Longobucco: e poi c’è don Pompeo. Basta la parola!

LONGOBUCCO: E POI C’È DON POMPEO

Il parroco ormai defenestrato di Longobucco, don Pompeo Tedesco (https://www.iacchite.blog/e-don-pompeo-abbandona-longobucco-esultano-i-cittadini-mistero-sulle-cause/), ha sempre avuto due brutti vizi: i soldi e gli intrallazzi politici.

Già in quel di Caloveto (sua vecchia e sfortunata sede) ha imposto il vicesindaco e sta trafficando per il prossimo sindaco (http://www.iacchite.blog/lettere-a-iacchite-caloveto-complimenti-alla-giunta-di-don-pompeo/).

A Longobucco 5 anni fa era contro il sindaco Pirillo (solo a parole per molti), ma nell’ultima tornata amministrativa si è posto armi e bagagli a fianco del sindaco uscente, in gran pompa e col solito generale (Graziano, quello famoso per essere stato trombato a Corigliano-Rossano con 13 liste…) al seguito.

Nel corso della legislatura passata, più volte il dr. Pirillo è intervenuto a difesa del discusso parroco presso le autorità ecclesiastiche; contributi e prebende qua e là, ricevendo in cambio benedizioni a iosa.

Sono state settimane di fuoco, nella cittadina silana, non solo climatiche.

Gran colpa di Eugenio Celestino, a parere del nostro, il peccato originale della lista n. 1 sarebbe stato il delitto di lesa maestà: purtroppo Celestino avrebbe deciso il suo percorso politico, scegliendo alleati e candidati senza prima consultare il parroco supremo. “Prima si deve passare da don Pompeo”: l’affermazione perentoria.

E vai con le mazzate: la lista di satana, gli amici del demonio, predica dopo predica, processione dopo processione.

Viaggi per le frazioni a presentare il “candidato ufficiale della chiesa” e della santa Udc (Mario Parrilla); incontri in sagrestia e tante foto di schede votate. Non si sa mai: “Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”. Segnalato anche l’attivismo del vicesindaco di Caloveto.

Pirillo intanto si sta sdebitando, cercando di far riconfermare don Pompeo per altri 9 anni (arrassusia).

Il “candidato ufficiale della chiesa”, il povero Mario Parrilla alla fine è stato sacrificato sull’altare degli interessi superiori e deve salutare l’incarico di assessore promessogli e sottoscritto.

Ma il parroco e il generale (sempre quello trombato) non rispettano mai la parola data!