Ponte sullo Stretto, doccia gelata per Salvini. Il Ministero dell’Ambiente chiede 239 nuovi documenti

(ANSA) – ROMA – 16 APR – Il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha richiesto 239 integrazioni di documenti alla Società Stretto di Messina S.p.A, nell’ambito della valutazione del progetto del Ponte. Per la Valutazione di impatto ambientale (Via) sono state richieste 155 integrazioni. Altre 66 integrazioni sono state richieste per la Valutazione di incidenza (Vinca), che verifica le conseguenze di un’opera sui siti Natura 2000, i siti protetti di interesse Ue. Per il Piano di utilizzo terre (Put) sono state richieste 16 integrazioni, per la Verifica di ottemperanza (Vo) 2. Lo si legge sul sito della Commissione Via-Vas del Mase. Le richieste di integrazione di documenti sono state fatte dalla Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale – Via e Vas del Mase.

Sono contenute in un documento di 42 pagine firmato dal coordinatore della Sottocommissione VIa, Paola Brambilla. Il ministero chiede alla Stretto di Messina di spiegare la compatibilità del progetto con gli aggiornamenti dei vincoli ambientali e paesaggistici e degli strumenti di pianificazione territoriale. Chiede inoltre un’analisi più approfondita dei costi e dei benefici dell’opera e un quadro riassuntivo di tutti gli interventi previsti, “non limitandosi al solo elenco delle opere variate”, si legge nel documento. Il Mase lamenta che Stretto di Messina “non descrive il sistema di cantierizzazione, limitandosi all’elenco delle aree di cantiere” e non abbia fornito informazioni sufficienti sulla gestione e lo smaltimento delle terre e rocce da scavo. Al committente viene richiesto “un quadro aggiornato e congruente” sulle “condizioni di pericolosità da maremoto” e l’aggiornamento delle stime sulla qualità dell’aria nella fase di cantiere e in quella di esercizio.

Il Mase vuole dati più chiari e completi sull’impatto delle opere sull’ambiente marino, sui corsi d’acqua superficiali, sulle acque sotterranee, e cita in particolare l’area dei Pantani di Ganzirri, in Sicilia. Integrazioni vengono chieste sul consumo del suolo, sugli studi geologici e sui rischi di subsidenza e di dissesto, sugli effetti del Ponte sulle attività agricole, sul rumore a terra e sottacqua, sulle vibrazioni e i campi elettromagnetici. Il Mase vuole più dati sui rischi per la biodiversità, la flora e la fauna, il paesaggio e la salute pubblica. Il ministero fa poi 66 richieste di chiarimenti su tutte le possibili conseguenze del Ponte sui siti della Rete Natura 2000, le aree riconosciute di pregio ambientale sulla base della Direttiva Ue Habitat. Il Mase ritiene insufficiente anche la documentazione sul Piano di utilizzo delle terre (Put) e avanza 16 richieste di integrazione in materia. (ANSA)

Le integrazioni richieste dal Mase

Nel giorno dell’avvio della conferenza dei servizi al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per l’istruttoria del Ponte sullo Stretto – presenti l’amministratore delegato della Stretto di Messina Piero Ciucci, il Rup Valerio Mele, la sindaca di Villa San Giovanni Giusy Caminiti e il primo cittadino di Messina Federico Basile – il ministero dell’Ambiente chiede alla società concessionaria per la realizzazione del collegamento stabile fra la Sicilia e la Calabria un elenco di integrazione documentali, avendo, evidentemente, ritenuto fondate le osservazioni presentate qualche giorno fa dai comuni.

In oltre 40 pagine, la coordinatrice della Sottocommissione per la Valutazione di impatto ambientale Paola Brambilla, formula precise richieste di aggiornamento del progetto, per verificare ad esempio la compatibilità degli interventi con i vincoli e le tutele ambientali e paesaggistiche. Il documento del Mase si sofferma sull’analisi costi e benefici per richiedere una più approfondita descrizione del contesto sociale, economico, politico e istituzionale in cui si cala il progetto. Chiede, ancora, una descrizione del sistema di cantierizzazione, compresa la gestione delle terre e delle rocce da scavo, quantificando le superfici e descrivendo lo stato attuale dei luoghi, la loro destinazione e il loro effettivo utilizzo, richiedendo una sintesi dei dati in tabelle e grafici di chiara lettura. Un’ulteriore e articolata integrazione riguarda le condizioni di pericolosità da maremoto dell’area dello Stretto di Messina, per arrivare a definire dettagliati scenari di potenziali inondazioni e le relative valutazioni dell’impatto a terra.

