Rende, la banda di Marcello “Mazzetta”: la sorella di Ariosto

Molti colleghi giornalisti che non conoscono la realtà di Rende ci chiedevano di sapere a giugno del 2020 se il buzzurro che aveva minacciato la giornalista della Rai Erika Crispo per il servizio sul Parco Acquatico di Rende fosse affiliato alla ‘ndrangheta. Noi abbiamo risposto a tutti che il buzzurro è nulla rispetto alle connivenze che ha con la criminalità organizzata e con la massoneria il sindaco Marcello Manna, oggi per tutti Marcello “Mazzetta” dopo la diffusione delle foto nelle quali paga il giudice Petrini per far assolvere il boss Francesco Patitucci e del quale parlano diffusamente e da anni i pentiti di ‘ndrangheta, e gli assessori Artese e Munno. E la Giustizia, anche se è lenta, prima o poi arriva. E così a distanza di tempo – perché il tempo è sempre galantuomo – Marcello Manna, Pino Munno e Ariosto Artese non solo sono stati arrestati dalla Dda ma sono indagati persino dalla procura più corrotta d’Italia ovvero quella di Cosenza… E il Consiglio comunale – incredibile ma vero – è stato finalmente sciolto. 

Di seguito, un profilo di Annamaria Artese, meglio conosciuta nella nostra area urbana come la “sorella di Ariosto” (arrestato nel blitz di Gratteri), eletta segretaria del circolo Pd di Rende il 29 maggio scorso e che era stata già indicata come “prescelta” per la successione di Mazzetta alle prossime elezioni del 2024 (piano che ormai è stato sventato dalla Dda, per grazia di Dio). Poi, a qualche ora di distanza dagli arresti, abbiamo scoperto che è stata anche “ufficialmente” nominata vicesindaco proprio per subentrare a Manna che ovviamente è stato sospeso e nonostante il suo stesso fratello (Ariosto) sia stato arrestato…. Salvo poi dimettersi dalla carica di vicesindaco ma restando ancora assessore… 

Ma se leggerete l’articolo, capirete perché questa “pupazzetta” è conosciuta da tutti come la “sorella di Ariosto” e tante altre cose. 

Ne ha fatto di strada Annamaria Artese, dapprima assessore alle politiche sociali e istruzione del Comune di Rende, poi nuovamente ricandidata con la coalizione di Marcello Manna, ancora nuovamente indicata nella qualità di assessore praticamente con le stesse deleghe, e oggi segretaria del circolo Pd di Rende… 

In molti la definivano già all’inizio del suo percorso politico una “predestinata” e non poteva essere altrimenti. E in molti affermano tuttora che il vicesindaco ombra di Rende (e chissà prossimamente anche sindaco!!!) altri non è che Ariosto Artese, fratello di Annamaria, arrestato insieme a Manna e a Munno nell’ultimo blitz di Gratteri.

Non vi tedieremo a lungo sul curriculum di Ariosto, ben consapevoli che le colpe del soggetto non possono ricadere sui suoi familiari, ma un minimo di informazione va dato. Ariosto Artese è stato condannato nel 2014 insieme a Franco Muto, il re del pesce di Cetraro, nonchè boss di primo piano in Calabria con alleanze ed infiltrazioni in tutta la Calabria, nel processo Azimuth contro il clan mafioso, istruito e condotto dalla Dda di Catanzaro. Due anni di reclusione era stata la pena sanzionata in primo grado, poi ridotta in Appello per l’assoluzione da un capo di imputazione.

Il primo amore (politico) della sorella di Ariosto è stato Mimmo Talarico ed è con lui che ha mosso i primi passi nell’arena politica rendese, prima di prendere il volo alle elezioni del 2014 verso Marcello il quaquaraquà: presidente del consiglio comunale e poi assessore. Un trionfo. Al punto tale che quasi nessuno si scandalizza quando è proprio lei a ricevere un immobile confiscato alla ‘ndrangheta, una bella cosa ed una grande vittoria per le istituzioni.

Tuttavia, facendo comunque salva la buonafede della signora in questione, che non ha niente a che vedere con le “attività” del fratello, opportunità avrebbe preteso che alla consegna avesse presenziato qualcun altro. Ma se quasi nessuno si scandalizza, vuol dire che il più è fatto.

