Lorica: l’operaio morto, la storia dei lavori e il “solito” Barbieri

Si chiamava Enzo Bloise ed aveva 31 anni l’operaio morto la mattina del 1° dicembre 2016 in un drammatico incidente sul lavoro sulla nuova funivia di Lorica. Oggi che finalmente si intravede la luce in fondo al tunnel con la riapertura degli impianti, che dovrebbe essere realtà entro fine mese, è doveroso da parte nostra ricordare cosa è avvenuto in questi anni. 

Enzo Bloise stava lavorando sul nuovo impianto in località Cavaliere-Botte San Donato nel comune di San Giovanni in Fiore. Sistemava insieme ad un collega di 25 anni (rimasto gravemente ferito) la seggiovia e si muoveva su un carrello cosiddetto di manutenzione.

Il carrello purtroppo si è sganciato e i due operai sono caduti da un’altezza di 20 metri. Per Bloise non c’è stato niente da fare: è morto sul colpo. Il suo collega è stato trasportato in elisoccorso all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza.

Ma cerchiamo di capire come si è arrivati a questo drammatico incidente, che ha gravissime responsabilità. Sembra quasi inconcepibile che possa sganciarsi un carrello sul quale gli operai vanno continuamente per realizzare tutto quello che serve sul tracciato.

LA STORIA DELL’APPALTO E IL GRUPPO BARBIERI 

Sedici milioni di euro, tredici e qualcosa pubblici, il resto privato.

E’ questa la cifra complessiva dei fondi del Pisl di Lorica per la realizzazione delle nuove piste di sci, degli impianti di risalita e di infrastrutturazione, delle cabinovie e di tutte le altre strutture minori.
Gli addetti ai lavori dicono che è l’unico, vero Pisl finanziato da Giacomo Mancini all’epoca in cui è stato assessore regionale al Bilancio. L’azienda che si è aggiudicata i fondi è la celeberrima Barbieri Costruzioni o gruppo Barbieri, quella che ha in gestione anche l’affare di piazza Fera/Bilotti (altri 16 milioni di euro). Quelli che inciuciavano con ifratelli Occhiuto e l’ex ministro Corrado Clini ben prima di vincere l’appalto. Gli stessi che subappaltavano lavori (senza la minima autorizzazione) alle ditte mafiose amiche di Occhiuto. E che hanno eseguito tanti altri lavori per conto del cazzaro: piste ciclabili (ma come sapete sarebbe meglio dire “alliccate di cemento”), restyling (molto presunti) di marciapiedi, finanche luci e sottoservizi. Sempre in pieno accordo con gli “amici” di Occhiuto.Insomma, un’azienda sulla quale ha indagato per un anno e mezzo la Guardia di finanza di Cosenza, che dopo la vergognosa archiviazione dell’inchiesta della procura di Cosenza, ha trasmesso tutti gli atti alla Dda di Catanzaro.

Nonostante il can can di piazza Fera, il Gruppo Barbieri vince pure l’appalto di Lorica e, come da scontatissimo copione, ricorre in maniera massiccia ai subappalti. I lavori per la nuova funivia, infatti, sono stati subappaltati ad un’azienda svizzera, la BMF Bartholet, che a sua volta li ha affidati all’impresa Basso, per la quale lavoravano i due operai coinvolti nell’incidente.

L’estate scorsa si erano levate parecchie voci di protesta sulla lentezza dei lavori. Ecco cosa scriveva in particolare il consigliere comunale di San Giovanni in Fiore, Antonio Lopez.

“… Ancora niente si sa sulla messa in funzione degli impianti di risalita a Lorica: é un continuo rinvio, si era detto che nel mese di agosto certamente si sarebbe proceduto all’apertura (dopo un anno di rinvio). Dove sono tutti quei politici che hanno fatto passerella a Lorica? Perché hanno messo la cosa nel dimenticatoio? Forse é il caso che vengano investite le autorità competenti per fare piena luce sul tutto? Non é assolutamente possibile continuare ad aspettare nella speranza che qualcosa avvenga, sugli impianti di Lorica sono stati spesi diversi milioni di soldi pubblici ed é giusto che la gente sappia!…”.

Da settembre in poi il Gruppo Barbieri, per replicare, ha dato una decisa accelerata ai lavori e così ha annunciato, con tanto di ufficialità e di visita del solito presidente Palla Palla, che i lavori sarebbero stati conclusi entro il mese di dicembre.

Oliverio è stato a Lorica il 22 ottobre. Ecco cosa scrivevano i suoi addetti stampa.

Oggi pomeriggio il presidente della Regione, Mario Oliverio, ha visitato il nuovo comparto sciistico di Lorica.
“I lavori dei nuovi impianti di risalita–ha affermato al termine della visita- sono in via di ultimazione. Entro dicembre saranno inaugurati. Nella prossima stagione invernale, quindi –ha aggiunto- si scierà anche a Lorica”.

C’era insomma molta fretta per portare a termine i lavori.

Il resto ce lo dice la stessa azienda sul suo profilo FB.

5 novembre: Procede speditamente il montaggio della seggiovia , entro breve sarà completata e procederemo ai collaudi

25 novembre: Work in progress: ultime fasi di lavorazione della seggiovia e, inoltre, le immagini dei lavori alla telecabina della Stazione di Monte. Ci siamo quasi!!! Vi terremo costantemente aggiornati!

29 novembre: Work in progress/2: ecco i lavori di impalmatura della fune della seggiovia
E’ presumibile che i due operai stessero lavorando proprio a questa impalmatura della seggiovia. E adesso ci si attendono le inevitabili decisioni della magistratura, che non potrà non mettere sotto sequestro il cantiere per capire che cosa è successo ed individuare i responsabili.

Questo è un altro omicidio della nostra politica e del nostro gestire le grandi opere. Con tanto di testimonianze nette e precise. Una tragedia sommata a tante altre che non avranno mai una spiegazione ma solo dolore e rabbia.

Il Gruppo Barbieri, per non farsi mancare niente, ha vinto anche l’appalto per costruire l’aviosuperficie di Scalea. Tanto per essere chiari, questi Barbieri hanno le mani in pasta dappertutto e molti santi in paradiso tra i politici, che, a quanto pare, consegnano tutto a lor signori.Certo, le (grandi) opere per le quali sono impegnati non sono caratterizzate da tempi brevi, tutt’altro. Sarà per beccarsi i soliti Sal (Stati di avanzamento lavori), sarà perché la politica ha i suoi tempi, ma commentiamo spesso i loro tempi biblici e abbiamo scoperto che i signori Barbieri si incazzano pure se qualcuno gli ricorda che il cantiere di piazza Fera, oltre che ad essere un ricettacolo di reati, è stato fermo per mesi e gli operai avanzano un sacco di denari.

Del resto, più sono ricchi e più negano l’evidenza.