Lorica, la storia si ripete: l’operaio morto nel 2016 e la “farsa” dei lavori

La tragedia di ieri mattina su quella che la Regione e le Ferrovie della Calabria definivano “nuovissima” cabinovia di Lorica, che è costata la vita all’ingegnere responsabile dell’impianto Alessandro Marcelli, 59 anni, non è certo la prima che si verifica in questo posto maledetto. E la mente ritorna inevitabilmente a quel giorno del 2016.

Si chiamava Enzo Bloise ed aveva 31 anni l’operaio morto la mattina del 1° dicembre 2016 in un altro drammatico incidente sul lavoro sull’allora “nuova” funivia di Lorica. Oggi che si piange un’altra vittima è doveroso da parte nostra ricordare cosa è avvenuto in questi anni.

Enzo Bloise stava lavorando sul nuovo impianto in località Cavaliere-Botte San Donato nel comune di San Giovanni in Fiore. Sistemava insieme ad un collega di 25 anni (Stefano Sassone, rimasto gravemente ferito ma che almeno ha avuto salva la vita) la seggiovia e si muoveva su un carrello cosiddetto di manutenzione.

Il carrello purtroppo si era sganciato e i due operai erano caduti da un’altezza di 20 metri. Per Bloise non c’era stato niente da fare: era morto sul colpo. Il suo collega era stato trasportato in elisoccorso all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza.

Ma cerchiamo di capire come si era arrivati a questo drammatico incidente, che aveva gravissime responsabilità, forse uguali a quelle che hanno determinato la morte dell’ingegnere Marcelli. Sembra quasi inconcepibile che possa sganciarsi un carrello sul quale gli operai vanno continuamente per realizzare tutto quello che serve sul tracciato. Così come sembra ancora impossibile che ieri improvvisamente una cabina ha colpito l’ingegnere capo.

LA STORIA DELL’APPALTO E IL GRUPPO BARBIERI 

Sedici milioni di euro, tredici e qualcosa pubblici, il resto privato.

E’ questa la cifra complessiva dei fondi del Pisl di Lorica per la realizzazione delle nuove piste di sci, degli impianti di risalita e di infrastrutturazione, delle cabinovie e di tutte le altre strutture minori.
Gli addetti ai lavori dicono che è l’unico, vero Pisl finanziato da Giacomo Mancini all’epoca in cui è stato assessore regionale al Bilancio. L’azienda che si è aggiudicata i fondi è la celeberrima Barbieri Costruzioni o gruppo Barbieri, quella che ha in gestione anche l’affare di piazza Fera/Bilotti (altri 16 milioni di euro). Quelli che inciuciavano con ifratelli Occhiuto e l’ex ministro Corrado Clini ben prima di vincere l’appalto. Gli stessi che subappaltavano lavori (senza la minima autorizzazione) alle ditte mafiose amiche di Occhiuto. E che hanno eseguito tanti altri lavori per conto del cazzaro: piste ciclabili (ma come sapete sarebbe meglio dire “alliccate di cemento”), restyling (molto presunti) di marciapiedi, finanche luci e sottoservizi. Sempre in pieno accordo con gli “amici” di Occhiuto.Insomma, un’azienda sulla quale ha indagato per un anno e mezzo la Guardia di finanza di Cosenza, che dopo la vergognosa archiviazione dell’inchiesta della procura di Cosenza, ha trasmesso tutti gli atti alla Dda di Catanzaro, che successivamente le ha riaperte sequestrando addirittura la piazza ad aprile 2020..

Nonostante il can can di piazza Fera, il Gruppo Barbieri vince pure l’appalto di Lorica e, come da scontatissimo copione, ricorre in maniera massiccia ai subappalti. I lavori per la nuova funivia, infatti, erano stati subappaltati ad un’azienda svizzera, la BMF Bartholet, che a sua volta li ha affidati all’impresa Basso, per la quale lavoravano i due operai coinvolti nell’incidente.

