Piantedosi a casa e la Meloni venga in Calabria

PIANTEDOSI A CASA E LA MELONI VENGA IN CALABRIA

di Pino Tassi

Il ministro Piantedosi, nella conferenza stampa  di domenica scorsa a Crotone, ha usato queste testuali parole: ”La precarietà con cui è stata organizzata questa traversata che si è rivelata tragicamente determinante. L’unica vera causa che va detta, affermata e raccontata è che non dovevano partire…”. Sono parole imbarazzanti che dimostrano il grado di superficialità e di pressappochismo del governo nell’affrontare questo fenomeno epocale. Prima si pensava al blocco navale, ora a non farli partire. Propaganda pura. Forse il ministro pensa che i migranti partano da terre felici, che vadano a fare una specie di crociera nel Mediterraneo. Per cui possono tranquillamente attendere qualche giorno in attesa di un mare  più tranquillo e di notti serene. Sembra quasi un PIANT(A)DOSE di OVVIETA’. Qualcuno spieghi al ministro che si tratta di gente che fugge da guerre, da fame, da persecuzioni. Solo per queste baggianate il ministro Piantedosi dovrebbe dimettersi.

Ma ormai è una gara  nel governo a chi la spara più grossa. Tutti a ricercare motivazioni che non facciano palesare le responsabilità del governo. Sembra quasi un volersi mettere la coscienza a posto. La Prima Ministra Meloni ha scritto un post  che ricalca il ritornello di Piantedosi: “È criminale mettere in mare una imbarcazione lunga appena 20 metri con ben 200 persone a bordo e con previsioni meteo avverse. È disumano scambiare la vita di uomini, donne e bambini col prezzo del ‘biglietto’ da loro pagato nella falsa prospettiva di un viaggio sicuro. Il Governo è impegnato a impedire le partenze, e con esse il consumarsi di queste tragedie, e continuerà a farlo, anzitutto esigendo il massimo della collaborazione dagli Stati di partenza e di provenienza. Si commenta da sé l’azione di chi oggi specula su questi morti, dopo aver esaltato l’illusione di una immigrazione senza regole”.

L’altro ministro Matteo Salvini ha scritto: “Una tragedia. Ormai gli scafisti mettono in mare “barchini” sempre meno sicuri e malandati incassando, sulla pelle di queste persone, milioni di dollari reinvestiti in armi e droga. Fermare i trafficanti di esseri umani è un dovere morale di tutti, soprattutto per salvare vite innocenti”.

Verrebbe da chiedere alla presidente Meloni e a Salvini, ma di grazia, a chi lo dite? Mica siete all’opposizione e al governo c’è Conte o Draghi. Scusate, di grazia, chi dovrebbe fermare questi trafficanti della morte? Come? Con quali provvedimenti? Forse  con i provvedimenti contro le ONG? Mandando le loro navi a sbarcare  i profughi nei porti del Centro e Nord Italia? Fermandole con fermi amministrativi e multe assurde?

La critica  più pesante all’inerzia del governo è venuta – involontariamente, sia chiaro – dal presidente della Regione Occhiuto, che ha affermato: “La rotta che interessa la Calabria  che parte dalla Turchia si è consolidata in questi ultimi due anni nell’indifferenza generale”. Persino Occhiuto (e ce ne vuole!!!) ha capito che il problema non riguarda solo la Liibia, ma che le partenze avvengono anche dalla Turchia, dalla Tunisia. E di certo il traffico e gli affari delle mafie non le blocchi con le chiacchiere e con la propaganda.

La presidente Meloni è appena tornata dal viaggio in Ucraina. L’abbiamo vista rendere omaggio commossa alle vittime delle atrocità a Buca. Prima ancora l’abbiamo vista raggiungere Palermo per festeggiare la cattura di Messina Denaro. Siamo certi che la presidente Giorgia  Meloni, prima di partire per l’India. non mancherà di venire in Calabria per rendere omaggio alle vittime dei trafficanti che noi e l’Europa non abbiamo saputo difendere e accogliere. Sarebbe una mancanza di sensibilità che rinfocolerebbe la polemica su cittadini di serie A e di serie B.