“Money Gate”, la storia della Gicos: il “colosso internazionale” del patron Cosentino

In molti in queste ore si chiedono chi è Giuseppe Cosentino, l’imprenditore titolare della Gicos e presidente del Catanzaro Calcio arrestato ieri mattina su disposizione della procura di Palmi con le pesanti accuse di riciclaggio e di appropriazione indebita. Secondo gli inquirenti, portava i soldi in Svizzera.

Cosentino è nativo di Anoia, un paesino in provincia di Reggio Calabria ed è titolare della Gicos import export, importante azienda nel settore degli oggetti per la casa e l’arredamento con sede a Cinquefrondi.

Gicos nasce nel dicembre 1996 da una geniale idea di Cosentino, che avvalendosi della propria consolidata esperienza, quasi trentennale, accumulata nel settore commerciale, intuisce che una concreta possibilità di sviluppo può trovarsi nell’espandersi delle relazioni commerciali sia nel mercato italiano che nel mercato estero.

“… Nel febbraio ‘97 – si legge dal sito ufficiale – Gicos entra, come attività di Import ed Export, di prepotenza e a tutti gli effetti sia nel mercato CEE che extra CEE, tanto che in pochi anni riesce ad assumere dimensioni sempre più consistenti che dalla realtà  microcosmica della comunità calabrese, l’ hanno portata a travalicare i limiti regionali e nazionali, sino a diventare oggi, sia per l’estensione degli scambi commerciali conclusi che, quindi, per fatturato, un motore portante dello sviluppo dell’imprenditoria calabrese….”.

Il campionario degli oggetti trattati è vastissimo e va dal piccolo casalingo al mobile d’arredamento, passando attraverso l’oggettistica da regalo, il piccolo elettrodomestico, gli articoli natalizi e così via.

Con l’apertura agli scambi internazionali del Porto di Gioia Tauro l’attività di Importazione e di Esportazione ha avuto picchi notevoli; Gicos importa regolarmente dai più importanti paesi extraeuropei quali Cina, Sri-Lanka, Thailandia, Vietnam, India ed esporta quotidianamente in quasi la totalità dei paesi appartenenti alla Comunità Europea, oltre che in alcuni paesi dell’Africa, dell’Est non europeo o in  Stati vicini quali la Turchia; ma, soprattutto, intrattiene una fitta rete di rapporti commerciali con tutto il Mercato Nazionale, garantendo le forniture di merce sull’intero territorio.

Dev’essere stata proprio questa “espansione” dell’attività della Gicos a mettere in allarme la procura della Repubblica di Palmi, che evidentemente teneva d’occhio da tempo Giuseppe Cosentino e i suoi più stretti collaboratori.

COSENTINO E IL CALCIO

Il calcio ha da sempre rappresentato per Cosentino una grande passione ma anche un settore importante di investimenti. E così la Gicos è sponsor della Reggina Calcio ai tempi belli della Serie A, nell’era Mazzarri e c’è chi dice che Cosentino abbia prodotto un serio tentativo di rilevare le quote di Lillo Foti, che però non è andato a segno con la retrocessione ancora fresca: era l’estate del 2009.

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Fallito il tentativo di diventare il patron della Reggina, Cosentino decise di compiere il grande passo acquistando nel 2011 il Catanzaro. Ma i risultati non arrivarono e molto presto il rapporto con la piazza si incancrenì.

Ecco cosa dichiarava qualche tempo fa.

“Catanzaro è una piazza molto esigente – ci dice il patron calabrese – e non è facile fare calcio soprattutto in una Lega Pro che è a perdere dal punto di vista economico. Quest’anno, poi, ho fatto una pazzia che non so se rifarei”.

560maglie– Ci spieghi meglio.

“Ho portato Kamara e alla fine ho fatto solo 1700 abbonati. Ma non è solo questo, sono un po’ sfiduciato perchè a Catanzaro ci sono tanti problemi irrisolti che ci vorrebbe una giornata per elencarli”.

– Ce ne dica almeno due, i più importanti.

“Sono alla guida del Catanzaro da quasi sei anni e finora a mettere i soldi sono stato solo io. Tanti imprenditori che mi avevano assicurato un supporto, invece, mi hanno voltato le spalle. Diciamo che c’è troppa invidia, gelosia. Nel mondo del calcio ci sono tanti avvoltoi, nessuno ti dà una mano. E poi c’è la vicenda stadio che non è stata mai risolta”.

– Lo sa che dice le stesse cose denunciate da Pietro Lo Monaco?

“Lo immagino, diciamo che oggi è difficile ovunque fare calcio finchè sei in questa Lega Pro. I costi sono alti, i ricavi bassi…”.

I soliti discorsi da presidente, che ovviamente sono smontati pezzo per pezzo dalla tifoseria, che ormai da tempo lo invitava ad andarsene e a levare il disturbo. Destinazione? Svizzera, naturalmente.