Omicidio Bergamini: la maschera di gomma, Isabella l’intoccabile e il giudice Abbate

A Cosenza da un paio di giorni si parla di nuovo del caso Bergamini.

Alcune indiscrezioni di stampa e una trasmissione televisiva hanno riportato alla luce il caso, in attesa che il procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla prenda una decisione sulla richiesta di riapertura delle indagini presentata dal legale della famiglia Bergamini, Fabio Anselmo. Sotto sotto, chi ha ripreso il caso spera ardentemente che nessuno “disturbi” Isabella Internò e tutti i suoi protettori dello stato deviato che ci ritroviamo e che su tutta la vicenda cali il sipario ma a Cosenza tutti sappiamo chi ha ucciso Denis e perché.

L’archiviazione era stata già scritta a febbraio dello scorso anno con la montagna di fandonie costruita ad arte dal pavido ex procuratore di Castrovillari Franco Giacomantonio, tutto proteso a proteggere i “pezzi da novanta” che temono di essere smascherati dopo aver ucciso il nostro Campione.

Giacomantonio, la maschera di gomma
Giacomantonio, la maschera di gomma

Per Giacomantonio non sono bastate tre perizie di medici legali di assoluto valore (Avato, Testi e Bolino) nè tantomeno l’evidenza e la logica: per lui Bergamini si è suicidato e non ci sono prove che reggano. Eppure era stato proprio lui a riaprire il caso nel 2011 sottolineando tutti i madornali errori delle indagini dell’epoca. Così com’era stato ancora lui, nell’aprile del 2012, a dichiarare testualmente che “Bergamini non è morto tuffandosi sotto un camion”. Ed era stato sempre lui, nel 2013 (a meno che non abbia un sosia oppure, ipotesi più probabile, uno sdoppiamento della personalità) a indagare per concorso in omicidio volontario Isabella Internò ovvero colei che continua a sostenere, senza vergognarsi, che Denis si è suicidato.

Quel 23 febbraio, in maniera del tutto irrituale rispetto alle pratiche consuete della giustizia italiana, Giacomantonio (cioè un procuratore della Repubblica) era addirittura presente nell’aula del tribunale in una udienza nella quale si discuteva una richiesta di archiviazione, per dare manforte alle sue “ragazza” (il gip e il pm). Temeva la vis oratoria dei legali della famiglia Bergamini, Fabio Anselmo ed Eugenio Gallerani.

Il procuratore, pur non agitando la clava del suicidio, sembra quasi giustificarsi quando afferma che “è impossibile trovare elementi che individuino un colpevole”. Ma, vivaddio, nessuno gli ha chiesto di trovare un capro espiatorio. Il pavido Giacomantonio avrebbe dovuto avere solo l’umiltà di fare il suo dovere e dire con chiarezza che siamo davanti a un omicidio ma che non è possibile trovare il colpevole.

isabellaLa circostanza crea qualche problema a Isabella Internò? Ecchissenefrega! E’ evidente che è così. Chi è questa Isabella Internò per non subire un sacrosanto processo nel quale è chiaro come il sole che dev’essere accusata di concorso in omicidio volontario? Perché è evidente che protegge gli assassini di Denis ed è altrettanto evidente che il movente è da ricercarsi nella fine della relazione tra il calciatore e la signora Internò.

E oltre a lei crea problemi anche a qualcun altro, che evidentemente sta molto in alto e fa parte dell’apparato dello stato (deviato). Perché non si vede davvero come non possa sfuggire alle sue responsabilità il magistrato che non ha indagato e ha nascosto le prove.

Si chiama Ottavio Abbate.

abbateDietro la sua maschera di gomma, Giacomantonio si è arrogato il diritto di sostituirsi al giudice terzo, che invece dovrebbe essere libero di decidere.

Richiedendo l’archiviazione, il procuratore non ha svolto più il suo dovere di pubblica accusa ma si è sostituito, di fatto, a chi deve prendere una decisione. E questo è veramente inaccettabile.

Chi ha paura della verità oltre al pavido Giacomantonio?

Senza ombra di dubbio Isabella Internò e i suoi protettori all’interno dei pezzi deviati dello stato. Se per tutti questi anni nessuno è mai riuscito ad arrivare alla verità, c’è qualcuno dietro le quinte che manovra affinchè il mistero rimanga tale. Ed è altrettanto evidente che si coprono le gravissime responsabilità della procura di Castrovillari e segnatamente del magistrato che condusse le indagini ovvero Ottavio Abbate. Ma è davvero paradossale come non si voglia arrivare quantomeno ad un processo.

E’ possibile che le coperture e le protezioni di Isabella Internò siano così alte e insormontabili?