Reggio. Il secondo processo di Falcomatà è diventato “normale”

Il sindaco sospeso di nuovo a processo per un altro abuso d’ufficio è stata una notizia che è stata accolta dalla città come una “cosa normale”. E, invece, una cosa tanto normale non è. Ma a Reggio in assenza di un’opposizione credibile anche un rinvio a giudizio del sindaco è diventata una cosa normale. Del Pd – sempre paladino di legalità e intransigente quando vengono colpiti i suoi avversari dagli strali della Magistratura – tace il labbro. Il sen. Irto avrà sussurrato qualcosa all’orecchio della Schlein? Anche il resto del centrosinistra è muto. Solo per il circolo di Fratelli d’Italia “Antonio e Ciccio Franco” il rinvio a giudizio di Falcomatà «è una nuova pesante grana che si abbatte sulla maggioranza di centrosinistra di Palazzo San Giorgio, una maggioranza caratterizzata da inefficienza ormai cronica e su cui nuovamente appare lo spettro dell’illegalità nell’esercizio dell’attività amministrativa. Alla continua e ormai conclamata incapacità a gestire la cosa pubblica di Falcomatà e compagni, adesso, fatta salva la presunzione di innocenza, sembrerebbe aggiungersi il continuato uso di metodi amministrativi illegittimi».
«Dopo aver assistito alla condanna in secondo grado del sindaco Falcomatà e di altri assessori e consiglieri per la nota vicenda “Miramare”; al rinvio a giudizio di 32 persone tra amministratori e componenti dei seggi per i “brogli elettorali”; ai “Murales” commissionati senza determina di incarico; alla vicenda dell’opera di Tresoldi, dove nulla è stato chiarito in merito al numero effettivo di colonne ordinate, al loro posizionamento definitivo e al totale della spesa di denaro pubblico impegnata; tanto per citare solo alcune vicende tra le più eclatanti tralasciandone tante altre altrettanto gravi, come la questione dei rifiuti, della manutenzione stradale e dell’approvvigionamento idrico, mai risolte.

Adesso – continua il circolo di FdI – registriamo l’ennesimo rinvio a giudizio per abuso d’ufficio, del sindaco sospeso da due anni, per la mancata costituzione di parte civile da parte del Comune nel processo che lo vede condannato in Appello per aver favorito i suoi amici, affidandogli l’albergo Miramare senza gli atti propedeutici necessari, la cui questione era stata sollevata da un esposto in procura dell’associazione “Reggio Futura”. Dopo questi disastri amministrativi con risvolti penali, l’etica personale e politica e, nel loro caso, anche il codice comportamentale sottoscritto nel 2016 aderendo alla famosa “Carta di Pisa” che prevede le dimissioni dalla carica già dal ricevimento di un avviso di garanzia, vorrebbe che lor signori facessero un passo indietro, giusto per rispetto verso l’istituzione che rappresentano e verso i cittadini. Ma ormai lo hanno capito tutti che questi non hanno rispetto né per le istituzioni né per i cittadini.

Detto questo, l’aspetto più preoccupante è il fatto che tutto ciò sembri normale. E’ normale che in una città il sindaco, mezza giunta e diversi consiglieri siano oggetto di attenzioni da parte dell’Autorità Giudiziaria per continue condotte amministrative quantomeno censurabili? E’ normale che in una città i servizi siano da terzo mondo e le tariffe siano tra le più alte d’Italia? E’ normale che tutte le classifiche sulla qualità della vita in Italia releghino Reggio agli ultimi posti? A noi tutto questo non sembra normale e ci chiediamo come sia possibile che le autorità preposte non intervengano e soprattutto come la politica (quasi) tutta sia come ingessata e paralizzata, quasi consociata. Adesso basta, i reggini aspettano risposte e vorrebbero sapere quando sarà scritta la parola fine a tutto questo”.