Lotta alla corruzione e alla massomafia: Salvini e Gratteri alla prova dei fatti

“Io sono irriverente nei confronti del potere politico e lo critico in modo feroce, perché non ho ancora visto un governo che abbia voluto contrastare le mafie, un governo che abbia la volontà, la libertà, e il coraggio di combatterla con modifiche normative, ma senza abbassare di un millimetro il livello di garanzia della Costituzione. Così potremmo abbattere in pochi anni anche l’80 per cento delle mafie”.

Lo ha detto Gratteri, intervenendo in videoconferenza all’evento di Confcommercio a Milano dal titolo “’Ndrangheta, giù le mani dalle Pmi”.

Parole giuste e vere. Nessun governo si è mai impegnato seriamente nella lotta alla massomafia. Anche questo governo ha serie difficoltà ad affrontare l’argomento. Se si tratta di menare neri e zingari non li batte nessuno, ma di menare qualche mazzata alla mafia manco a pensarlo. Figuriamoci a parlarne. Prova ne è la difficoltà incontrata dal governo a trovare una intesa sulla legge anticorruzione, un passaggio fondamentale e urgente, per mettere un freno alla dilagante corruzione nella pubblica amministrazione.

Al di fuori del condiviso razzismo pare che, tra i sovranisti e i nazionalisti, non ci sia altro da condividere. Specie per Salvini, che esaurito l’argomento “prima gli italiani”, che lo ha reso “famoso” in tutta Italia facendo crescere, virtualmente, il consenso verso la Lega, di affrontare il problema della lotta agli amici degli amici, proprio non ne ha voglia. Non se la sente perché sa benissimo che approvare nuove norme per combattere la corruzione, o per contrastare la collusione tra politica e mafia, significa condannare tanti amministratori e politici della Lega implicati in intrallazzi di ogni genere. Per non parlare poi delle nuove “formazioni” della Lega che si stanno creando al Sud. In Calabria, lo abbiamo già scritto, la Lega è diventata rifugio per molti collusi e corrotti in fuga dalle vecchie formazioni politiche in via d’estinzione. Personaggi collusi fino al collo con ‘ndrine e massoni deviati della peggiore specie. Se questi sono i personaggi che compongono la Lega al sud, va da se che Salvini non può certo legiferare contro gli amici degli amici. Salvini, al sud, deve garantire lo status quo alla massomafia prima, e alla ‘Ndrangheta poi. Deve far finta di cambiare tutto senza cambiare nulla. Ed è proprio qui che Salvini si giocherà la sua vera partita.

Il presunto e virtuale 32% di preferenza alla Lega che tutti i sondaggisti hanno rilevato, dipende proprio dalla determinazione dimostrata da questo Governo, e da Salvini in particolare, a combattere l’illegalità. Una parola, Legalità, che al sud ha fatto breccia, dove maggiore è stato l’incremento dei voti alla Lega. In tanti al sud hanno visto in Salvini la persona giusta per passare, finalmente e dopo decenni di chiacchiere, dalle parole ai fatti. Vista l’atavica fame di Legalità e Giustizia dalle nostre parti. E Salvini, in questi primi mesi di governo, non ha deluso. Ed è sotto gli occhi di tutti il ripristino della legalità per quel che riguarda l’immigrazione clandestina. Perciò nei sondaggi il gradimento sale. Perché Salvini fa quello che dice. Ha detto che cacciava i neri clandestini, e lo sta facendo.

Ma dopo questo la gente si aspetta anche altro: il ripristino della Legalità nella pubblica amministrazione, la lotta alla ‘ndrangheta e alla massomafia. La gente ora si aspetta calci in culo anche ai politici corrotti, a quelli collusi, ai servitori dello stato infedeli, e soprattutto ai mafiosi. E qui iniziano le vere difficoltà per Salvini. Soprattutto in Calabria, dove sarà costretto a fare una scelta: o con i cittadini onesti o con la massomafia. E la scelta non potrà che essere netta e visibile.

Salvini ha una sola possibilità per confermare i sondaggi: dovrà dare dimostrazione concreta, così come ha fatto sulla questione migranti (che noi non condividiamo), di voler contrastare la corruzione e la mafia, in tutta Italia, specie al sud. Per questo è stato votato, non solo per i neri, e questo Salvini lo sa. O si impegna seriamente a combattere mafiosi e corrotti, o alle prossime elezioni riceverà solo i pochi voti clientelari e mafiosi.

Del resto lo insegna l’esperienza di Renzi: è passato dal 40% al 18% perché una volta al governo ha continuato, dopo aver promesso il contrario, a coprire ruberie e corruzione.

Significativo anche il richiamo dello stesso Gratteri a Salvini: non l’ho mai sentito parlare di ‘Ndrangheta. Mi sa che per Salvini è arrivata l’ora di iniziare a parlare seriamente di mafia e corruzione. I calabresi sono in attesa di questo. E non vedono l’ora di “ammirarlo” in azione con la sua ruspa. Altrimenti il 32% se lo può solo sognare. Si sa che l’elettorato, come la donna, è mobile.