Parco della Sila, tutte le avventure della “Svampita di Lorica” e dei suoi compari e “protettori”

Sonia Ferrari

Da quando Iacchite’ è entrato nel magico mondo dei media, per tutti i politici e faccendieri calabresi la pacchia dei giornalisti asserviti è finita. Chi più, chi meno è finito sulle nostre pagine per tutti gli intrallazzi commessi sulla pelle dei calabresi. Uno dei nostri bersagli preferiti, come qualcuno ricorderà, è Sonia Ferrari, alias la Svampita di Lorica, commissario del Parco Nazionale della Sila, incredibilmente candidata dal Pd nel collegio senatoriale di Cosenza e, per fortuna, regolarmente “trombata”, anche per l’effetto benefico del 4 marzo scorso nei confronti della malapolitica. Che ha provocato proprio in queste ore la sua cacciata dal Parco della Sila.

Il personaggio Sonia Ferrari è stato per anni (ne ha collezionati addirittura dieci tra la prima nomina e le successive proroghe!) un perfetto e inconsapevole paravento alle porcherie che da oltre 40 anni Michele Laudati (passato recentemente a miglior vita), direttore generale del Parco, alias il Satrapo del Cupone, ha perpetrato anche grazie alle coperture politiche e della massoneria di rito catanzarese.

Il rito catanzarese è quello osservato da burocrati, faccendieri e politicanti che ruotano attorno agli incarichi e alle funzioni pubbliche garantite dalla Regione. E il nostro era un fuoriclasse di quelle stanze e di quei metodi tant’è che quando venne nominato per la prima volta direttore del Parco era contemporaneamente direttore dell’Afor (anche se in procinto di essere cacciato da Pirillo, all’epoca super assessore all’agricoltura), si rinviò la sua nomina al Parco fino a quando non gli sarebbe scaduto il contratto all’Afor per non perdere nemmeno un centesimo di quel super stipendio che aveva.

Trovatemi un altro così, uno che per 40 anni e passa decide le sorti della Sila ed è stato abile con la destra come con la sinistra (nel senso che prendeva con tutte e due le mani) e garantiva fascisti, democristiani ed ex di ogni tipo. Un artista, uno che merita di essere ricordato anche adesso che non c’è più!

Ma torniamo alla Svampita di Lorica. A scoprirla in realtà è stato il vecchio Giacomo Mancini, che l’aveva persino inserita nella sua prima Giunta all’alba degli anni Novanta. La sua avventura nel Parco Nazionale della Sila invece avviene per un puro caso.
Correva l’anno 2008 e l’allora commissario del Parco (una consuetudine a quanto pare!) indice il bando per l’assunzione di 17 diverse figure previste dalla pianta organica.

Il concorso è stato pubblicato l’8 agosto 2008, e per l’espletamento dello stesso e’ stato utilizzato il CNIPEC (Centro nazionale istruzione professionale esami e concorsi) di Genova, molto conosciuto nella pubblica amministrazione e che saranno coinvolti anche nel concorso o per la provincia di Cosenza. Il CNIPEC è famoso nella Pubblica amministrazione perché è affidabile e perché svolge i concorsi con una prova a quiz a prova di bomba per i raccomandati.
Serve una commissione e ci pensa il Satrapo attingendo a persone di fiducia e docenti universitari e tra questi spunta il nome giusto: la Svampita di Lorica. La nostra eroina, nella veste di commissaria di esame, si rivela talmente affidabile e flessibile alle richieste che giungono da varie parti per sistemare i raccomandati (onorevoli, presidenti di Provincia, consiglieri comunali, dirigenti regionali, presidenti di Comunità montana, sindaci, ecc..) da guadagnarsi la ricompensa di candidata presidente del Parco.
E chi raccomanda i raccomandati del Parco?
L’ingegnere è stato sponsorizzato dalla ex sindaco di Savelli Angela Caligiuri, oggi dirigente al dipartimento regionale della salute, e allora oltre ad essere paesana del raccomandato era anche nel Consiglio direttivo del Parco.
Un geometra lo ha raccomandato il comune di Pedace di cui il suddetto era anche assessore. Ma ha contribuito a sponsorizzarlo anche l’allora presidente della Comunità Montana Silana Cipparrone, anche lui di Pedace e ora passato a miglior vita.

L’avvocato del Parco è il figlio di Nicodemo Filippelli, ex consigliere regionale, ex sindaco di Cirò Marina ed ex assessore regionale all’Ambiente. È’ probabile che il direttore del Parco abbia ricambiato il favore all’assessore visto che il figlio di Laudati si trovava in servizio all’assessorato all’Ambiente della Regione senza aver vinto un concorso. E ancora oggi è in forza all’assessorato.

