Porto di Reggio, addio all’attracco per Ferry Boat

Un pezzo della storia di Reggio Calabria portata via, anzi, strappata al territorio. Questa volta, ad essere sacrificato sull’altare della modernità per forza, il vecchio attracco del Ferry Boat e la sua rampa in legno. Nonostante gli appelli di cittadini e associazioni a salvaguardare il bene, includendolo all’interno del Museo del mare che sorgerà, è stato deciso di eliminare tutta la struttura.

Così, le Ferrovie dello Stato hanno transennato l’area e iniziato l’opera di dismissione del vecchio attracco (per farne poi chissà cosa), anziché permettere che raccontasse una parte di storia della città alle future generazioni.

Il primo collegamento tra Reggio e Messina, con mezzi navali in grado di trasportare carri ferroviari, risale al 1° novembre 1899, mentre l’attracco in questione è del secondo dopoguerra, plastico esempio di archeologia industriale che avrebbe trovato giusta collocazione e valore in un museo dei trasporti marittimi, assieme al primo aliscafo dell’impresa Rodriguez di Messina, al primo traghetto, ma anche alla barca a remi utilizzata da Mauro per portare il caffè sull’altra sponda dello Stretto. Altrove, per molto meno, paghiamo con piacere biglietti particolarmente costosi…

In tutte le città europee sul mare, da Malta ad Amsterdam, da Rotterdam ad Oslo, passando per Sidney, Hong Kong e Barcellona, esiste un Museo del Trasporto Marittimo. A Reggio Calabria si parla di Museo del Mare ma poi si cancellano le tracce storiche che potrebbero renderlo più appetibile.

Eppure, questa città sembra voler cancellare la propria storia, la propria memoria. E così, si programma un restyling di piazza De Nava per 5 mln di euro; si attraversa il 50esimo anniversario dal ritrovamento dei Bronzi senza particolari eventi ed effetti; si abbandonano a sé stessi i siti archeologici sparsi per la città senza immaginare una programmazione, senza metterli in rete; si permette che i teatri (benché di proprietà privata) diventino boutique di abbigliamento piuttosto che fast food e si assiste, inermi, allo scempio in atto nello storico lido comunale Genoese-Zerbi per un cavillo burocratico che ne impedisce la ricostruzione e, quindi, l’utilizzo.

La pessima pubblicità che i media riservano alla Calabria e, in particolare, a Reggio Calabria, forse avrà tolto il gusto del bello ai reggini, la capacità di riconoscere la bellezza e di valorizzarla, abituandoli ad ammirare quel che viene da lontano, dalle Americhe al Nord Italia, fino a Germania e Francia, ma tralasciando quel che brilla sotto i loro occhi.

Urge, quindi, una scossa perché, continuando su questo solco, quel che oggi ancora resiste nella memoria di pochi, verrà spazzato via. Fonte: ReggioTv