Questura Cosenza: Liguori e Zanfini esautorati per scarso rendimento

Di solito i cambi di guardia ai vertici delle istituzioni preposte alla sicurezza pubblica avvengono in “pompa magna” e sono, generalmente, programmati. Non si sostituisce dalla sera alla mattina un questore, un prefetto, un comandante dei carabinieri senza un motivo o una ragione. Ed un motivo ed una ragione devono esserci per forza per le recenti sostituzioni avvenute negli ultimi 10 giorni alla questura di Cosenza.

Poco più di una settimana fa, dalla sera alla mattina, è stato trasferito il questore Liguori. Un trasferimento che sa molto di retrocessione. Dalla direzione di una questura a “capo stazione” della polizia ferroviaria di Bari mi pare un declassamento evidente. Al suo posto è arrivato il dottor Giancarlo Conticchio, pugliese, 55 anni, dirigente superiore della Polizia di Stato, proveniente dal “Compartimento Polizia Ferroviaria” per la Puglia, la Basilicata ed il Molise. Conticchio è laureato in giurisprudenza e si è specializzato in Criminologia Clinica e Psichiatrica Forense all’Università degli Studi di Bari. Ha prestato servizio in tante questure: Taranto, Matera, Gorizia, La Spezia, Campobasso, Agrigento, Vibo, Lampedusa, Torino. Un poliziotto con una grande esperienza.

È notizia di ieri di un altro cambio ai vertici della questura: a guidare la squadra mobile di Cosenza, al posto del dottor Zanfini, è arrivato da Reggio Calabria il vice questore aggiunto Fabio Catalano.

Nato nella città dello Stretto 44 anni fa, Catalano è stato vice dirigente della Squadra mobile della Questura di Reggio Calabria, nonché dirigente della Sezione criminalità organizzata. Mentre il dottor Zanfini è stato assegnato ad altro incarico: vice dirigente della Divisione anticrimine della questura di Cosenza.

Anche qui, più che una “promozione”, quella del dottor Zanfini pare essere una retrocessione. E questo si evince dalla dicitura stessa del nuovo incarico: da “capo” della mobile a “vice capo” dell’anticrimine.

Magari non è come dico io, e i nuovi ruoli assunti dai due esautorati sono delle vere e proprie promozioni, ma sono sicuro che in queste sostituzioni, gatta ci cova.

E’ chiaro, per me, che è arrivato l’ordine dall’alto di sostituire i vertici della questura in vista di una ristrutturazione del “sistema giudiziario” cosentino, resosi necessario nelle ultime settimane. Minniti vuole che la questura di Cosenza assuma un ruolo importante in tutto quello che da qui a poco deve avvenire in città, e per fare questo c’è bisogno di qualcuno che non sia “condizionato” dal contesto politico cittadino. Non che il dottor Liguori e il dottor Zanfini lo fossero, piuttosto è nella loro scarsa attività investigativa che va cercata la loro esclusione dai giochi. Che non ha nulla a che vedere con l’onestà, e la fedeltà alle istituzioni, dei due dirigenti. Che non è in discussione. Ma il dato rimane: l’inattività investigativa della questura di Cosenza, per quel che riguarda la lotta alla corruzione e ai reati amministrativi, la guerra alla ‘ndrangheta, ed anche la repressione dei reati predatori, è sotto gli occhi di tutti. E le responsabilità di questo campa cavallo che l’erba cresce non può che essere riconducibile ai dirigenti che dovrebbero organizzare il lavori dei vari uffici. Da qui la loro sostituzione.

Questi repentini cambi di guardia, secondo me, rientrano nei segnali che arrivano giorno per giorno dalle DDA di Catanzaro e di Reggio Calabria, in vista di un probabile terremoto giudiziario che potrebbe abbattersi sulla città di Cosenza, e non solo.

Bisognerebbe fare lo stesso, adesso, anche in procura, magari allontanando qualcuno con una bella promozione in qualche altro cimitero degli elefanti e se anche questo, nei prossimi giorni, dovesse avverarsi, allora vuol dire che i segnali che ho colto vanno nella direzione giusta.

GdD