Approfondimenti sull’ambiente marino

Sotto la lente del ministero anche la qualità dell’aria, la dispersione degli inquinanti e l’ambiente marino, da Ganzirri a Cannitello, con la richiesta di un’analisi dettagliata degli effetti della costruzione di pontili sui terreni dell’area di cantiere e di studi sull’ evoluzione della linea di costa. Lato Sicilia, serve una maggiore caratterizzazione dell’area dei Pantani di Ganzirri. In Calabria , invece, è necessario approfondire il progetto di gestione del rischio idrogeologico e produrre più dettagliate cartografie. Un’attenzione particolare è posta sull’inquinamento acustico, il rumore subacqueo, le vibrazioni e i campi elettromagnetici. Si richiedono integrazioni a tutela della biodiversità, ulteriori valutazioni sulle opere di ripascimento e di difesa costiera. Dettagli sulle specie marine protette, verificando l’interferenza dei lavori. Monitoraggi dell’atmosfera, dell’ambiente marino, sulle acque superficiali e sotterranee.

Il Mase chiede 239 nuovi documenti. Caminiti: le richieste tutelano i territori

Il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha richiesto 239 integrazioni di documenti alla Società Stretto di Messina S.p.A, nell’ambito della valutazione del progetto del Ponte. Per la Valutazione di impatto ambientale (Via) sono state richieste 155 integrazioni. Altre 66 integrazioni sono state richieste per la Valutazione di incidenza (Vinca), che verifica le conseguenze di un’opera sui siti Natura 2000, i siti protetti di interesse Ue. Per il Piano di utilizzo terre (Put) sono state richieste 16 integrazioni, per la Verifica di ottemperanza (Vo) 2. «Complessivamente le richieste formulate dal Mase tutelano i territori e il meraviglioso Stretto di Messina – commenta con soddisfazione la sindaca di Villa San Giovanni Giusy Caminiti – soprattutto vanno nella direzione di impedire una riprogettazione in fase esecutiva che ritengo un’evenienza molto pericolosa».

Dalle procure al Cipess, 45 messinesi contro l’opera

Intanto arriva fino al Cipess l’esposto di un gruppo di messinesi, 45 tra avvocati, magistrati, professori universitari, cittadini comuni (“non aderenti a partiti o movimenti, senza etichette e bandiere”, precisano), presentato alla Procura della Repubblica di Roma, di Messina e alla Corte dei conti: chiedono che sia «valutata l’eventuale configurabilità di reati contro la fede pubblica e il patrimonio, sia nel parere recentemente espresso dal comitato scientifico della società Stretto di Messina sulla relazione integrativa del vecchio progetto definitivo del ponte, presentata dalla “Webuild”, sia nella conseguente delibera di approvazione da parte del cda della società concessionaria».

Il ponte sullo Stretto tra due esposti, anzi tre

Allo stesso modo, sull’altra sponda, quella calabrese, gli attivisti del nuovo comitato “Ti tengo Stretto” Rossella Bulsei, Giuseppe Fedele, con il segretario del Pd di Villa San Giovanni Vincenzo Musolino e l’avvocata Maria Grazia Fedele hanno presentato alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria un documento che segnala anomalie e criticità sulle procedure contrattuali e sulla fattibilità complessiva dell’opera. Si soffermano, in particolare, sul giudizio negativo della valutazione d’impatto ambientale già espresso in passato, sulle problematiche geologiche e sul rischio sismico dell’area dello Stretto di Messina, sulla relazione d’aggiornamento del progettista e sui costi dell’opera.

I due esposti integrano, di fatto, il primo sottoscritto due mesi fa dal deputato di Avs Angelo Bonelli, dalla segretaria del Pd Elly Schlein e da Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italia, presentato alla procura di Roma. La pm Alessia Natale, che si occupa di reati contro la pubblica amministrazione, ha aperto un’indagine sulle procedure per le attività di progettazione e di realizzazione del collegamento stabile fra Calabria e Sicilia.

Il Ponte al momento è solo un’idea progettuale

L’esposto messinese ruota in modo particolare intorno alle 68 raccomandazioni del comitato scientifico al progetto del Ponte: «Nel momento in cui il Comitato dà parere positivo sulla relazione del progettista integrativa del progetto definitivo dell’opera – affermano i firmatari dell’esposto – la dichiara approvabile. Dice in buona sostanza al suo interlocutore, il consiglio di amministrazione della Stretto di Messina, la potete approvare, anche se raccomandiamo ulteriori attività in vista del progetto esecutivo. Ma un progetto che non sciolga il dubbio fondamentale se l’opera possa davvero essere realizzata, con quali componenti e, perciò, con quali reali costi è semplicemente un’idea progettuale».

Nel documento si affrontano inoltre questioni ancora più delicate, come «la possibilità di stipulare a breve, già dopo l’approvazione del Cipess e indipendente dalle raccomandazioni del comitato scientifico, atti aggiuntivi che potranno riportare in vita i contratti caducati nel 2012».