‘Ndrangheta, blitz contro il traffico transnazionale di droga: 15 arresti, coinvolto il clan Alvaro di Sinopoli

Questa mattina al termine di un’articolata indagine, coordinata dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Salerno, è stata data esecuzione all’ordinanza cautelare personale, emessa dall’ufficio gip del tribunale di Salerno, nei confronti di 15 persone accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico, anche transnazionale, di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e marijuana, furto, ricettazione e minaccia, reati tutti aggravati dalle finalità mafiose. Il blitz dell’Arma è scattato tra la Campania e la Calabria.

L’attività investigativa, condotta dal raggruppamento operativo speciale dei carabinieri sezione anticrimine di Salerno, avrebbe consentito di ricostruire, secondo l’ipotesi accusatoria condivisa allo stato dal giudice per le indagini preliminari, un sodalizio criminale composto prevalentemente da persone di origine campana in rapporti con appartenenti alle cosche di ‘ndrangheta degli Alvaro di Sinopoli, in provincia di Reggio Calabria.

Secondo l’impostazione accusatoria, condivisa dal giudice per le indagini preliminari, come riporta l’AdnKronos “l’elemento centrale del gruppo – si legge in una nota a firma del procuratore Giuseppe Borrelli – sarebbe rappresentato da Carmine Ferrara il quale avrebbe svolto la funzione di intermediario tra i narcotrafficanti stranieri e le organizzazioni criminali sul territorio nazionale insieme al suo stretto collaboratore Salvatore Rocco e al calabrese Fortunato Marafioti. Durante le investigazioni è stato acclarato che il porto di Salerno è assurto ad hub nazionale per l’importazione di droga dal Sudamerica”.

Il sequestro di un carico di cocaina

Il Ros dei carabinieri e la Guardia di finanza, che ha fornito il necessario supporto nella fase dei vari riscontri, con il coordinamento della procura di Salerno, nel marzo 2023 ha sequestrato 220 chilogrammi di cocaina, celati in un container proveniente dall’Ecuador e imbarcato su una motonave battente bandiera libanese.

Secondo l’ipotesi accusatoria, condivisa allo stato dal giudice per le indagini preliminari, “le operazioni sarebbero state coordinate da Franco Volpe e Cataldo Esposito, insieme a persone allo stato irreperibili, e avrebbero visto l’interesse della famiglia calabrese degli Alvaro”.