Limbadi, la Dda conferma: “Omicidio Chindamo maturato per interesse dei clan sui terreni”

L’omicidio di Maria Chindamo sarebbe maturato nell’ambio di uno «specifico interesse del clan Mancuso all’acquisizione dei suoi terreni». La novità sulla fine dell’imprenditrice e commercialista di Laureana di Borrello (rapita e fatta sparire il 6 maggio 2016 dinanzi alla sua tenuta agricola) emerge dall’ultima inchiesta della Dda di Catanzaro denominata ‘Maestrale-Carthagò, scattata il 10 maggio scorso contro i clan del Vibonese.
Due le novità che emergono dall’inchiesta: il fatto che l’interesse della famiglia Mancuso «nell’acquisizione dei terreni di Maria Chindamo – scrive la Dda – ha costituito la base in cui è maturato l’omicidio» della donna, e il fatto che il marito Ferdinando Punturiero (morto suicida l’8 maggio 2015) aveva segnalato a un carabiniere che il vicino di terreno, Salvatore Ascone (ora arrestato nell’operazione Maestrale per altri reati), aveva chiesto l’utilizzo di una stradina interpoderale che passava sui loro terreni, cioè dei Chindamo-Punturiero, per raggiungere il fondo posto alle spalle degli stessi.
Ulteriore novità arriva poi dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Andrea Mantella che, oltre a confermare l’interesse dei Mancuso sui terreni della Chindamo, rivela che proprio Ascone era stato incaricato dal clan di coltivare di tali terreni qualora il clan fosse riuscito ad acquisirli.