Perchè Gratteri ha rinunciato alla poltrona di procuratore capo a Milano?

Gratteri rinuncia alla corsa per la poltrona di procuratore capo a Milano. Una notizia che ha “scatenato” in tanti un turbinio di domande. Perché Gratteri non ha più presentato la domanda per concorrere all’assegnazione della poltrona di procuratore capo a Milano? E questo dopo averci ammorbato per settimane sulla necessità del trasferimento ad altra sede dei procuratori dopo un certo numero di anni (6 o 7) trascorsi nella stessa procura, per evitare il crearsi di “conflitti di interessi”. Diceva che questo per lui era un passaggio obbligato, “imposto” non solo dal “regolamento”, ma soprattutto dall’alto senso deontologico che lo caratterizza. Anche se va detto che non tutti i magistrati si attengono a questa “regola”, e l’esempio più lampante come sempre è l’isola felice di Cosenza.

In procura, a Cosenza, ci sono stati procuratori incollati alla poltrona per oltre vent’anni. Altro che rotazione obbligatoria. Infatti questo ha creato “i conflitti di interessi” che pregiudicano il delicato lavoro del giudice, e dai quali un buon e onesto magistrato deve stare alla larga. Va da se che se stai nella stessa città per vent’anni, conosci gente, imprenditori, professionisti, amici degli amici, massoni, mafiosi, tangentisti, corruttori, donne, vecchie e bambini. E qualcuno prima o poi un favore te lo chiede. Magari il vicino di casa che spesso ti ha invitato a cena, o l’avvocato vicino di ombrellone, oppure il mafioso della porta accanto. Ecco perché è importante far cambiare aria ai procuratori dopo un po’ di tempo. Impedire la costruzione di “certi legami” è lo scopo di questa regola.

In tanti hanno accolto positivamente la decisione di Gratteri di restare ancora alla guida della procura di Catanzaro: comunque la pensiate Gratteri, insieme ad altri pochi magistrati, quali Bruni, Lombardo, Falvo, e naturalmente tutti i pm che lavorano presso la Dda con lui, restano per i calabresi onesti, l’unica speranza di Giustizia in una terra dove la corruzione nella magistratura ha raggiunto livelli allarmati di cui nessuno si preoccupa. Al netto delle finte inchieste di Salerno. Saperlo a Catanzaro rasserena gli animi di tanti.

Ma non tutti possono dirsi contenti di questa sua decisione. I tanti malandrini politici collusi con i clan di ‘ndrangheta su tutti. Per loro oggi non è una buona giornata. Speravano in un suo trasferimento a Milano per tornare ad intrallazzare tranquilli, ma questa decisione li ha di nuovo buttati nello sconforto. E tutti gli amici degli amici si chiedono il perché. Cosa avrà indotto Gratteri a restare a Catanzaro: qualche inchiesta in corso che non vuole abbandonare? Vuole continuare a seguire da vicino il suo maxiprocesso “Rinascita”? Ha capito che a Milano non lo volevano e allora si è rassegnato a restare a Catanzaro in attesa di una nuova sede adatta a lui? Vuole continuare a smascherare magistrati corrotti e politici collusi? O perché semplicemente vuole restare a coltivare l’orto di casa sua?

Cosa ha in testa Gratteri lo scopriremo presto, basterà seguire le sue “mosse” per avere le giuste risposte. Presto capiremo se la sua azione di contrasto alla massomafia continuerà. E presto capiremo se è restato per violare i santuari degli amici degli amici, o solo perché, per mero calcolo personale, non era conveniente per lui in questo momento andare a Milano.