Mario chiede a Jole di riunire la banda per un un ultimo colpo

E insiste! Non si arrende. Ogni occasione è buona per provarci. Del resto la disperazione è tanta e il bisogno di denaro sempre impellente che non gli rimane altro da fare che tentarci, sempre e comunque. Come a dire: ogni lasciata è persa. E con i creditori che ormai stazionano giorno e notte sotto casa sua, di “lasciare” proprio non se lo può permettere. La necessità di attagnare una drammatica situazione economica/giudiziaria degna di un bancarottiere di prima categoria, non gli dà tregua e lo costringe ad una ricerca perenne dell’intrallazzo. Ha un disperato bisogno di mettere di nuovo le mani dentro le casse pubbliche. Anche se la presenza dei commissari e l’esclusione dalla vita politica e intrallazzistica della paranza, ha complicato e non poco le cose. Ed è proprio questo che più di ogni altra cosa lo preoccupa: non può più manipolare liberamente gli apparati burocratici così come ha fatto fino a poco tempo fa. Infatti per Mario Occhiuto, oggi, mettere a segno un buon colpo, sempre a danno del povero cittadino  è veramente difficile.

Sono finiti i bei tempi dei bilanci taroccati, dei dirigenti firma tutto e delle coperture in procura. In tempi in cui le determine farlocche viaggiavano alla velocità della luce. I bei tempi delle passeggiate e dell’atteggio, mano nella mano, per le vie della città insieme a tutta la paranza. Oggi Mario è un uomo solo. La sua banda si è sciolta, e i suoi complici lo hanno mollato. Mettere su un’altra gang è impossibile. Trovare “sul mercato” personaggi con gli stessi agganci dei suoi vecchi compari di scorribande, è difficile. Perciò Mario ha una sola possibilità: rivolgersi ai suoi vecchi compari per proporgli un ultimo colpo. In particolare Mario deve trovare le giuste parole per convincere chi di fatto lo ha spodestato dal ruolo di boss: Jole. La strategia di Mario è semplice: piangere in ginocchio e implorare pietà. L’unica cosa che può fare al cospetto di Jole che non gli ha mai perdonato le maliparole che Mario le ha riservato in pubblico e in privato, accusandola, come tutti sappiamo, di tradimento. La speranza è quella di allettarla con un colpo semplice, sicuro e soprattutto redditizio.

E così Mario ha illustrato il piano a Jole: le ha chiesto, visto che lei adesso può, di “sbloccare” tutte le risorse riservate ad alcuni progetti sballati che gli stanno a cuore, tipo l’ovovia e il parco del malessere, ma su tutto le ha chiesto di “sbloccare” le risorse per costruire il nuovo ospedale: roba da centinaia e centinaia di milioni di euro. Una manna che gli permetterebbe, in questo ultimo anno di sindacatura che gli rimane, di riprendere fiato e sedare i tanti creditori che vivono oramai sotto casa sua, e perché no, apparare, magari, anche qualche sentenza. Una truffa semplice perché già sperimentata al comune di Cosenza, ma che necessita di tutta la banda: protettori, imboscatori e taroccatori, ora al servizio di Jole.

Mario ha bisogno come l’aria di questo malloppo, e i tempi stringono, se Jole non si affretta a mettere insieme di nuovo la banda e in moto tutto l’apparato burocratico per la “designazione (a lui) di tali risorse”, il rischio è quello di arrivare a fine consiliatura senza aver visto il becco di un quattrino. Cosa che scontenterebbe gli amici degli amici in attesa di ricevere incarichi, appalti e progettazioni varie. Bisogna fare tutto in fretta per dare a Mario il tempo di intrallazzare fino a che ancora indossa (indegnamente) la fascia tricolore.

Insomma tutto è nelle mani di Jole che deve decidere se continuare a far truffare i cosentini, perché lei sa bene che è così, su un “tema” importante come quello del nuovo ospedale, oppure lasciare Mario a cuocere nel suo brodo. Che poi è quello che si merita. Cosa deciderà Jole lo sapremo presto.