Reggio, blitz Handover-Pecunia olet: indagati anche appartenenti alle forze dell’ordine

Reggio Calabria – C’è anche un commercialista e appartenenti alle forze dell’ordine fra gli indagati, per attività di favoreggiamento, nell’ambito dell’operazione Handover-Pecunia Olet, condotta questa mattina congiuntamente da Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, contro la cosca Pesce di Rosarno con l’arresto di 53 persone. Lo ha reso noto il questore di Reggio Calabria, Bruno Megale, durante una conferenza stampa: “A dimostrazione – ha affermato – che l’attività della Polizia di Stato riguarda anche le proprie strutture, nella nostra attività non guardiamo veramente in faccia a nessuno, facciamo anche una pulizia, laddove ce ne fosse necessità, al nostro interno”. Per quanto riguarda gli indagati appartenenti alle forze dell’ordine si tratta di “condotte singole”, ha precisato il procuratore Bombardieri con “alcuni episodi ma non finalizzati al mantenimento in vita dell’associazione stessa”. I particolari dell’operazione sono, infatti, stati resi noti nel corso di una conferenza stampa nella Sala degli Stemmi della Prefettura di Reggio Calabria. L’incontro online con i giornalisti è stato aperto proprio dal Prefetto che ha sottolineato l’importanza della collaborazione per “restituire al territorio le normali condizioni di vivere civile”. Si tratta, è emerso durante la conferenza, di “un’operazione importante che colpisce un’articolazione pericolosa della ‘ndrangheta”.

Il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, ha sottolineato la “peculiarità dell’operazione cha ha coinvolto tutte le forze di polizia giudiziaria del territorio. Ciascuna per la loro attività confluita poi in un’unica ordinanza”. Diversi filoni che riguardano la cosca Pesce e i Bellocco. L’operazione, dichiara Bombardieri: “nasce dopo cattura di un latitante che si era sottratto alla cattura nel 2017 nell’operazione Recherche”. Questo dimostra il permanere sul territorio della cosca dei latitanti, presenza finalizzata “non solo a nascondersi ma al proseguimento degli affari della cosca che si articolavano in vari settori”: dagli stupefacenti ai controlli del territorio attraverso le estorsioni, agli appalti che hanno riguardato l’area portuale alla distribuzione do prodotti alimentari.

Il ruolo del commercialista

La cosca Pesce sottolinea ancora il Procuratore “si è avvalsa anche dell’attività di un professionista, un commercialista, Tiberio Sorrenti di Rosarno, che aveva un ruolo di moderatore tra le richieste della ‘ndrangheta e gli imprenditori. Un ruolo svolto in maniera organica alla ‘ndrangheta con un’opera di mediazione, interlocuzione”. Il commercialista aveva anche “messo a disposizione il proprio studio per gli incontri” questo a dimostrazione del suo ruolo di “collante tra imprenditori e cosca”.

Il Procuratore aggiunto Calogero Gaetano Paci ha evidenziato che nelle indagini ci sono “soggetti noti agli organigrammi classici di ‘ndrangheta come Vincenzo Pesce, Savino Pesce, Domenico Bellocco ma figurano anche le nuove leve”. Questo sulla base del “Continuo succedersi di generazioni criminali e, a farne le spese, sono imprenditori sottoposti a intimidazioni ed estorsioni”. Da qui “l’invito a collaborare, a fidarsi delle forze dell’ordine e della magistratura per liberare il territorio dalla cappa oppressiva a cui lo hanno costretto”.

Il Comandante Provinciale dei Carabinieri Colonnello Marco Guerrini ha posto l’attenzione sull’interesse della cosca Pesce nella distribuzione di prodotti di genere alimentari: “vi erano accordi tra la cosca e le imprese dedicate alla distribuzione di generi alimentari anche attraverso l’impiego di un’agenzia di trasporti, apparentemente pulita”.

Il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, Colonnello t.ST Maurizio Cintura ha rimarcato il ruolo del commercialista di Rosarno descritto come il “regista di tutte le attività di gestione e schermatura: dimostra quanto sia forte la capacità della cosca di inserirsi nell’economia”. All’incontro erano presenti anche i rappresentanti degli Uffici e Reparti investigativi di Reggio Calabria che hanno condotto le indagini.