Il processo per l‘omicidio volontario pluriaggravato di Denis Bergamini si avvia alla conclusione. Da qualche settimana i legali dell’imputata, Isabella Internò, stanno facendo “melina” per l’ascolto dei 10 (dieci) testimoni indicati in lista allo scopo di perdere tempo e di “mascherare” defezioni in un certo senso anche clamorose. E hanno affidato al solito giornalista di famiglia al servizio degli assassini il compito di dare “fastidio” in combutta con l’editore della nota televisione borderline calabrese legata mani e piedi alla ‘ndrangheta per come risulta, peraltro, anche dalle ordinanze di diverse inchieste della Dda di Catanzaro.
L’ultima “perla” risale proprio alla giornata di ieri e riguarda una tragicomica lettera anonima risalente ai giorni successivi all’omicidio di Denis Bergamini nella quale un sedicente “guardone” affermava di aver visto Denis e Isabella Internò nei momenti immediatamente precedenti i fatti e che tutto sarebbe stato un “incidente” scrivendo una serie impressionante di falsità e di incongruenze.
Questa lettera era indirizzata al giornalista della Rai calabrese Santi Trimboli, che stava seguendo attivamente il caso. Trimboli – che è stato contattato nella giornata di ieri da alcuni cronisti – ha riferito di averla letta, di averla considerata assolutamente inattendibile e di averla consegnata al pm che aveva in mano le indagini, Ottavio Abbate. Questa lettera era così assurda che neanche i legali della difesa di Internò l’hanno mai tirata fuori nel corso del processo salvo rispolverarla adesso affinché il giornalista di famiglia potesse divulgarla suscitando l’ira e la rabbia di migliaia di cosentini.
Trimboli ricevette questa lettera il 29 novembre 1989, vale a dire appena 11 giorni dopo l’assassinio di Bergamini e non ebbe dubbi, allora come adesso, che si trattasse di un dozzinale depistaggio, considerato che il 29 novembre 1989 erano già iniziati a serpeggiare dubbi su quanto raccontato da Isabella Internò e da Raffaele Pisano da parte di chi aveva visto il cadavere di Denis e aveva già capito che le versioni ufficiali erano solo menzogne.
Ed il primo giornalista a parlare e scrivere di tutte queste incongruenze e contraddizioni fu proprio Trimboli. Che lesse il delirio contenuto nella lettera e non ne fece, peraltro, mai cenno nei suoi servizi giornalistici.
Di seguito, una selezione degli insulti e delle proteste dei cosentini pubblicati peraltro sugli stessi canali dei media dell’editore-nano…