di problemi e che la pratica risultava regolare con il pagamento delle rate e che quindi dovevo solo attendere la comunicazione che avrebbe inviato Equitalia entro la fine di luglio dell’anno entrante.

L’altro giorno mi vedo recapitare, mio malgrado, una raccomandata da Agenzia delle Entrate e delle Riscossioni (ex Equitalia) con la quale mi comunicavano che la domanda era stata respinta in quanto non risultava regolare il pagamento delle rate a tutto il 31/12/2016.

Mi sono prontamente recato presso gli uffici di Cosenza ed ho parlato con un Responsabile evidenziando che l’ultima rata non l’avevo potuta pagare non per mia volontà ma perché mi era stato detto che a quella data era stato sospeso il pagamento per il ricalcolo delle somme iscritte a ruolo, tra l’altro indicando l’impiegato di cui non conosco le generalità in quanto non provvisti di cartellino e anche perché mi sono state rifiutate.

La risposta un po’ controversa del Responsabile dell’Ufficio mi ha lasciato alquanto perplesso, e dopo un breve scontro verbale nel quale lui asseriva testualmente: “io posso pure dirti cazzate, perché la legge non ammette ignoranza”; gli facevo così notare che lui è un pubblico funzionario e deve operare secondo il codice di comportamento dei dipendenti pubblici e con principi di imparzialità e buona amministrazione come previsto dalla nostra Costituzione e non, come lui sosteneva, con libero arbitrio anche fornendo false informazioni.

Alla fine dell’animata discussione fatta alla presenza del pubblico, presente in sala (non hanno neanche l’accortezza di farti accomodare nei propri uffici), si è reso più disponibile e mi ha, con toni più pacati, invitato a predisporre una istanza con la quale illustrare la mia posizione, ma a distanza di una settimana non ho ancora ricevuto risposta, anzi al mio sollecito, subivo ulteriormente quasi un’aggressione dal Responsabile che ritornava minaccioso sugli stessi argomenti innanzi esposti, aggiungendo: “il mio dovere è solo quello di proteggere l’operato dei miei colleghi”, lasciando intendere che dei diritti del cittadino a lui non gliene può fregar di meno.

Quanto accaduto mette in evidenza le storture a cui deve sottostare  il cittadino/contribuente, che spesso deve subire dette angherie per disservizi legati a Poste Italiane in dissoluzione, negligenze dei funzionari pubblici che si comportano in antitesi ai dettati Costituzionali e di “buon padre di famiglia” come ribadito dal Direttore Generale dell’Agenzia delle Entrate, soccombendo e sottacendo a ingiustizie inique, che compromettono la propria stabilità economica e anche psichica, soprattutto in momenti particolarmente difficili quali quelli attuali, dove la tenaglia fiscale continua a mietere vittime in particolar modo in quelle fasce medie che prima della crisi riuscivano a vivere dignitosamente e che ora hanno problemi di sussistenza.

Ho deciso di segnalare questa vicenda, perché quanto accadutomi è comune ad altri contribuenti che probabilmente non hanno la forza di denunciare, e che come me si sono visti negati la possibilità di usufruire di una riduzione delle somme eccessivamente  lievitate per sanzioni forse giuste per chi evade, ma  certamente inique per chi purtroppo ha avuto la sventura di imbattersi con la cattiva burocrazia e la cattiva gestione dei servizi che ormai affliggono il nostro paese.

Dulcis in fondo, riporto una frase che ebbe a dirmi un funzionario di Agenzie delle Entrate: “se non facciamo pagare ai cittadini onesti anche per quelli disonesti, come si può mantenere la macchina pubblica amministratrice!?”

Ermanno Giglio