Luzzi, Primarie Pd: chi è Michele Leone, il “mago” delle schede moltiplicate al servizio di Guccione (e non solo)

Carletto Guccione e l'ingegnere Leone

Se siete passati dalla zona dei grattacieli di via degli Stadi a Cosenza nel periodo dell’ultima campagna elettorale 2016, è impossibile che vi sia sfuggito il faccione di un tale, l’ingegnere Michele Leone, che si candidava al servizio di Carletto Guccione nella lista “Grande Cosenza”. Un furbacchione quasi insuperabile al servizio di tutti i padrini politici possibili. Quando ci fu la grande festa nel “giro” dei grattacieli, sul palco montato per l’occasione, Carletto insieme al giovane Enrico Morcavallo (il capolista) e all’ingegnere Leone appunto, “arringarono” gli astanti promettendo mari e monti. Fu allora che riuscimmo a scattare l’unica foto che abbiamo dell’ingegnere Leone e fu allora che capimmo definitivamente che Guccione non avrebbe avuto neanche una speranza di poter vincere quelle elezioni, vista la “caratura” dei soggetti che gli stavano a fianco.

Oggi, a distanza di qualche anno e di tanti altri grandi “affari” (dei quali scriveremo più avanti), Michele Leone è diventato – suo malgrado – l’uomo del giorno. Sì, perché Leone è originario di Luzzi ed è il segretario del famigerato Circolo Pd dov’è accaduto il patatrac delle schede “moltiplicate” alle Primarie di domenica scorsa: 368 schede votate per 269 votanti. Un chiarissimo tentativo di truccare il risultato finale a favore della lista dei suoi amici Carletto Guccione e Brunello Censore, che infatti a Luzzi, grazie al Nostro ingegnere, ha superato quella di Oliverio con il supporto di 99 votanti “fantasma”.

Già, ma chi è davvero l’ingegnere Leone?

grattacieli-a-cosenza Ci siamo occupati e ci occuperemo ancora dello scandalo dell’edilizia sociale, il grande business messo in piedi da compà Pinuzzu Gentile quando era assessore regionale ai Lavori Pubblici. Quella vicenda che è diventata un caso-limite con lo scandaloso annullamento del primo bando per favorire i costruttori vicini al Cinghiale, al fratello e ai vari potentati politici della città e della provincia di Cosenza. Don Pasquale Lapietra da Rossano in primis, detto “Mollettone”, più volte indagato per usura e malaffare, che dopo essere stato “eliminato” nel primo bando, diventa il trionfatore del secondo grazie a compà Pinuzzu e ad una commissione che più truccata non si può. Con il contributo determinante di un suo progettista, l’ingegnere rossanese Antonio Capristo, che con il fratello del Cinghiale, sale anche al rango di dirigente regionale a tempo. Guadagnando un sacco di soldini e facendo “girare” l’economia per gli amici degli amici.

Don Pasquale vince il bando con la sua cooperativa ma anche con la “Casabella”, il cui presidente William Grimoli, figlio del più famoso costruttore Mario, era fidanzato con la figlia di don Pasquale. A volte gli affari non si legano con gli amori. E così il matrimonio tra i due ragazzi non va in porto e anche l’affare sembra andare in fumo. Tuttavia, la cooperativa Casabella riesce a realizzare il finanziamento proprio su uno dei terreni di Lapietra. E non è finita qui.

casabCompà Pinuzzu riesce a piazzare 15 milioni alla Simea srl del costruttore Talarico e del suo progettista preferito. Ed è qui che entra in scena l’ingegnere Michele Leone. E’ lui che ha concepito il disegno dei grattacieli, è lui il deus ex machina di questo pezzo di città finanziato a peso d’oro ai palazzinari per i loro voraci interessi.

Michele Leone è un uomo in carriera, dunque, proiettato magari verso la stessa ascesa sociale del suo omologo progettista rossanese Capristo. I soldi del contratto di quartiere di San Vito Alto sono rimasti in zona, a via degli Stadi, e sono serviti a realizzare i grattacieli di Talarico e Leone. In principio nasce come “cinghialata” ma successivamente diventa come una vera e propria porcata. Leone infatti non ha scelto compà Pinuzzu per la battaglia elettorale del 2016, ma, con il suo permesso, ha virato su Carletto Guccione. Con il quale il fratello del Cinghiale va d’amore e d’accordo, al di là delle apparenze. Tanto, nel loro sporco mondo, o il maialetto o l’avvocato dei lodi arbitrali milionari, è esattamente la stessa cosa. Se non è zuppa, è pane bagnato. O se preferite il mercato delle vacche.

