Regione Calabria, Dipartimento Sanità: il gran rifiuto di Jole Fantozzi e le “cantate” di Caridi. Si salvi chi può

Al Dipartimento Tutela della Salute (o se preferite Sanità) della Regione Calabria c’è grande fermento. Finalmente sono uscite fuori tutte le magagne interne e anche tutto quello che tutti conoscono ormai da mesi, da quando il dirigente del famigerato Settore 2 Autorizzazioni e accreditamenti per la sanità privata, tale Caridi, è finito nelle maglie della giustizia e quindi della Dda di Catanzaro (https://www.iacchite.blog/regione-calabria-dipartimento-salute-la-cricca-lobello-i-boss-della-sanita-privata-e-la-finanza-che-avanza/).

Questa storia nasce quando il buon Caridi ha portato le carte di un gruppo di boss della sanità privata alla firma del nuovo dirigente del Dipartimento, la dottoressa Jole Fantozzi, che naturalmente si è rifiutata di dare il via libera ed ha immediatamente informato il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri di quanto stava accadendo.

Jole Fantozzi, cosentina, proveniente dal Gom di Reggio Calabria, dove ha svolto un apprezzato lavoro, è stata nominata dirigente del Dipartimento Sanità al posto di Giacomino Brancati, che ha ancora molte pedine all’interno di quelle stanze, tra le quali la più esposta è Annamaria Lobello, distaccata dal Pugliese-Ciaccio di Catanzaro e alla quale è demandato il compito di far arrivare le carte che scottano alla nuova dirigente.

Tutti sanno che al Dipartimento Sanità c’è gente che ha le pratiche ferme da anni ma tutti sanno anche che i boss della sanità privata e in particolare Citrigno, Saverio e Giancarlo (i)Greco e Claudio Parente hanno una corsia preferenziale per superare tutte le file. E così la Lobello porta le carte di Citrigno, (i)Greco e Parente alla firma della dirigente. La Fantozzi si rifiuta e non può fare altro che chiamare Caridi ovvero il responsabile del famigerato Settore 2 Autorizzazioni e Accreditamenti. Il colloquio non dura molto tempo, Jole Fantozzi capisce al volo la situazione e informa Gratteri, il quale non ci mette molto a convocare Caridi, che si presenta al suo cospetto almeno tre volte.

Il dottore Caridi non ha nessuna voglia di fare l’eroe e quindi “canta” come un usignolo. Denuncia il fatto che Annamaria Lobello gli ha detto di fare subito le carte di Citrigno, ovvero don Pierino lo strozzino, e che non ha potuto dire di no, facendo “saltare” quindi la fila, cosa che accadeva senza problemi fino a quando comandava Brancati.

Jole Fantozzi non vuole avere noie, informa Gratteri e manda tutte le pratiche alla Guardia di Finanza denunciando Caridi e scrivendo che i dati che i dirigenti le hanno portato erano tutti falsi o falsati. Caridi, dal canto suo, ha detto con chiarezza sia a Gratteri sia ai finanzieri che la Lobello insisteva per Citrigno e gli altri boss della sanità privata.

Citrigno, in particolare, ha fretta perché deve aprire un laboratorio di analisi a Castrolibero, in contrada Andreotta, nei pressi dell’ex Icalm, e ha addirittura avviato i lavori. Il suo preciso punto di riferimento adesso è proprio Annamaria Lobello e l’imprenditore-usuraio non ne fa certo mistero, vantandosi con “bocca larga” un po’ dappertutto. Anche perché il gran regista degli affari è il marito della Lobello, tale ingegnere Marino, che tiene – diciamo così – la contabilità dei “movimenti”.

La pubblicazione del “segreto” ha destabilizzato tutti i manovratori ma non ancora in maniera definitiva. Anche i bambini capirebbero che per la Lobello, comunque “comandata” chiaramente dai soliti noti e semplice pedina del meccanismo, sarebbe più che mai opportuno un passo indietro ma c’è il sub commissario ombra Ettore Jorio che invece non vuole fermare il “giochino” e si dice certo che la vicenda possa finire nell’oblio. Evidentemente dev’essere sicuro dei fatti suoi. O no?