Omicidio Bergamini, 22^ udienza. Le scarpe di Denis e i reperti del Ris: “Vederli materializza l’impossibilità della versione dell’imputata”

Le scarpe, l'orologio e la catenina che Denis Bergamini indossava la sera in cui mori' dopo essere stato investito da un camion. Il calciatore del Cosenza deceduto il 18 novembre 1989 era gia' morto quando fu travolto: e' questo il risultato a cui sono giunti i carabinieri del Ris di Messina che hanno depositato la loro perizia alla procura della Repubblica di Castrovillari. ANSA FRANCESCO ARENA

Questa mattina in Corte d’Assise a Cosenza è stata celebrata la 22^ udienza del processo per l’omicidio volontario e pluriaggravato di Denis Bergamini, iniziato il 25 ottobre dello scorso anno e che vede alla sbarra Isabella Internò, 52 anni, di Rende, ex fidanzata del calciatore.

Oggi la procura di Castrovillari ha chiesto l’acquisizione agli atti del processo dei reperti esaminati dal Ris dei carabinieri di Messina nel 2011. Nel dettaglio: un paio di scarpe di colore marrone, da uomo, di diversa taglia, marca Tod’s; un orologio di marca Seiko con custodia; una catenina in oro con custodia (tutte appartenenti a Denis Bergamini); un foglio di carta con scritta sedile posteriore al centro; un frammento di sedile posteriore; due siringhe con frammenti di moquette riposti in due Falcon; un tappetino di autovettura; una maniglia di autovettura e relativo tampone; un portafogli con una monera da 1 dollaro e un bottone; una Falcon contenente una carta di un chewing-gum; una Falcon contenente una carta argentata di un chewing-gum; una Falcon con polvere di osso; una Falcon con frammento di femore; tre tamponi salivari relativi ai parenti della vittima: Fta card con materiale salivare dell’indagata. 

Le scarpe sono proprio quelle che Denis Bergamini calzava la maledetta sera dell’omicidio, quelle che il direttore sportivo Roberto Ranzani aveva poi recapitato alla famiglia di Denis dopo averle ricevute da uno dei magazzinieri del Cosenza Calcio, Alfredo Rende.

“E’ chiaro che sono le scarpe di Denis – ha fatto rilevare Fabio Anselmo, legale della famiglia Bergamini -. Sono due scarpe di due misure leggermente diverse e come ha fatto notare giustamente il giudice a latere (Marco Bilotta, ndr) sono consumate proprio “da calciatore”, con le suole consumate di lato come succede ai calciatori e non testimoniano certo un consumo da “trascinamento” di 60 metri… Entrambe sono intonse, in una delle due ci sono segnalate le quattro macchie – presumibilmente di sangue – evidenziate con degli adesivi dei Ris, sulle quali non è stato possibile fare l’accertamento per la esigua quantità presente. Anche la catenina è intonsa. E’ chiaro che fa un certo effetto vedere questi reperti perché materializza l’impossibilità e l’incongruenza della versione dell’imputata“.

A proposito delle scarpe di Denis, è stata molto importante la testimonianza di Natalina Rende, sorella del magazziniere Alfredo, deceduto nel 1990, laddove dice chiaramente che il fratello aveva preso le scarpe di Denis Bergamini all’obitorio dell’ospedale di Trebisacce e che c’erano rimaste solo quelle e solo chi ci è andato veramente poteva saperlo perché gli altri effetti personali erano stati già consegnati alla famiglia. 

Ha testimoniato anche l’ex calciatore Giorgio Venturin, compagno di squadra di Bergamini nella stagione 1988-89. Contrariamente a quanto affermava la difesa, Venturin ha ribadito la natura accidentale dell’infortunio occorso a Bergamini nel dicembre del 1988 e che non aveva nessun motivo di astio nei confronti di Denis, tutt’altro. Prossima udienza il 26 settembre e tra i testimoni ci sarà anche Padre Fedele Bisceglia. Per l’udienza del 10 ottobre invece è annunciata l’importante testimonianza dei carabinieri del Ris di Messina che hanno svolto gli esami sul corpo di Denis Bergamini. Il primo di una lunga serie di autentici spauracchi per l’imputata e per la sua sempre più scadente difesa.