Il geologo e una laureata in economia e commercio sono di Longobucco e lo sponsor è stato Mimmo Bevacqua. Sì, persino lui è stato capace di raccomandare due persone.
Poi ci sono i sangiovannesi: una architetta e un ragioniere appartengono a Palla Palla (e ci mancherebbe pure!), mentre Franco Laratta ha portato a casa una sola persona.

Poi ci sono i cosentini sponsorizzati da Laudati (il genero, che sta nell’ufficio amministrazione) e dalla stessa Ferrari (un esperto di turismo che si è laureato con lei).
Rimangono altri cosentini (l’addetta stampa e il forestale) che dovrebbero rientrare nella sfera di Franco Covello.
Tra tutti i dipendenti del Parco una sola persona, la biologa, non è stata raccomandata ma solo perché si è trasferita dal Parco dell’Aspromonte.
Dunque, Sonia Ferrari ha il fisico giusto, sembra preparata e sta bene a tutti perché si capisce che è innocua, non è del territorio e perciò non si scontenta nessuno dei pretendenti. E poi ha una carta segreta che può fare capitolare le resistenze dell’allora ministro Prestigiacomo: è donna ed è amica di Jole Santelli, sua sodale in Forza Italia.
Tutto cominciò così…

Sonia Ferrari viene mandata al Parco della Sila tra il marzo 2009 e quello del 2014. Trascorrono così i primi cinque anni di una presidenza incolore, senza nessun sussulto pratico, con una gestione burocratica di un ente paludato, autoreferenziale e al servizio di Michele Laudati, direttore generale del Parco e Satrapo del Cupone garantito in tutto, compresa la nomina, illegittima, della Svampita di Lorica, dalla politica locale (leggi Palla Palla), che attraverso il Satrapo gestisce tutto per interposta persona, il che, visti i suoi trascorsi di ufficiale di lungo corso, di funzionario fedele dello stato, è una garanzia per tutti.

Laudati è stato tanto affidabile, ad esempio, da farsi la galera al posto dell’onorevole Franco Covello, in arte Caciocovello (il suo vero mentore). Ma si rivelava una garanzia soprattutto per chi doveva fare affari come tagliare illegalmente boschi demaniali, com’è successo in quel di Longobucco, o costruire sul lago inutili opere, rifare impianti di risalita pagati da noi per evitare il fallimento ad una impresa che lavora anche a Cosenza.
Ma Laudati garantiva impunità anche a chi sfruttava le acque dei laghi silani senza lasciare niente al territorio, a parte i danni. Uno così non lo trovi dovunque, perciò la svampita doveva garantire che continuasse a fare il direttore del Parco nonostante l’età, superiore ai 70 anni. Ma su questo il ministero ci mette una buona parola e tutto si aggiusta, nonostante i Cinquestelle sbraitassero ormai da anni.

Tuttavia le cose si complicavano maledettamente per la nostra eroina, tant’è che da marzo 2014 e dopo 26 mesi di commissariamento ancora niente nomina ufficiale al Parco.
Cosa era successo da provocare questi ritardi nella sua nomina?
All’epoca – qualche anno fa – facevamo anche qualche ipotesi.
La prima: visto che a fine anno 2016 scadeva il contratto del Satrapo, colui cioè che garantiva la cupola politica silana che tutto filasse liscio al Parco, allora anche lei non serve più e perciò si cambia.
La seconda: dopo le elezioni regionali in tanti sono rimasti senza stipendio e senza un ruolo e dunque il Parco fa gola a molti trombati, a troppi trombati diremmo. Perciò, i bene informati, propongono di tenere lei a guardia del bidone come commissario fino a dicembre e poi si vede cosa succede a Cosenza e nel PD.

La terza: tra quanti sono rimasti fuori dal consiglio regionale ci sono alcuni amici che, sebbene fossero candidati nel centrodestra, hanno dato una mano a Palla Palla alle primarie del PD e perciò bisogna risarcirli. I primi della lista sono quelli dell’Udc, che nel frattempo hanno pure il loro Ministro a Roma. Ma nell’Udc scoppia la guerra tra le bande: se sei di Cesa (come il quasi galeotto ex assessore all’agricoltura che ha aiutato Palla Palla più di tutti) non vai bene, se poi sei coinvolto nello scandalo Rimborsopoli non vai bene nemmeno (l’altro ex assessore regionale). Ma, visto che c’è un accordo nazionale per dare un presidente di un Parco qualsiasi a Galletti, e l’unico che è stato reso disponibile dal PD è quello della Sila, allora cominciano le danze.
Si propone Giuseppe Idà, che è sindaco di Rosarno ed ha ben altre ambizioni.
Ma come si fa a raccontare ai trombati del PD che si sceglie un politico di un altro partito e persino della provincia di Reggio? Va bene che Palla Palla si lavora tutti i sindaci alla perfezione ma questo è troppo.
Perciò scrive una lettera di fuoco con cui chiede di riconfermare subito la Svampita di Lorica, e per rendere più roboante la sua richiesta fa firmare il documento a tutti i sindaci del Parco. Tutti allineati e coperti.
Ma nonostante la lettera, passano i giorni, le settimane ed i mesi ma non succede nulla sul nome del presidente.