Ben presto, la “linea politica” di Annamaria Artese si scontra con quella (si fa per dire) di Gianfranco Ponzio, alias il Cinghialotto e della sua estensione in consiglio comunale, la moglie Annarita Pulicani, che si contendono la maggioranza in Consiglio e “combattono” (sempre si fa per dire) per l’acquisizione dei numeri, voti, alzate di mano a comando.

Si dice che la Artese avesse deciso di chiamare in campo le “riserve”, quelle che si richiamavano agli ordini di compa’ Pinuzzu Gentile e dicono che ci sia stato addirittura un incontro top-secret.
Fatto sta che il giochino di Ponzio all’origine era quello di puntare sull’acquisizione della Rende servizi srl e sugli affari connessi, ma la Artese (e suo fratello Ariosto) non voleva certo lasciare tutti gli utili al rivale Ponzio, dopo aver già dato molto a questo sindaco. E’ finita che tra i due litiganti… l’ha spuntata quel furbacchione di Vivona, che si è preso la nomina alla Rende servizi mentre Annamaria, diventando assessore, ha trovato quello che cercava e non solo…

GLI UFFICI DELL’INPS E I DIVANI DI ARIOSTO 

Anna Maria Artese

La vicenda emblematica del potere degli Artese è quella degli uffici dell’Inps a Rende. Pare che l’Inps si fosse resa disponibile alla totale riqualificazione e alla definitiva ristrutturazione dell’area, a Commenda di Rende, di fianco alle scuole medie De Coubertin.
Si tratta dei locali di fianco all’immobile a due piani che si vede dalla strada di colore bianco. L’Inps voleva far diventare la sede di Rende un nuovo polo dove inserire la sede provinciale.
Di fatto, il sindaco Manna ha voluto con la sua decisione continuare a tenere quell’area così com’è adesso e non se ne capisce la ragione.
Sta di fatto che gli uffici Inps di Quattromiglia hanno chiuso e anche qui il sindaco Manna si è superato in termini di intraprendenza decisionale e infatti quei locali di Commenda sono stati assegnati in affitto ad una attività commerciale di mobili. Una decisione veramente scellerata.
Si fa chiudere la sede Inps per fare aprire un salottificio.

A questo punto, scende in campo (addirittura!) il gruppo del Cinghiale, che a Rende è comandato dal Cinghialotto, alias Gianfranco Ponzio e avvia una polemica sui giornali (di carta) affermando – appunto – che quegli uffici sarebbero stati affidati ad una attività privata che commercia in divani!
Insomma, Manna affida ad un privato un bellissimo immobile ubicato in posizione centrale.
Certo, all’epoca questo immobile il Comune all’Inps non lo ha per nulla proposto, forse perché già c’era qualcuno che stava lavorando…

I malpensanti riferiscono di un diretto interessamento da parte nientemeno del presidente del consiglio Annamaria Artese alla vicenda, sembrerebbe che ci siano forti interessi non si sa di che natura di suo fratello, il famigerato Ariosto, presidente-ombra, affinché quell’immobile fosse assegnato a quell’azienda commerciale pratica in salotti o in divani. E non è finita qui. Manna manda qualcuno di particolare a fare i sopralluoghi con il direttore dell’Inps di Cosenza. Una persona che rappresentava dal punto di vista politico oltre che personale il settore tecnico immobiliare del comune di Rende… Sapete chi era? Ma sì che avete indovinato! Il presidente del consiglio comunale di Rende Annamaria Artese meglio nota come la sorella di Ariosto.

Non ci vuole molto a capire che l’Inps masticava amaro e che ci doveva essere, a sua volta, qualcuno che aveva interesse alla soluzione più logica (dal punto di vista funzionale). Oggi siamo in grado di dirvi che la vendita dei divani riguarda Ariosto stesso, all’epoca (non sappiamo ora ma indagheremo…) fidanzato con la sorella di Donato (il titolare dell’attività commerciale). Manna aveva fatto una delibera con la quale praticamente avrebbe alienato l’immobile senza che esso fosse nel piano delle alienazioni. In sostanza fra il fitto e una serie di modifiche al bene, Donato (o Ariosto?) sarebbe diventato proprietario dell’immobile grazie ad una valutazione affidata al dirigente venduto ai poteri forti ovvero Infantino. Un atto del tutto illegittima che, alla fine, fu bloccato. Ora il magazzino è solo in fitto e non può essere venduto. 

