Reggio, Berna racconta. Estorsioni a tappeto da Pellaro ad Archi

Nelle pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Tommasina Cotroneo c’è uno spaccato impressionante di come la ’ndrangheta strozzi l’economia edile reggina imponendo un pizzo che diventa un “peso” insopportabile per qualsiasi imprenditore. I magistrati della Dda hanno valorizzato le dichiarazioni di Francesco Berna, ex presidente regionale dell’Ance e rimasto impigliato nell’operazione “Libro Nero”, che ha squarciato il velo su una realtà che supera anche la più sfrenata fantasia. Berna – in uno dei tanti interrogatori – rivela che nel 2016, dopo l’avvio di un cantiere per la realizzazione di un complesso immobiliare a Valanidi, era stato avvicinato da Filippo Chirico (all’epoca reggente della cosca Libri). Quest’ultimo, su mandato di “quelli di Valanidi”, gli aveva chiesto il pagamento di centomila euro avvisandolo che, in caso contrario, la sua impresa non avrebbe più potuto lavorare in quella zona. Chirico, però, non si limitò solo alla “notifica” del pizzo da versare alla cosca padrona di quella zona, specificò pure le modalità del pagamento da effettuare: nessun pagamento doveva essere effettuato da Berna sino a quando non fosse stato scarcerato un elemento di quella ’ndrina.

Trascorrono due anni e nel 2018 quello ‘ndranghetista che doveva essere scarcerato torna in libertà e a Berna giunge un altro ambasciatore. Non è più Filippo Chirico, che nelle more era stato arrestato dalle forze dell’ordine, bensì Antonio Libri, il quale nel frattempo aveva assunto le redini della cosca di Cannavò. Quest’ultimo, senza usare mezzi termini, invitò l’imprenditore a pagare subito la mazzetta ai Latella. Berna obbedì e cominciò a pagare l’ingente mazzetta a rate: versò per quattro volte diecimila euro cadauna e restò “debitore” di 60.000 euro alla ‘ndrina. “Ho pagato sempre a 10.000 euro alla volta, gli ho dato 40.000 euro…” ha detto Berna ai pm antimafia Stefano Musolino e Walter Ignazitto nell’interrogatorio del 9 agosto 2019.

Il gip non ha dubbi che le dichiarazioni dell’ex presidente dei costruttori calabresi siano genuine, anche perché vengono corroborate da un’intercettazione del 10 marzo 2018 quando Totò Libri e Filippo Barreca discutevano di comuni affari illeciti e facevano pure riferimento all’estorsione da imporre a Berna per alcuni futuri lavori che l’imprenditore avrebbe dovuto eseguire proprio a Pellaro. Ed entrambi fanno riferimento a quanto accaduto nel 2016 proprio con Berna a Valanidi. Fonte: Gazzetta del Sud