Come sempre accade in Calabria, si erano levate parecchie voci di protesta sulla lentezza dei lavori. Ecco cosa scriveva in particolare il consigliere comunale di San Giovanni in Fiore, Antonio Lopez.

“… Ancora niente si sa sulla messa in funzione degli impianti di risalita a Lorica: é un continuo rinvio, si era detto che nel mese di agosto (2016) certamente si sarebbe proceduto all’apertura (dopo un anno di rinvio). Dove sono tutti quei politici che hanno fatto passerella a Lorica? Perché hanno messo la cosa nel dimenticatoio? Forse é il caso che vengano investite le autorità competenti per fare piena luce sul tutto? Non é assolutamente possibile continuare ad aspettare nella speranza che qualcosa avvenga, sugli impianti di Lorica sono stati spesi diversi milioni di soldi pubblici ed é giusto che la gente sappia!…”.

Da settembre in poi il Gruppo Barbieri, per replicare, aveva dato una decisa accelerata ai lavori e così aveva annunciato, con tanto di ufficialità e di visita del solito presidente Palla Palla, che i lavori sarebbero stati conclusi entro il mese di dicembre del 2016, appunto.

Oliverio era stato a Lorica il 22 ottobre 2016. Ecco cosa scrivevano i suoi addetti stampa.

Oggi pomeriggio il presidente della Regione, Mario Oliverio, ha visitato il nuovo comparto sciistico di Lorica.
“I lavori dei nuovi impianti di risalita–ha affermato al termine della visita- sono in via di ultimazione. Entro dicembre saranno inaugurati. Nella prossima stagione invernale, quindi –ha aggiunto- si scierà anche a Lorica”.

C’era insomma molta fretta per portare a termine i lavori.

Il resto ce lo dice la stessa azienda sul suo profilo FB.

5 novembre: Procede speditamente il montaggio della seggiovia , entro breve sarà completata e procederemo ai collaudi

25 novembre: Work in progress: ultime fasi di lavorazione della seggiovia e, inoltre, le immagini dei lavori alla telecabina della Stazione di Monte. Ci siamo quasi!!! Vi terremo costantemente aggiornati!

29 novembre: Work in progress/2: ecco i lavori di impalmatura della fune della seggiovia

E’ presumibile che i due operai stessero lavorando proprio a questa impalmatura della seggiovia. La magistratura ha poi messo sotto sequestro il cantiere per capire che cosa era successo ed individuare i responsabili. Così come accade anche oggi dopo la morte dell’ingegnere Marcelli. La magistratura – che poi ahinoi è solo il porto delle nebbie di Cosenza – non ha mai trovato nessun responsabile, così come accadrà anche adesso.

La “nuovissima” cabinovia di Lorica era stata inaugurata a marzo del 2018 ma vuoi per un motivo vuoi per un altro non era mai entrata realmente in funzione fino al 29 dicembre dello scorso anno quando tutti i problemi sembravano superati. Ma era solo apparenza.

Questo è un altro omicidio della nostra malapolitica e del nostro gestire le grandi opere. Con tanto di testimonianze nette e precise. Una nuova tragedia sommata a tante altre che non avranno mai una spiegazione ma solo dolore e rabbia.

Il Gruppo Barbieri, per non farsi mancare niente, aveva vinto anche l’appalto per costruire l’aviosuperficie di Scalea. Tanto per essere chiari, questi Barbieri hanno le mani in pasta dappertutto e molti santi in paradiso tra i politici, che, a quanto pare, consegnano tutto a lor signori.Certo, le (grandi) opere per le quali sono impegnati non sono caratterizzate da tempi brevi, tutt’altro. Sarà per beccarsi i soliti Sal (Stati di avanzamento lavori), sarà perché la politica ha i suoi tempi, ma commentiamo spesso i loro tempi biblici e abbiamo scoperto che i signori Barbieri si incazzano pure se qualcuno gli ricorda che il cantiere di piazza Fera, oltre che ad essere un ricettacolo di reati, è stato fermo per mesi e gli operai avanzano un sacco di denari. Del resto, più sono ricchi e più negano l’evidenza.