Muro di Portapiana: il commissario manda gli atti in procura. Le colpe di Pecoraro

Ci siamo quasi. Se la Manzini fa fino in fondo il suo dovere per i corrotti del quarto piano del Comune di Cosenza che agivano in nome e per conto di Occhiuto non c’è più scampo.

Dopo la sfiducia di Occhiuto, a pochi mesi dalla scadenza del suo primo mandato, la Guardia di Finanza, su ordine della procura di Cosenza ha chiesto all’allora commissario Carbone di fornirgli dettagli e documenti su tutta l’attività condotta dai dirigenti Cucunato, Pecoraro e Potestio. E il commissario si è dato da fare inviando una mole infinita di carte alla procura che attestano l’operato truffaldino dei suddetti dirigenti.

Tra queste, una determina di cui noi c’eravamo già occupati: il famigerato muro di Portapiana. Una lavoro di oltre 400.000 euro affidato, durante la reggenza Perugini, dal solito ingegnere Pecoraro alla ditta Costa Costruzioni S.r.l., con la scusa della solita urgenza.

Una determina “travagliata” che né il sindaco Perugini, né il sindaco Mario Occhiuto hanno inteso “pagare”. Il tentativo dell’ingegnere Pecoraro era quello di infilare questa fattura nei debiti fuori bilancio, una operazione che non è riuscito a fare, attirandosi le ire della ditta che da anni chiede il pagamento di questo lavoro. Che, ricordiamolo, era relativo alla messa in sicurezza del muro che cinge il conservatorio.

L’ingegnere Pecoraro, all’epoca dei fatti era al servizio del cardinale Franco Ambrogio (2010), e in barba alle regole e alla legge, aveva motivato questo “affidamento diretto” sopra la soglia prevista dalla Legge (40.000 euro massimo) come urgente per via del pericolo di una “frana” imminente che avrebbe potuto compromettere lo stesso palazzo del conservatorio.

Le solite chiacchiere dell’ingegnere Pecoraro che per giustificare un affidamento contro tutte le regole e contro legge, si inventava urgenze per ogni cosa. Infatti questo lavoro, come potete vedere anche voi dalla foto, altro non è che la solita alliccata di cemento a questo muro (rivestito a pietra) non più lungo di una decina di metri e alto qualche metro nel punto massimo, fino a chiudere in altezza  a pochi centimetri.

Per questo “rivestimento” spacciato per consolidamento, la ditta amica di Pecoraro pensava di sgobbarci 400.000 euro. Ma non é andata cosi, perché la commissione controllo e garanzia prima, e il collegio dei revisori del conti poi, avevano sonoramente bocciato questa determina ritenendola illegale sia nella procedura di affidamento, sia nell’esecuzione reale dei lavori.

Insomma, in questo caso Pecoraro l’aveva fatta troppo sporca: per pochi metri di muro 400.000 euro sono sembrato troppi anche ad Occhiuto. E così la “liquidazione della “fattura” non passa. E Pecoraro inizia ad avere problemi. Quello che sembrava essere un ottimo sguabbu per la ditta in questione, è finito col diventare per la ditta stessa, nu bellu vrusciu. E, guarda caso, qualcuno appiccia la macchina a Pecoraro.

A leggere le motivazioni del rigetto da parte del collegio dei revisori dei conti, l’intrallazzo, come diciamo da tempo, è chiaro ed evidente:

colleggio-revisori

Ma ovviamente nessuno ha pensato di denunciare il tutto alla procura. Anche perché in quel periodo, come si sa, a guidare i pm cosentini c’era l’amico degli amici per eccellenza: Dario Granieri. Dunque, ogni denuncia sarebbe stata inutile.

Oggi, tutta questa documentazione è finita sulla scrivania della dottoressa Manzini, a seguito della trasmissione degli atti da parte del commissario, e come scriviamo da mesi, i reati sono messi dagli stessi intrallazzini nero su bianco. Perché pensavano che nessuno avrebbe mai messo il naso nelle loro carte. Sapevano benissimo di essere impuniti, garantiti com’erano dal dottor Granieri, e perciò non badavano neanche alla forma. Fino al punto di affidare un lavoro direttamente, per oltre 400.000 euro, nonostante la legge dica chiaro che non si può fare, falsamente urgente agli amici degli amici.

Per tutti questi brogli e per molti altri ancora, i tre, Cucunato, Potestio, Pecoraro, sono stati già avvisati dalla procura. E dalla documentazione che il commissario ha inviato alla procura non è da escludere che nei prossimi giorni ci possano essere clamorosi sviluppi.commissario

GdD