L’ultimo blitz di Pino Gentile: 58 milioni per alberghi sociali. Il Tar annulla, la Regione tace

Un blitz in piena regola, piazzato negli ultimi mesi della travagliata esperienza della Giunta Scopelliti e arrivato al traguardo addirittura il 14 novembre del 2014, a soli dieci giorni dal voto per le Regionali.

L’ex assessore regionale ai Lavori pubblici Pino Gentile, sempre lui, ha assegnato ben 58 milioni di euro grazie a un bando per programmi regionali di edilizia residenziale, che prevede l’elaborazione di un Programma operativo nel settore delle politiche della casa.

La copertura finanziaria arrivava dal Decreto legislativo 112/’98, nel quale risultavano fondi ancora non spesi. Sono i soldi che dovevano servire per realizzare i contratti di quartiere, inseriti nel Piano casa nazionale all’epoca del governo Berlusconi.

L’assessore regionale ai Lavori pubblici del tempo, Luigi Incarnato, aveva incassato 210 milioni e li aveva resi anticipabili grazie all’accensione di un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti, come si fa sempre in questi casi. 150 milioni erano stati destinati al Piano casa vero e proprio, 60 per i contratti di quartiere e ulteriori 10 milioni erano arrivati per l’abbattimento delle barriere architettoniche e per la costruzione di ascensori nelle case popolari.

Trovati i soldi, si trattava di destinarli a una finalità prevista dalle varie leggi e per un amministratore dell’esperienza di Pino Gentile è stato quasi un gioco da ragazzi trovare la quadra. Perché, dopo tutto il can can dei bandi per l’edilizia sociale, c’era bisogno di una delibera “certa” per superare tutti i paletti dei contenziosi e delle faide politiche.

L’escamotage? Eccolo qui: “realizzazione di un programma pilota e sperimentale destinato alla locazione permanente, la cui gestione è finalizzata a sostenere modelli abitativi solidali da attuare nelle città con popolazione superiore a 30mila abitanti”. In altre parole, si tratta di un programma che gli addetti ai lavori definiscono con lo slang “alberghi sociali”. Cioè residenze per anziani autosufficienti, che altrimenti resterebbero in emergenza abitativa. Un programma che, di regola, avrebbero dovuto realizzare i Comuni e che a questi era originariamente destinato.

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E invece Pino Gentile, prevedendo anche la scadenza elettorale, lo ha trasformato in una splendida occasione per far “girare” un po’ di soldi freschi alle solite aziende amiche già beneficiarie per l’edilizia sociale. Per il resto, c’era da trovare un presidente di commissione e altri due membri credibili. La persona giusta per interpretare il ruolo di responsabile del procedimento si è rivelata Marisa Giannone, dirigente del Servizio n. 1 dell’Unità Operativa Politiche della Casa, che ha predisposto il suo bravo avviso pubblico coinvolgendo nella commissione Giovanna Lettieri e Giovanni Ioele.

Il direttore generale Domenico Pallaria invece ci ha messo la firma. E i giochi sono fatti.

La lettura della graduatoria è il solito, facilissimo esercizio di nomi riconducibili dai palazzinari ai padrini politici.

La capofila è la Simea Srl, cioè l’azienda del costruttore cosentino Antonio Tallarico, quello dei grattacieli di via degli Stadi. Dodici milioni per l’intervento richiesto.

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Al terzo posto, da Rossano con furore, la Ares edilizia Srl, il cui amministratore unico risulta essere Diego Lapietra, rampollo del più famoso costruttore dello Jonio cosentino. Pasquale Lapietra e la sua famiglia fanno il pieno da un po’. Vincenzo Lapietra, 39 anni, amministratore de La Pietra Srl, rappresenta una società di costruzioni specializzata nell’edilizia privata. E’ anche presidente del Gruppo Giovani Imprenditori Edili di Ance-Confindustria Cosenza, eletto nel 2013.

Abbiamo già scritto che l’impresa Lapietra è interessata anche dall’inchiesta della procura di Catanzaro per le vicende legate all’edilizia sociale, dove ha un giro d’affari di circa 10 milioni di euro. Stavolta la Lapietra, travestita da Ares, con il rampollo Diego al ponte di comando, è entrata con largo anticipo. Così siamo tutti sicuri: 4 milioni e non se ne parla più.

E poi la Cooperativa Nova Casa, già attivissima nei bandi con l’agevolazione di 50mila euro per la prima casa. Una cooperativa legata al carrozzone di Lega Coop e quindi vicina al Pd e in particolar modo alla corrente “guccioniana”. Tre milioni di euro assegnati.

Segnaliamo anche: Mav Casa (2milioni 933mila euro); Costruzioni San Francesco (2milioni 616mila euro); Intesa Costruzioni (2milioni 300mila euro); Edilfor (2milioni 900mila euro); Cofer (2milioni 863mila euro); Gatto Costruzioni (3milioni 570mila euro); Kruseon (2milioni 500mila euro); Berna Costruzioni (5milioni 773mila euro); La Mima (1milione 600mila euro); Abitcoop Calabria (5milioni 524mila euro); Perri Santo (3milioni 400mila euro); Nigro costruzioni (2milioni).

E ci fermiamo qui per carità di patria.

E’ chiaro come il sole che la nuova Regione guidata da Mario Oliverio non ha nessuna intenzione di bloccare questo disastro. Il presidente, così come avrebbe dovuto fare per il bando sull’edilizia sociale, avrebbe dovuto decidere di revocare il bando con la formula dell’autotutela, tanto più che non risultano programmi già finanziati. Ma finora nulla si è visto o sentito.

A parte la nomina di Pino Gentile a vicepresidente del Consiglio regionale.

Le ultime notizie su questo ennesimo “affare” dal sapore cinghialesco sono paradossali, al limite del grottesco.

Il Tar ha bocciato il bando, dando ragione a una ditta esclusa dalla spartizione di una torta che vale, per il momento, 58 milioni di euro e imponendo alla Regione di annullare tutti gli atti. La burocrazia, però, ha fatto orecchie da mercante: il progetto della società ricorrente non è mai stato riesaminato, mentre i soldi sono stati erogati alle ditte vincitrici. 

La Regione, come da copione, continua a tacere. In perfetto stile Partito della Nazione. 

E le stelle stanno a guardare!