La quarta: nessuno vuole la riconferma della svampita ma tutti fanno a mossa. Anche l’onorevole Caciocovello fa finta di sostenerla ma non passa perché la sua incapacità la precede negli uffici del ministero, della Regione (che è tutto dire) e tra gli stessi sindaci che quando la sentono parlare non riescono a trattenere le risate.
Perciò, fino a quando Palla Palla non si inventa la genialità o trova un nome tanto autorevole da mettere tutti a tacere la deve tenere li.

La quinta: la genialità Palla Palla potrebbe ritrovarsela a casa, visto e considerato che ha fatto mandare un curriculum per il Parco della Sila alla sua compagna, Adriana Toman, detta la biondina. Ma non è un’operazione facile. Perché la Toman tutto è tranne che una svampita e il fatto che sia la compagna di Oliverio potrebbe generare un casotto di dimensioni enormi. O no?

E ora vediamo quali sono state le ultime imprese del duo, prima della dipartita di Laudati. Per esempio, è stato presentato un libro finanziato dal Satrapo del Cupone al suo compagno di merende Giancarlo Principato sugli impianti idroelettrici silani. Chi ha pagato le ricerche a Principato? E perché Principato è stato consulente del Parco Nazionale della Sila nella vicenda che ha permesso lo svuotamento del lago Ampollino da parte di A2A?
Quanto alla Ferrari, che è svampita ma non cretina, da qualche tempo finanzia una Summer school dell’Università nel “suo” Parco della Sila ma, per sua sfortuna, è anche docente dell’Università della Calabria e abbiamo seri dubbi che questa operazione sia opportuna sotto diversi profili. Per esempio: può far “girare” al suo dipartimento dell’Unical soldi provenienti dall’ente nel quale fa il commissario? Roba da Repubblica delle Banane, quale purtroppo siamo.
E che dire del pagamento al CAI della manutenzione dei sentieri con il risultato che il CAI non vede mai nulla delle stranezze che si fanno nel parco (moto da cross sui sentieri, quad, fuoristrada.,etc..)?
Tutti questi soggetti ovviamente sono quelli che si sperticano a favore della svampita di Lorica e la sostengono, anche su Facebook, dagli attacchi che riceve. Questa è la claque a pagamento che dice sì a qualsiasi richiesta e non vede mai cosa succede nel territorio.

E infine saltiamo al mese di maggio 2017, quando l’attenzione di molti era concentrata sulla riserva Valli Cupe di Sersale. Testate giornalistiche, anche nazionali, davano ampio spazio e risalto alla questione mentre Palla Palla si affannava a difendere la modifica che doveva apportare alla legge regionale da poco da lui approvata per la gestione di questa riserva di qualche ettaro (seicento circa). Oliverio era preoccupatissimo della gestione della stessa, dell’applicazione della legge 394/91 e della legge regionale 10/2003, tanto da sentire il Ministro dell’Ambiente per un affrettato parere. O forse cercava solo di difendere il suo pupillo, sindaco di Zagarise, capostruttura Urbanistica per sua nomina, responsabile del distretto urbano della valle del Crocco. Una riserva di poco più di 600 ettari.

E così, in tutto quel trambusto, nessuno parlava più del Parco Nazionale della Sila, 74.000 ettari (altro che 600!), dal 2014 commissariato dalla signora Sonia Ferrari, che noi (ma non solo…) abbiamo ribattezzato la Svampita di Lorica, da sempre prossima alla scadenza ma sempre puntualmente riconfermata, perché i suoi scagnozzi (chissà perchè!) riescono sempre a raccogliere le firme di tutti i sindaci per farla confermare.

Ed il buon Palla Palla, per ripagare la candidatura del marito della Svampita (tale Antonio Armentano) alle comunali di Cosenza del 2016, per volere del buon Nicola Adamo, in questo caso non si disturbava (come per Valli Cupe) a chiamare il Ministro per avere un presidente.

