Omicidio Bergamini, 59^ udienza. Il morto parla sempre e la “superesperta” confessa di essere ignorante

Il processo per l’omicidio volontario pluriaggravato di Denis Bergamini ha celebrato ieri l’ultima udienza della fase dibattimentale con l’escussione della testimone Liliana Innamorato, medico legale di Serie… D, ex allieva del professore Introna e ultima tragicomica “carta” della difesa di Isabella Internò.

OMICIDIO BERGAMINI. IL CORPO DI DENIS SCONFESSA LA TESTE (https://www.iacchite.blog/omicidio-bergamini-59-udienza-il-corpo-di-denis-parla-ancora-e-sconfessa-anche-lultima-teste-della-difesa/)

La requisitoria del pm Luca Primicerio, con annessa richiesta di condanna per la mantide di Surdo, ormai è sempre più vicina. L’avvocato della famiglia Bergamini, Fabio Anselmo, ha commentato così l’udienza di ieri.

“E’ stata un’udienza disarmante – ha esordito il legale -. La superesperta che metteva in dubbio la glicoforina ha confessato candidamente alle domande del presidente di non avere le conoscenze tecniche sufficienti per potersi esprimere in materia. Altro dato disarmante – ha aggiunto Anselmo – è che tutte le osservazioni che ha fatto oggi, non le ha mai fatte prima di questo processo… Ha partecipato a tutte le operazioni peritali ma non ha mai fatto osservazioni diverse, non ha mai contestato nulla, anzi nelle telefonate intercorse con Conte (il marito poliziotto dell’imputata Isabella Internò, ndr) ha dimostrato tutta la sua preoccupazione su come andavano le operazioni peritali dicendo più volte che il morto parlava… che il corpo parlava… Quindi credo che sia una prova assolutamente di chiusura sulla responsabilità per omicidio da parte di Isabella Internò in concorso con persone che purtroppo rimarranno impunite.

Sul confronto con i medici Roberto Testi e Margherita Neri non avevamo dubbi. Siamo davanti a un’asfissia meccanica, quello è un dato certo. Ma la versione falsa di Internò, l’ammissione di Internò che era presente e in più la certezza scientifica dell’asfissia meccanica violenta… Uno più uno più uno fa tre – conclude Anselmo – e vuol dire omicidio”.