Ponte di San Nicola Arcella, l’allarme di Italia Nostra: cemento scoppiato e ferri arrugginiti e scoperti

di Francesca Lagatta
Il viadotto Canal Grande, ricadente nel Comune di San Nicola Arcella, non versa in buone condizioni. Lo testimoniano le centinaia di foto che circolano nel web e, in ultimo, un filmato girato con un drone qualche ora fa, che riprende da vicino i pericolosi cedimenti strutturali dell’opera. Così, dopo la tragedia del crollo del ponte di Genova di due giorni fa, i cittadini del comprensorio hanno comprensibilmente invocato un intervento di manutenzione. Ma al momento ancora tutto tace e nessun sindaco della Riviera dei Cedri, fino al momento un cui scriviamo questo articolo, sembra essersi interessato della vicenda o aver annunciato iniziative a riguardo.

Eppure le preoccupazioni sul ponte di San Nicola Arcella hanno origini remote. Cronisti e associazioni ambientaliste si occupano della questione ormai da anni. Nello specifico, Italia Nostra – sezione alto Tirreno cosentino, in tempi non sospetti aveva persino avviato un dialogo con i vertici Anas per capire come e quando l’ente sarebbe intervenuto per eventuali lavori di ripristino e manutenzione.Lo hanno reso noto poco fa gli attivisti di Italia Nostra con un eloquente post pubblicato sulla pagina facebook. «Riproponiamo un post del 11 settembre 2016. Da allora nulla è cambiato». Comincia così il post di Italia Nostra – sezione alto Tirreno cosentino, che da giorni sta riportando alla luce le denunce e le segnalazioni fatte tempo fa sulla pericolosità del viadotto Canal Grande, meglio noto come Ponte di San Nicola. Il post in questione risale a due anni fa e recita: «Cattivo esempio di gestione. Cemento scoppiato e cadente. Ferri arrugginiti e scoperti. Cosa aspetta l’ANAS a mettere mano alla manutenzione dei pilastri dei ponti di San Nicola Arcella?».

E sempre a proposito del Ponte Canal Grande di San Nicola Arcella, sono state rese pubbliche alcune note della corrispondenza intercorsa tra Italia Nostra ed ANAS. La nota dell’ANAS fa esplicito riferimento alla situazione di degrado del viadotto dovuta alla vetustà ed agli agenti atmosferici ed alla necessità di effettuare i previsti interventi manutentivi, ma quando?

Proprio dopo l’ennesimo sopralluogo, gli attivisti ambientalisti avevano scritto ai dirigenti Anas per richiedere un intervento urgente di manutenzione, allegando un’eloquente documentazione fotografica. Anas, dal canto suo, aveva risposto che dopo un’ispezione, confermavano «la nota situazione di degrado del viadotto, correlata alla vetustà (antichità, ndr) dell’opera ed alla continuata esposizione agli agenti esterni».

Nella lettera, inoltre, Anas assicura che gli interventi di manutenzione del ponte rientravano già allora in un progetto manutentivo «inserito nel piano di fabbisogno quinquennale 2015/2019 in attesa di finanziamento». Ma da allora le condizioni del viadotto sono soltanto peggiorate e ad oggi non risulta nessun intervento significativo volto alla messa in sicurezza del cavalcavia che ogni giorno è attraversato da decine di migliaia di auto, moto e mezzi pesanti.