Lettere a Iacchite’: “Vi racconto l’odissea del regionale Cosenza-Paola delle 20.02”

Dopo il deragliamento del treno regionale avvenuto nella galleria di Paola il 6 dicembre scorso, chi da Cosenza doveva raggiungere la stazione di Paola, si aspettava disagi e cambi di programma.
Puntualmente è arrivata la comunicazione, da parte di Trenitalia, della messa in moto di una navetta-bus sostitutiva che coprirà, fino al 12 dicembre, le stazioni di Cosenza e Castiglione Cosentino per arrivare fino a Paola.

Ma ciò che accade all’ultimo treno della giornata antecedente la festa dell’Immacolata è una meravigliosa istantanea di come Trenitalia si sia guadagnata lo stereotipo di azienda più italiana d’Italia.

Stazione di Castiglione Cosentino.
Ore 20.00 circa: è presente un controllore che a fine giornata lavorativa deve rincasare come tutti noi che ci troviamo lì. Prontamente si preoccupa di comunicare a chiunque non abbia saputo dell’interruzione di viabilità che la corsa fino a Paola sarebbe stata coperta da un bus. Si sarebbe occupato lui di emettere i biglietti dal suo terminale portatile. Ci dirigiamo tutti verso la pensilina.

Una decina di persone in attesa di essere trasportate alla prossima stazione per poi continuare il proprio viaggio, chi in direzione Sapri, chi in direzione Reggio Calabria con i rispettivi treni. Ma già da subito qualcosa non torna. Il bus ritarda, il controllore si mette in contatto con il suo collega alla stazione di Cosenza il quale gli comunica che probabilmente non sarebbe partito nessun bus perché gli autisti avevano terminato le loro ore di lavoro giornaliere.

Seguono continue chiamate da parte del nostro beniamino in azienda, spiegando la situazione di una decina di persone che al freddo aspettano un mezzo per tornare a casa. Nulla. La situazione rimane questa, anzi peggiora perché cresce la preoccupazione per le sorti dei pendolari della tratta Paola – Reggio Calabria: sembra ci siano problemi nel determinare quale treno dovrà aspettarli. Cresce la tensione di qualcuno dei presenti, finché una ragazza decide di chiamare i carabinieri per spiegare la vicenda. Tempo tre minuti ed il controllore riceve una telefonata: il treno per Reggio c’è!
… e poi ci chiede se qualcuno di noi avesse fatto una telefonata alle forze dell’ordine…

Ma l’attesa per questo agognato bus aumenta, con i presenti ormai in ibernazione.
D’un tratto arriva un autobus che ferma a quella pensilina per far scendere gli ultimi suoi clienti.
Sembra il nostro mezzo! Ci fa salire e mettere a posto i bagagli, ma saremmo dovuti tornare a Cosenza a prendere gli altri passeggeri del treno cancellato. Va bene, basta che si sta al caldo! Ma…contrordine! Scendete tutti: ne è già partito un altro con i passeggeri di Cosenza a bordo!
Ore 21.17: finalmente arriva l’attesissimo. Saliamo e ci uniamo ai nostri compagni di sfortuna “consentini”. In totale 16 persone tra cui una coppia di anziani e i due controllori che finalmente si dirigono verso casa.
Arriviamo alla stazione di Paola e io corro verso il mio treno direzione Sapri che mi aveva amorevolmente aspettato, insieme ai suoi viaggiatori già a bordo, tutti muniti di biglietto, per 90 minuti.

Lettera firmata