Dopo il disastro elettorale, Leone non si è scomposto di una virgola e visto che ha più di un santo in paradiso, ha cominciato a collezionare incarichi professionali dappertutto.

Per esempio, l’affidamento di un incarico di progettazione definitiva promossa dalla Provincia e finalizzata all’ottenimento di finanziamenti regionali del Bando POR Calabria FSRE FSE 2014/2020. I finanziamenti riguardavano l’adeguamento sismico di alcuni edifici scolastici ubicati su tutto il territorio provinciale (Spezzano Albanese, Cassano, Rende, Cosenza).

La gara in questione è stata aggiudicata alla migliore offerta che ha presentato un ribasso percentuale sull’importo a base di gara di oltre l’80%. In pratica il vincitore, l’ingegnere Michele Leone appunto, si è aggiudicato la progettazione definitiva per l’adeguamento sismico di un edificio scolastico per circa 1.500 euro.

Si sono poi svolte altre tre gare simili e l’esito è stato pressoché identico in quanto anche queste sono state aggiudicate con ribassi prossimi all’80%.

Gli altri vincitori sono l’architetto Mario Pio Longo, l’ingegnere Marco Lanza e l’architetto Giulio Cesare Guccione.

Qui per salvare l’apparenza si è giocato in maniera vergognosa col ribasso. Anche se non è ufficiale, è ovvio che chi redige il “definitivo” di un progetto sarà poi chiamato a redigere l’esecutivo. E con l’esecutivo le parcelle sono alte, molto alte, parliamo di oltre 50.000 “cucuzze”. Con l’aggravante che i definitivi vengono approvati e finanziati da questa giunta regionale, che fa parte dello stesso clan di quelli che si sono presi la Provincia.

E non è finita qui perché la Regione, non molto tempo fa, aveva individuato tra i cinque progettisti del completamento delle strade S. Stefano-Ralli-Padula e Figline-Canalicchio nel comune di Lappano ancora i magnifici tre ovvero Michele Leone, Marco Lanza e Giulio Cesare Guccione.

Ma il buon ingegnere Michele Leone non beccava solo a “sinistra” ma si difendeva alla grande anche con la destra se è vero, com’è vero, che nel 2015 ancora il professionista in questione aveva messo a segno un colpetto mica male. Parliamo della determina n. 498 del 2015 relativa all’affidamento della direzione dei lavori e sicurezza in fase di esecuzione per l’intervento di efficientamento energetico e miglioramento tecnologico della scuola elementare di via Giulia a Cosenza.

L’incarico, firmato personalmente dal direttore del Settore 7 Carlo Pecoraro prevedeva la costituzione dell’Ufficio Direzione dei lavori e la nomina a direttore dei lavori per Michele Leone per una somma pari a 29.600 euro più IVA per un totale di 37.559 euro, giusto il margine per rientrare nei soliti affidamenti diretti sotto la soglia dei 40mila euro.

Nella determina si specificava che il nome di Leone faceva parte di un elenco nominativo suddiviso per categorie professionali e dalla disamina dei curricula è stato individuato come quello meglio rispondente alle esigenze dei lavori. Poi ci spiegano che è consentito l’affidamento diretto sotto i 40mila euro e che il RUP ha preparato l’apposita convenzione. Morale della favola: tuttapposto. Per farla breve: avete capito di che bel “soggettino” stiamo parlando?

Manca, a questo punto, solo l’ultimo tassello ovvero quello della moltiplicazione delle schede per le primarie del Pd in quel di Luzzi.

Di chi sia la colpa materiale di quanto è successo nel seggio delle primarie di Luzzi purtroppo non lo sappiamo con matematica certezza, ma non c’è dubbio che il segretario del Circolo, ovvero Michele Leone, ha presidiato il seggio e di conseguenza, anche se non è stato l’autore materiale della “moltiplicazione”, non può non sapere…

Così come nessuno può negare che Leone sia vicino a Carlo Guccione, con cui si era candidato a Cosenza. E guarda caso fino a qualche ora prima del clamoroso “sbianco” festeggiavano perché la lista sostenuta da Carletto Guccione e Brunello Censore ha superato quella sostenuta da Oliverio.
Forse dovrebbero iniziare a togliere le 100 schede in più di Luzzi e magari provare a dirci cosa è successo in tutti gli altri circoli calabresi perché se questo è stato il modus operandi in un piccolo centro come Luzzi, possiamo solo immaginare cosa è accaduto da altre parti.