Crotone. Chi è Nicodemo Parrilla, “creatura” del potentissimo Enzo Sculco

“Sono in una squadra che ha sempre lavorato per il bene del territorio, siamo abituati a lavorare in salita”. Appena un anno prima del suo arresto, per ironia della sorte il 9 gennaio 2017, così si esprimeva Nicodemo Parrilla, all’epoca sindaco di Cirò Marina, a poche ore dalla sua elezione a presidente della Provincia di Crotone. Parrilla era stao poi arrestato dalla Dda di Catanzaro il 9 gennaio 2018 nell’ambito dell’operazione “Stige” contro la cosca Farao-Marincola. Poi è stato condannato in primo grado dal collegio penale del Tribunale di Crotone presieduto da Massimo Forciniti alla pena di 13 anni di reclusione. E l’altro ieri è finito ancora nella rete della Dda per il blitz “Glicine”.

A Crotone lo sanno tutti chi sono o almeno chi erano i grandi sponsor di Nicodemo Parrilla: Enzo e Flora Sculco, il primo ex consigliere regionale, la figlia in carica fino al 2021 quando poi ha saltato il fosso passando a destra non risultando eletta, e anche l’ormai ex sindaco di Crotone Ugo Pugliese, “pupazzo” degli Sculco nella città di Pitagora fino a quando non ha rotto le catene e si è chiamato fuori, dimettendosi in maniera clamorosa, dopo essere stato indagato anche lui e successivamente rinviato a giudizio per una vicenda amministrativa legata alla piscina comunale di Crotone che gli è piombata sul collo per colpe chiaramente non sue.

Enzo Sculco, che viene dal sindacato ed è stato segretario regionale della Cisl, ha preso oltre 7mila voti quando è stato eletto consigliere regionale con la Margherita nel 2010 ma poi, l’anno dopo, è incappato nella scure della giustizia, è stato arrestato e poi condannato in via definitiva per truffa, turbata libertà degli incanti, corruzione e concussione nell’ambito dell’inchiesta sulla Provincia di Crotone di cui era vicepresidente.

Flora ed Enzo Sculco

Per la potente famiglia politica crotonese, il declino sembrava ormai inevitabile fino a qualche anno fa (quando il capostipite era addirittura ai domiciliari e la delfina Flora, sua figlia, era ancora un pesciolino rosso). E invece nel 2014 Sculco è riuscito a far eleggere la figlia Flora alla Regione con la lista “Calabria in Rete-Campo Democratico”, in pratica il movimento ideato dal padre a furia di trasversalismi con la peggio politica calabrese. Un movimento non collocabile da nessuna parte, se non in quella “pagnotta” comune a tanti squali della politica della nostra terra. Sculco ha appoggiato Oliverio e la figlia è entrata in Consiglio risultando la donna più votata con 9138 preferenze. Da allora è stato un susseguirsi di trionfi, visto che Sculco ha conquistato anche il Comune di Crotone con Pugliese e la Provincia con Parrilla. Flora Sculco è stata rieletta in Regione anche a gennaio dello scorso anno ed è quasi certo che si ricandiderà ancora nelle file del centrodestra. Al Comune di Crotone, invece, dopo la rottura con Pugliese e le sue conseguenti dimissioni, gli Sculco non sono riusciti ad eleggere il loro candidato, un certo Arcuri, e si è imposto il “civico” Vincenzo Voce.

Di seguito riportiamo alcuni passaggi di un articolo che risale al periodo in cui Parrilla era presidente della Provincia di Crotone. 

“… Oggi, dunque, con lo spicciafaccende piazzato al Comune, la figlia in Regione che ha ottimi rapporti con i cosiddetti “orlandiani” del Pd e segnatamente Carlo Guccione, e Nicodemo Parrilla presidente della Provincia, gli Sculco sono ritornati più agguerriti e forti di prima. Controllano Comune e Provincia di Crotone e contano su un plotone di amministratori all’interno del territorio crotonese dove, peraltro, ha sede la fetta maggiore del loro bacino elettorale. Così, grazie ai sindaci e ai consiglieri dei comuni provinciali, Enzo ha piazzato un altro suo galoppino, Parrilla appunto, che, giustamente, non ha perso tempo per ringraziarlo sui media definendo l’ex leader della Margherita – oggi interdetto per sempre dai pubblici uffici – come la sua guida.In realtà si tratta di un vero e proprio telecomando che dirige tutto fuori dalle Istituzioni, alla luce del sole e senza che stampa, sindacati e gran parte delle altre forze politiche dicano alcunché.

Ma non solo. Parrilla, alias Enzo Sculco, ha vinto soprattutto grazie ai voti dei franco tiratori come Mario Galea, un dilettante della politica che si atteggia a portento. Già ai tempi del ballottaggio, insieme allo zio Rocco Gaetani (un uomo che rappresenta al meglio la mediocrità della classe dirigente crotonese), Galea diede il primo grande segnale spostando il suo pacchetto voti su Ugo Pugliese, indebolendo così Rosanna Barbieri, candidata a sindaco del suo partito…” (stralci tratti da “Il Pitagorico”)