L’odissea di Sandro Daniele: tutte le bugie del giudice Cava e del carabiniere Miele

In data 19/09/2016 la solerte Procura della Repubblica di Cosenza ha provveduto a farmi notificare la richiesta di archiviazione della denuncia/querela da me inoltrata in data 23/07/2016 nei confronti di Miele Luigi, capitano dei Carabinieri della Compagnia di Rende, per le false dichiarazioni da egli stesso sottoscritte nella segnalazione che ha indotto la stessa Procura a richiedere nei miei confronti l’applicazione di misura preventiva  personale.

La richiesta di archiviazione è stata avanzata dal sostituto procuratore Cava Giuseppe che è colui il quale sostiene le assurde tesi accusatorie nel processo che mi vede imputato per bancarotta!

Mi chiedo come sia possibile chiedere l’archiviazione di una denuncia che si basa su prove documentali e nello stesso tempo portare avanti un processo fondato sul nulla.

Ma allora la legge non è uguale per tutti come, ahimè, dobbiamo constatare oramai giornalmente?

Ma allora anche tante sentenze pronunciate nel nome del Popolo Italiano non rispettano i criteri e le logiche del diritto e cioè giustizia ed imparzialità?

Ma veniamo ai fatti; in data 19/06/2015  sono stato attinto da decreto applicativo della Sorveglianza Speciale di P.s. per la durata di anni due emessa dal Tribunale di Cosenza, sez. Misure di prevenzione.

Tale misura preventiva personale è stata applicata a seguito di richiesta della Procura della Repubblica di Cosenza che a sua volta si fonda in maniera fideistica ed acritica sulla segnalazione del Carabiniere da me querelato.

La stessa segnalazione contiene una elencazione di dati e circostanze false dal contenuto ampiamente diffamatorio che minano la mia onorabilità.

Il carabiniere Miele nell’informativa sostiene che sono:

  • “persona che non svolge alcuna attività lavorativa e ciò nonostante mantiene un discreto tenore di vita” omettendo di segnalare che sono un pensionato, funzionario di banca, con una pensione di importo medio-elevato;

“che mi sono reso responsabile di gravi reati” cosa scientemente falsa, tendenziosa, capziosa, frutto di risentimento personale nei miei confronti in quanto in base al nostro dettato costituzionale può essere ritenuto responsabile di un reato solo colui il quale sia stato condannato con sentenza definitiva, mentre io sono incensurato.

Ancora, segnala una mia presunta evasione dal luogo ove espiavo arresti domiciliari, vicenda rispetto alla quale vi è stata una quasi istantanea richiesta di archiviazione tant’è che prima di questa vicenda io non ne ero nemmeno a conoscenza.

L’Ufficiale di P.G. nella segnalazione non si arrende neppure davanti all’evidenza del fatto storico “non risultano atti che attestino le frequentazioni con personaggi controindicati” in quanto ha premura, poi, di aggiungere che “ciò non deve essere preso come elemento a suo favore”;

Goffo tentativo di sostituirsi al ruolo dei Magistrati cui spetta il compito di valutare ed interpretare le risultanze costituenti il compendio processuale.

L’autore dell’informativa non trova altro modo per superare il dato certo ed inconfutabile della mia incensuratezza e, quindi, dell’assenza di condanne definitive a mio carico.

Sono un uomo dalla fedina penale immacolata e questo dovrebbe essere ben noto ad un ufficiale che è parte integrante di un organo di P.g. che ha accesso a banche dati e ad archivi ed a cui la legge riconosce una sorta di potere fidefaciente.

Ovviamente proporrò, per mezzo dei miei legali incaricati, formale opposizione alla richiesta di archiviazione e sarò disposto, nella malaugurata ipotesi che un GIP possa archiviare la mia denuncia, ad adire i successivi gradi di giudizio fino alla Corte di Strasburgo per i diritti dell’uomo.

Sandro Daniele