Paola, il clamoroso caso di un balneare che deve demolire la sua azienda

di Alex Giuzio

Un imprenditore balneare calabrese rischia di perdere la sua azienda per essersi opposto agli scarichi fognari in mare. La vicenda ha dell’assurdo e ci è stata riferita dal diretto interessato, Roberto Pennestrì, titolare dell’Holiday Beach a Paola (Cosenza) che ha avuto ben cinque procedimenti penali sulle spalle.

«Sono vittima di una grave disparità di trattamento e mi sono fatto molti nemici solo per avere segnalato i continui sversamenti dei depuratori nel mare di Paola», racconta Pennestrì a Mondo Balneare. «E ora, oltre al danno la beffa: il Comune minaccia infatti di togliermi la concessione e di farmi demolire l’azienda».

Per capire quanto la vicenda sia paradossale, vale la pena raccontarla dal principio. «Tutto è iniziato a dicembre 2013 – spiega Pennestrì – quando il Comune di Paola ha finalmente approvato il progetto per rendere la mia concessione demaniale da stagionale ad annuale, dopo che aveva inevaso tutte le richieste precedenti che avevo presentato negli anni passati. Dal 1996 infatti, quando ho aperto la mia attività balneare, ho sempre potuto tenere montate le mie strutture (tutte amovibili e di facile rimozione) per soli quattro mesi all’anno. Invece, dopo avere approvato l’apertura annuale, ho finalmente potuto pianificare 100.000 euro di investimenti».

Il problema è sorto proprio nel cambiamento della tipologia di concessione: «Rilasciandomi i permessi per il mantenimento annuale, il Comune non ha comunicato il cambiamento né alla Provincia né alla Soprintendenza di Cosenza, sostenendo che, in base all’articolo 23 delle “Norme tecniche di attuazione del Piano spiaggia del Comune di Paola”, non occorreva mandare il progetto ad altri enti dal momento che non erano previsti ampliamenti strutturali, ma solo un’estensione temporale».

Ora occorre fare un passo indietro: dal 2005, infatti, Roberto Pennestrì è stato protagonista di una serie di eclatanti proteste contro gli scarichi fognari in mare, diffondendo in particolare dei video molto espliciti che dimostravano come ogni giorno d’estate, alle 11 del mattino, la limpida acqua del mare calabrese assumeva il colore marrone e l’odore maleodorante tipico degli scarichi fognari che purtroppo in molte località balneari d’Italia vengono ancora sversati direttamente nelle stesse acque dove i turisti fanno il bagno (l’Italia è da anni sotto una procedura di infrazione europea proprio per questo motivo). Oltre a scatenare un acceso dibattito locale, la vicenda aveva attirato anche l’interesse di Striscia la notizia, con la trasmissione di diversi servizi firmati dall’inviato Moreno Morello in cui emergeva anche come lo scarico potesse persino essere abusivo. Ma nulla di tutto ciò è servito, nemmeno i partecipatissimi flash mob che periodicamente Pennestrì organizzava per sensibilizzare i cittadini sul problema.

È proprio durante una di queste manifestazioni che la protesta si è fatta eclatante: «La mattina del 3 agosto 2015 – racconta il balneare – durante una lezione di nuoto con mamme e bambini piccoli in mare, improvvisamente ci siamo ritrovati sommersi negli scarichi fognari. Ho subito avvisato la Guardia Costiera e tre giorni dopo tremila persone si tenevano per mano per un flash mob emozionante che ha attirato l’attenzione di tutta Italia, ma che non è stato affatto gradito dal sindaco di Paola, al quale è stato poi recapitato un avviso di garanzia in merito a questa vicenda».

È per questo che l’imprenditore ha avuto il sentore di un complotto ordito contro di lui, quando il Comune ha ordinato la demolizione immediata del suo lido. «Il motivo era la mancata comunicazione a Provincia e Soprintendenza del passaggio della mia concessione da stagionale ad annuale. Proprio quella comunicazione che il Comune stesso mi aveva detto non essere necessaria», sostiene Pennestrì che, carte alla mano, ha portato la vicenda in tribunale finché non gli è stata riconosciuta la piena ragione dal Tar (ma l’amministrazione comunale ha chiesto anche la pronuncia del Consiglio di Stato, che deve ancora arrivare).

«Il colmo di questa assurda storia – tuona l’imprenditore calabrese – è che tutti i miei venti colleghi di Paola hanno ottenuto lo stesso passaggio di concessione da stagionale ad annuale senza alcun problema, mentre io, a causa di un errore non dipendente dalla mia volontà, rischio di perdere la mia attività economica, unica ragione di vita». «Essendo finito nel mirino dell’amministrazione comunale per le mie battaglie contro gli scarichi in mare – conclude Pennestrì – ho il forte sospetto che tutta questa vicenda non sia stata casuale».

Questo balneare ha dovuto affrontare ogni tipo di contenzioso, essendo stato addirittura accusato di occupazione abusiva di demanio marittimo, ma ben cinque sentenze del Tar Calabria (che Pennestrì ci ha diligentemente inviato per documentarci sulla sua vicenda) gli hanno dato ragione. Eppure la vita dell’Holiday Beach dipende ancora da un’ultima sentenza, quella del Consiglio di Stato dove il Comune di Paola ha presentato ricorso. E l’estate si avvicina senza che un piccolo imprenditore possa continuare a svolgere il suo lavoro con la necessaria tranquillità, trovandosi nel limbo dell’attesa verso quell’ultima, necessaria pronuncia.

Fonte: MondoBalneare.com