Pizzo, case popolari fatiscenti: 24 famiglie abbandonate

A Pizzo è emergenza per 24 famiglie che vivono in case popolari in stato di abbandono. A viverci sono prevalentemente anziani, e dopo le richieste di messa in sicurezza mai ascoltate, sono pronti a scendere in campo figli e nipoti, «decisi ad unirsi per fare sentire la loro voce».

L’appello rivolto all’Aterp per la messa in sicurezza per le strutture in evidente pericolo viene riportato dalla “Gazzetta del Sud”: «Le lettere di lamentela inviate – riferiscono i congiunti – sono rimaste senza risposta, lasciandoci peraltro senza alternative, perché gli immobili (per i quali corrispondiamo puntualmente un canone) sono di proprietà dell’Aterp e non possiamo intervenire sulle strutture». A impedire ogni azione personale «anche la mancata procedura per riscattarli». I familiari si si sono rivolti anche al sindaco Sergio Pititto. Le palazzine sono in uno stato di disfacimento: – scrive la Gazzetta del Sud – cadono pezzi di intonaco, i tetti sono precari e il rischio di incidenti è imminente. Il pericolo è allargato anche su coloro che transitano nelle vicinanze e i veicoli parcheggiati nell’area sottostante. Negli ultimi anni sono intervenuti spesso i vigili del fuoco ma gli interventi di emergenza eseguiti, hanno temporaneamente messo in sicurezza la situazione (picchettando per eliminare l’imminente pericolo) «ora, è indispensabile un intervento a lungo termine per garantire la stabilità delle palazzine».

«Dopo 45 anni senza manutenzione, – dicono le famiglie – tra usura ed intemperie, cosa ci si aspetta? Non è una questione meramente estetica, hanno inevitabilmente compromesso le strutture». La richiesta è che «venga garantita la sicurezza delle famiglie che pagano regolarmente l’affitto mensile, poiché la situazione attuale rappresenta un pericolo costante. È inaccettabile che i nostri genitori debbano vivere in un ambiente pericoloso e degradato a causa dell’indifferenza e della mancanza di intervento; hanno il diritto di vivere la loro terza età in un ambiente sicuro e dignitoso».