Operazione Stige: i numeri del flop e le bugie di Gratteri

Uno degli attrezzi del mestiere di un magistrato è senza dubbio la Verità. Un attrezzo che Gratteri non ha. Già, perché anche lui dice le bugie. E mente sapendo di mentire. Come nel caso dell’operazione “Stige” da lui condotta. In una sua replica stizzosa a chi gli chiedeva verità e coerenza dice: “Nella mia categoria bisogna fare pulizia. Così come va fatta pulizia negli organi di stampa. Ci sono cronisti con una pagina e mezzo di reati giudicati che continuano a esercitare la professione, così come quelli che scrivono per screditarmi. Ho disposto 169 arresti, il Riesame ne libera 5 e alcuni giornali dicono che l’operazione sia stata un ‘flop’”.

Quindi nella replica di qualche giorno fa Gratteri affermava che sono solo 5 gli indagati scarcerati. Una bugia detta con consapevolezza per mitigare i suoi insuccessi e scaricare come sempre la colpa su chi scrive e chiede verità. All’oggi gli scarcerati dal Tdl e dalla Cassazione sono 31, e altri 9 sono in discussione. E potrebbero arrivare a 40 gli scarcerati. Come tutti potete leggere (di seguito l’elenco degli scarcerati), non sono 5 come afferma Gratteri ma molti di più. Allora ci chiediamo: perché Gratteri dice le bugie?

Ripercorriamo le fasi e i dati di questa operazione che è stata un vero e proprio flop.

Operazione Stige, dal fiume degli inferi della mitologia greca: ancora una volta la Calabria è associata all’inferno.

169 arresti eseguiti all’alba del 9 gennaio 2018. 1000 Carabinieri coinvolti.

L’obiettivo dell’operazione è liberare l’economia di Cirò e della costa ionica a nord di Crotone, completamente in mano al clan Farao-Marincola, operante nel territorio, come dicono i magistrati della Dda di Catanzaro. Decine gli imprenditori arrestati e portati in carcere. Sequestri di beni e di decine di aziende per 50 milioni di euro

Gratteri e l’aggiunto Vincenzo Luberto sono i protagonisti dell’indagine.

In conferenza stampa e nelle interviste alle tv immediatamente successive Gratteri (pavoneggiandosi come sempre) dice: “Le cosche controllavano, il respiro il battito cardiaco di tutte le attività commerciali al punto che sono loro stessi che gestiscono al dettaglio o all’ingrosso qualsiasi attività commerciale. Questa, per numero di arresti, è la più grande operazione degli ultimi 23 anni”.

E aggiunge: “Prima che io mi insediassi sono andato a trovare il Generale Del Sette che oggi ci onora della sua presenza. Ed una delle poche volte in cui il comandante generale dell’Arma partecipa ad una conferenza. Quando andai da lui gli parlai di un’idea, un sogno che è quello di liberare la Calabria. E lui da subito ha mandato giù i suoi migliori uomini”.

E nel pieno del deliro di onnipotenza afferma: “Questa è una indagine da portare nelle scuole di magistratura per spiegare come si fa una indagine per 416bis”.

Ripete i concetti a LA7 intervistato da Gianni Minoli.

Gli chiede Minoli: “è solo l’inizio della guerra?”. Risponde Gratteri: “sì”.

Gli chiede ancora Minoli: “quanti di questi arresti supereranno il vaglio del Tribunale del Riesame?Risponde Gratteri: “Un’altissima percentuale, c’è la fila di magistrati per venire a lavorare a Catanzaro perché si trasmettono emozioni”.

Questo solo per dire che quello che più interessa Gratteri è andare in Tv a vantarsi, anche dicendo clamorose bugie.

Dopo neanche sette mesi il dato che emerge dall’operazione “Stige” è questo: l’impianto dell’indagine è sostanzialmente crollato.

Gli arresti di quasi tutti gli imprenditori coinvolti sono stati annullati dal Tribunale del Riesame, e dalla Cassazione.

Il Tribunale del Riesame è stato, sin da subito, investito da centinaia di ricorsi contro gli arresti e contro i sequestri, ed ha fatto quel che poteva sostenendo udienze che iniziavano alle 9:30 e finivano a mezzanotte. I giudici sono intervenuti sui casi più macroscopici liberando decine e decine di indagati e sostituendo in alcuni casi il carcere con gli arresti domiciliari o escludendo qualche aggravante.

Ora la VI Sezione della Cassazione sta accogliendo quasi tutti i ricorsi degli imprenditori coinvolti e respingendo o dichiarando inammissibili i ricorsi di Gratteri contro le scarcerazioni del Tribunale del Riesame.

Non solo: il Tribunale del Riesame in funzione di giudice dell’appello nel frattempo, accogliendo istanze di revoca dei difensori basati su fatti nuovi, ha rivisto la sua posizione per altri imprenditori. Ed oltre a quelli di seguito elencati, alte 9 scarcerazioni sono attese nei prossimi giorni. Dunque siamo a 40, e non a 5 come sostiene Gratteri. Questi i fatti poi ognuno può credere a quello che vuole.