LA VIGILANZA AL PARCO ACQUATICO

La Codis, con un procedimento illegittimo affidatole dal Comune di Rende – dirigente sempre il solito Infantino – in maniera diretta e senza una minima ricerca di mercato ha svolto a lungo il servizio di vigilanza al Parco Acquatico e non per come dichiarato negli atti con un importo al di sotto dei fatidici 40.000 euro ma ben oltre tale cifra. Dal momento che il Comune di Rende aveva anche prorogato la durata del servizio (?!?) e ne ha addirittura esteso la fascia oraria!

Certo è che per diverso tempo ogni giorno si notava in Comune dove staziona il dirigente Minutolo la presenza ingombrante del signor Fabio Cauteruccio abilmente accompagnato dal suo “fedele servitore” Ariosto Artese, vero deus machina di questa amministrazione. Questi signori erano al Comune tutti i giorni: a che titolo? E cosa facevano? E con chi si incontravano? E quando non erano in comune stazionavano davanti al Quinto caffè bar per incontrare altri vari soggetti comunali….
Tutto ciò ovviamente con il consenso dell’assessore con la pistola, Pino Munno, che sovraintende l’iter per non correre nessun rischio.

IL NIDO D’INFANZIA PETER PAN

Il solito superdirigente Antonio Infantino, in stretta collaborazione con l’altrettanto solito dirigente Francesco Minutolo, ha curato ancora altre pratiche per gli Artese. Per esempio,  un altro bando che sembra scritto su misura. Si tratta dell’affidamento della gestione del Nido d’Infanzia Peter Pan.

C’erano, del resto, molti aspetti che destavano dubbi. Il bando scadeva il 24 luglio 2017 ed era stato emesso con colpevole ritardo solo il 5 luglio (si aspettava forse la delega assessorile ad Annamaria Artese?). Solo 19 giorni per predisporre la proposta tecnica… Nel testo non erano indicate clausole di salvaguardia sociale previste da una sentenza del Consiglio di Stato (la n. 1255 del 30/3/2016) per l’assorbimento del personale impiegato dall’affidatario precedente. I requisiti, guarda caso, erano esattamente quelli posseduti (minimo 40 bambini e 400.000 euro di fatturato) dall’attuale affidatario, la Adiss Multiservice di Paola, mentre la valutazione del punteggio aveva criteri discrezionali (85 punti su 100) molto elevati
Insomma, erano tante le cose che non convincevano che, unite alla totale sfiducia in questa amministrazione, in Infantino e in Minutolo, convincevano Insieme per Rende ad inviare queste osservazioni all’ufficio dell’autorità nazionale Anticorruzione.

L’INCARICO ALL’AMICA

Arturo Bova e Annamaria Artese: Dio li fa e poi li accoppia

La determinazione dirigenziale n.133 del 23/03/2018 a firma del dirigente Infantino, aveva in oggetto: “Attuazione del progetto Pan inclusione finanziato con oneri a carico del fondo sociale Europeo programmazione 2014/2020- convenzione integrazione e sostituzione incarico professionale alla dott.ssa Santilli Manuela con un impegno di spesa di euro 67.982,68“. Dunque, con un avviso pubblico “fasullo” per la costituzione di una Long List di professionisti per l’affidamento di incarichi professionali per l’attuazione di servizi a favore dei nuclei familiari beneficiari del S.I.A., hanno dato l’incarico professionale “di esperto di progettazione” conferito in data 29/02/2017 con prot.77268 alla dott.ssa Manuela Santilli, nata a Castrovillari il 05/03/1981 e residente in Cosenza in Viale Trieste n.60, per un importo di euro 67.982,68.

Naturalmente, non fu possibile sapere chi fossero gli altri professionisti che avevano partecipato all’avviso pubblico… Così come i criteri di selezione adottati dai dirigenti sulla scelta della dott.ssa Santilli. Una cosa è certa, però: la scelta è stata determinata dal fatto che la dottoressa Santilli ha lavorato prima presso lo studio dell’avvocato Misasi Giorgio, marito dell’assessore Artese, e fino a pochi mesi prima come tirocinante esterna nella stessa struttura dell’assessore alle politiche sociali e istruzione del comune di Rende.

Volete sapere la “perla” finale? Nell’ambito del progetto Rei di inclusione sociale, affidato ad un sociologo di serie D, ha trovato posto persino la nipote di un celebre giornalista del “cerchio magico” del sindaco. E qualcuno ha ancora il coraggio di dire che i “poteri forti” ce l’hanno con lui!