Sì, perché tutto è funzionale… altro commissariamento… ed intanto il Parco diventa un tutt’uno con l’area MAB (riconoscimento del Parco e di tanti altri comuni) tanto che lei, sempre Sonia Ferrari la Svampita, lo promuove anche a Buongiorno Regione (tanto alla RAI sono tutti raccomandati…), portando avanti le attività con non si sa quali fondi (forse quelli del Parco, forse soldi spesi allegramente quando in questa Fondazione i soggetti pubblici, che dovrebbero gestire il MAB, del quale non si ha traccia di nulla, dovrebbero attivare le risorse).

Intanto il MAB va… ed il tutto è coordinato dal nuovo direttore, dott. Luzzi, pupillo di quel “galantuomo” del generale Graziano nonché uomo di fiducia nonché faccendiere di nuova generazione del grande ex direttore generale del Parco della Sila Michele Laudati, che contrariamente a quanto uno pensa non era andato in pensione, ma aveva traslocato, guarda tu un po’, proprio al MAB… Qualche tempo fa – ahilui – Laudati è passato a miglior vita ma non c’è dubbio che le manovre da lui orchestrate siano andate avanti lo stesso.

Giuseppe Graziano

Era stato talmente bravo il nuovo direttore (Luzzi, il pupillo del generale Graziano), da guadagnarsi la riconferma. Conosciuto sull’altopiano per essere vicino agli agricoltori, allevatori e, perché no, anche alle ditte boschive, in prima persona faceva sopralluoghi per i danni procurati dai lupi e dai cinghiali fino ad accompagnarle, le povere vittime, alle banche, per la riscossione degli indennizzi, secondo un tariffario consacrato.

Facilmente lo si incontrava, sigaro in bocca (ah, quando non si pensa alla salute!) e occhiali da sole, stile Furgiuele ‘O Principale (con il quale avevano in comune il datore di lavoro, Laudati), scorazzare con le macchine del Parco, anche i fine settimana. I più fortunati lo possono trovare anche al centro di Cosenza. Erano stati tanto bravi, tutti quanti, ad inabissare la candidatura Unesco del Parco della Sila, facendo apparire (prima volta nella storia dei riconoscimenti) che era stato lo… Stato italiano a ritirare la candidatura. Ma Palla Palla, il generale Graziano e Jole Santelli (sì, anche lei, come primo sponsor della Svampita tanto lo sanno tutti che centrodestra e centrosinistra sono la stessa cosa) hanno lavorato a lungo sottotraccia e proprio qualche giorno fa, in pieno trambusto elettorale, ecco che come per magia è rispuntata la candidatura Unesco del Parco della Sila e finanche la candidatura al Senato della Svampita! Per non parlare dei prossimi fondi strutturali dell’Ambiente (Regione): 500.000,00 euro di incarichi già assegnati dal Direttore sul territorio, sempre per il bene del territorio … e di questa difficilissima campagna elettorale nella quale hai qualche speranza di passare solo se… paghi!

Ma parliamo – attenzione – di profili alti. Da poco tempo la Svampita e il nuovo direttore Luzzi (sempre lui, il pupillo del generale Graziano) sono stati insigniti dall’Accademia italiana di scienze forestali con sede a Firenze (guarda un po’, l’unico socio calabrese era Laudati) con ben due riconoscimenti. Ed ancora il libro che hanno presentato in pompa magna all’Unical o il dottorato di ricerca in: “Biologia Applicata ai Sistemi Agro Alimentari e Forestali” a Reggio Calabria. Ma a pensar male spesso uno c’azzecca… Se solo fosse possibile verificare gli atti di cui il titolo è pubblicato sul sito o gli accordi pubblicizzati da anni con l’orto botanico dell’Unical, con la facoltà forestale di Reggio Calabria o con l’Accademia di scienze forestali, ci faremmo quattro risate. E non è detto che non ci riusciamo, prima o poi.

Intanto il Parco va in giro, con missioni pazze, gira filmini, pubblicizza Tuttofood, Biofach a Norimberga, BIT a Milano e cose simili (per diffondere la biodiversità), porta in giro gli studenti della Svampita, allestisce mostre fotografiche, ah sì, perché la Svampita condivide con Antonio Armentano (suo marito) la passione delle foto. Lui, in arte Atheron, è l’ideatore del libro fotografico, finanziato ovviamente dal Parco, “Sila Dono Sovrano”. Si si, Parco della Sila, dono Sovrano, rende meglio l’idea. E anche lei di recente ha pubblicato una mostra fotografica, chissà con quali fondi… Ma vi rendete conto? E siamo solo alla punta dell’iceberg…

Poi la candidatura al Senato, la regolare bocciatura e – finalmente – dopo altri otto mesi di “agonia”, la fine di questi ridicoli dieci anni di pappatoia al Parco Nazionale della Sila.