L’elenco degli scarcerati:

Nicola Flotta: titolare del noto “castello Flotta” di Mandatoriccio, importante locale per matrimoni. Accusato di Concorso esterno in associazione mafiosa”. Annullamento e completa liberazione.

Angelo Donnici: ex sindaco di Mandatoriccio. Accusato di “Turbativa d’asta aggravata dal metodo mafioso”. Annullamento e completa liberazione.

Filippo Mazza: ex assessore comunale Mandatoriccio. Accusato di Turbativa d’asta aggravata dal metodo mafioso”. Annullamento e completa liberazione.

Giancarlo Fuscaldo; consigliere comunale Cirò Marina. Accusato di “Concorso esterno in associazione mafiosa”. Annullamento e completa liberazione.

Antonio Manica: Imprenditore. Annullamento e completa liberazione.

Alessandro Albano: Imprenditore settore rifiuti. Accusato di “Concorso esterno in associazione mafiosa”. Annullamento e completa liberazione.

Domenico Alessio: Imprenditore edile. Accusato di “Concorso esterno in associazione mafiosa”. Annullamento e completa liberazione.

Valentino Zito: Imprenditore. Accusato di “Concorso esterno in associazione mafiosa”.      Annullamento con completa liberazione.

Luigi Tasso: Imprenditore. Accusato di “Partecipazione all’associazione mafiosa e turbativa d’asta aggravata dal metodo mafioso”. Annullamento con rinvio e completa liberazione.

Amodio Caputo: Imprenditore nel settore prodotti alimentari (farina, impasti per la pizza). Accusato di “Intestazione fittizia di beni aggravata dalla finalità di agevolare un’associazione mafiosa”. Annullamento con completa liberazione.

Gilda Cardamone: Imprenditore. Accusato di “Intestazione fittizia di beni aggravata dalla finalità di agevolare un’associazione mafiosa”. Annullamento con completa liberazione.

Angela Rizzo: Imprenditore. Accusata di “Intestazione fittizia di beni aggravata dalla finalità di agevolare un’associazione mafiosa”. Annullamento con completa liberazione.

Domenico Cerrelli: Imprenditore settore prodotti petroliferi. Accusata di “Intestazione fittizia di beni aggravata dalla finalità di agevolare un’associazione mafiosa”. Annullamento con rinvio.

Maria Mastroianni: Imprenditrice. Accusata di “Intestazione fittizia di beni aggravata dalla finalità di agevolare un’associazione mafiosa”. Annullamento con rinvio.

Roberto Siciliani: Imprenditore ed ex sindaco Cirò Marina. Accusato di “Partecipazione all’associazione mafiosa e peculato aggravato dal metodo mafioso”. Annullamento con rinvio.

Giuseppe Berardi: ex assessore Cirò Marina. Accusato di “Partecipazione all’associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni aggravata dal metodo mafioso”. Annullamento con completa liberazione.

Aniello Esposito: Imprenditore. Accusato di “Concorso esterno in associazione mafiosa e peculato aggravato dal metodo mafioso”. Annullamento con completa liberazione.

Bruno Tucci: Imprenditore. Accusato di “Turbativa d’asta aggravata dal metodo mafioso”. Annullamento con completa liberazione.

Giuseppina Aloe: moglie del presunto boss Giuseppe Spagnolo. Accusata di “Intestazione fittizia di beni aggravata dalla finalità di agevolare un’associazione mafiosa”. Annullamento con completa scarcerazione.

Angelo Cofone: Imprenditore. Accusato di “Turbativa d’asta aggravata dal metodo mafioso”.    Annullamento con rinvio.

Antonio De Luca: Imprenditore. Accusato di  “Partecipazione all’associazione mafiosa e associazione semplice finalizzata emissione e utilizzo fatture per operazioni inesistenti aggravata dal metodo mafioso”. Annullamento con rinvio.

Giuseppe Tridico: Geometra – libero professionista. Accusato di “Concorso esterno in associazione mafiosa”. Annullamento senza rinvio e completa liberazione.

Rosario Placido: Imprenditore. Accusato di “Associazione semplice finalizzata emissione e utilizzo fatture per operazioni inesistenti aggravata dal metodo mafioso”. Annullamento con rinvio.

Giuseppe Farao: Figlio del presunto boss Silvio. Accusato di “Partecipazione all’associazione mafiosa”. Annullamento con rinvio.

Franco Gigliotti: imprenditore. Accusato di “Partecipazione all’associazione mafiosa in concorso esterno”. Annullamento e completa liberazione.

Pasquale Malena: Imprenditore. Accusato di “associazione mafiosa, illecita concorrenza con violenza o minaccia e intestazione fittizia aggravata dalla finalità di agevolare i clan”. Annullamento con completa scarcerazione.