Omicidio Cucchi, i carabinieri e lo “spirito di corpo” per depistare le indagini

Continuano i tentativi di depistaggio intorno all’omicidio del giovane romano Stefano Cucchi. “Mi raccomando, devi avere spirito di corpo, se c’è qualche collega in difficoltà lo dobbiamo aiutare”. Questo avrebbe detto, secondo quanto riferito da un carabiniere intercettato al telefono mentre parla con un collega, il comandante del Gruppo Napoli, Vincenzo Pascale.

La conversazione telefonica tra i due carabinieri è stata intercettata il 6 novembre scorso e la trascrizione è contenuta in una nota della squadra mobile di Roma del 17 gennaio ed è stata depositata agli atti del processo. Nell’intercettazione presente nella nota della Squadra mobile di Roma si fa riferimento a due telefonate tra il vicebrigadiere dei carabinieri Mario Iorio e il maresciallo Ciro Grimaldi, entrambi in servizio presso la stazione Vomero-Arenella di Napoli. Grimaldi, all’epoca dei fatti in servizio presso la stazione Casilina, è stato sentito come testimone lo scorso 6 dicembre 2018 nel corso del processo bis per la morte di Stefano Cucchi.

Nell’intercettazione Iorio riferisce al collega quanto dettogli dal colonnello Pascale: “Mi raccomando, dite al Maresciallo che ha fatto servizio alla Stazione – afferma nella intercettazione Iorio riportando al maresciallo Grimaldi le parole del colonnello – lì dove è successo il fatto di Cucchi… di stare calmo e tranquillo… mi stanno rompendo, loro e Cucchi”.