Mario, non ti riconosco più

Da quando è stato rieletto, Mario, diciamolo senza timore, è sotto tono. Sì, fa qualche sparata: Olimpiadi, tesori, funivia, ma non è più in forma come una volta: quando dice cazzate è palese che non ci crede più neanche lui.

E se non restituisce il senso a chi lo ascolta che lui è il primo convinto di quello che dice, il rischio è quello di chiudere bottega. Oltre al danno del venir meno della sua principale ragione di vita: vendere chiacchiere. E mentre prima questo non traspariva in nessuna sua azione, oggi, chissà perché, quando dice cazzate se ne accorgono tutti: gli si legge in viso.

Non ha più lo sguardo baldanzoso di prima, i lineamenti fieri di chi vuol conquistare il mondo, e ha perso anche l’innocenza sulle gote sue.

A guardarlo in viso si nota subito che c’è qualcosa che lo turba molto, lo si capisce da come il suo volto si è afflosciato, allo stesso modo di un canotto che si sgonfia lentamente. E questo evidenzia lunghe e profonde rughe che attraversano in lungo e largo la sua faccia. Una evidenza che non può nascondere e che lo rende sgamabile.

luce E lui lo sa, ma deve continuare a recitare la parte, non può abbandonare la scena. E come se non bastasse a renderlo ancora più vulnerabile e sgamabile è la sua famosa scrima i latu ara Pippo Baudo, a guardarla oggi non è più quella di un tempo.

Risulta evidente una stempiatura che avanza come la desertificazione dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo. E molti tic nervosi risultano accentuanti. Segno evidente di uno stato di non tranquillità.

Ma cos’è che lo turba? Qual è il motivo o la causa di questo suo essere spento, moscio, molle, floscio, appassito. Cos’è che non lo rende più brillante, smagliante, raggiante, luminoso. Sembra rivestito di una spessa e cupa coltre che impedisce alla luce di uscire. Tutto è buio.

Tranne alcune rossastre nubi che volteggiano sul suo capo, dove si affollano stormi di uccelli neri com’esuli pensieri nel vespero migrar. Non è da lui tutta questa tristezza.

Il fatto deve essere serio. Dicono che ultimamente si veda poco in giro. Certo è, ed è meglio dirlo, che in tutto questo resta sempre figo. Un po’ ammusciatu ma sempre figo. Anche se il suo oscurarsi gli ha tolto una delle sue migliori armi di seduzione: la luminosità. Ed ora non splende più, non si illumina più d’immenso.

floscQuesto suo lasciarsi andare, vivere alla giornata, lo ha reso apatico, indifferente, noncurante di tutto ciò che gli accade attorno. E’ come se fosse sospeso tra la terra e il cielo. In attesa che tutto si compia. Per poi ritrovare, nel bene o nel male, il sereno.

Vive in un limbo che sa di espiazione. Di chissà quali colpe. Chissà che origine ha il suo tormento. Certo che vederlo così ultimamente mi ha lasciato un po’ perplesso. Quasi non lo riconoscevo. Percepire la sua rassegnazione mi ha posto di fronte ad un problema esistenziale. Se Mario cede e qualche profezia si compie, cosa ne sarà dopo di me?

La combattività di Mario e il suo essere antagonista è vitale per me. Sarebbe come se Superman diventasse immune alla criptonite. Sarebbe come avere un esercito pronto all’attacco ma nessun nemico contro cui scagliarsi. Un dramma per me.

Perciò ho deciso che a vederlo ridotto come una mappina, non ci sto. Non è questo il Mario che conosco e contro il quale voglio battermi. Ho bisogno del Mario che fu. Mi serve per la mia stessa sopravvivenza. Senza di lui non sono niente. E’ un fattore psicologico.

Siamo  come lo yin e lo yang, abbiamo le radici uno nell’altro. In qualunque dimensione spazio temporale tu possa andare troverai sempre un lui e un me. E per quel che mi riguarda devo salvare il “lui” nella mia dimensione, se voglio salvare “me” stesso. Perché se scompare lui scompaio anche io.

Solo adesso che rischio di perderlo me ne accorgo. Voglio che gli ritorni il sorriso e che ritorni combattivo. E se può servire, per farti ritornare quello che eri, giuro che da oggi rinuncio a scrivere a Spagnuolo, alla Manzini, alla DDA, e di ripetere sempre la stessa tiritera: arrestate ad Occhiuto, a Potestio e Cucunato.

sbarreAmmesso che sia questa la causa del tuo malessere. Ed invito chiunque abbia “risentimento” nei tuoi confronti a fare altrettanto. Azzeriamo tutto. Mettiamo una bella pietra sopra il passato ed iniziamo di nuovo. Tanto le procure saranno di sicuro d’accordo con noi. Ad un  patto però: che da domani mi metti in piedi un nuovo bell’intrallazzone di quelli che facevi un  tempo, altrimenti io che scrivo?

GdD