Rende, indovina chi è il paraculo

di Mirko Di Maria

“Indovina chi?”, è il gioco che simpaticamente proponiamo alla cittadinanza e a tutti gli interessati alla fiction politica messa in scena dal sindaco e dal suo entourage. Dopo le dichiarazioni della conferenza stampa – peraltro circoscritta dal millantare confusionario del sindaco, che tra esultanze calcistiche e lezioni di buona politica lancia la “Fase tre” – nella quale si invoca il “civismo”, onestamente, per le orecchie di chi vuol sentire, tutto questo suona e risuona di “paraculata”. Ed è anche forse il gioco con cui il sindaco si appresta a nominare la sua prossima giunta comunale, perché, da quanto si è capito, ancora nemmeno lui ha le idee troppo chiare.

Ovviamente per evitare censure bigotte e lamentele di ogni tipo tengo a precisare che la parola è parte della lingua italiana. Paraculo dal dizionario Treccani: “chi abitualmente sa, abilmente e con disinvoltura, volgere a proprio favore una situazione, o fare comunque il proprio interesse”. (in un certo senso potrebbe essere anche come un complimento)

A tal proposito rammento che nell’età della fanciullezza si era soliti stimolare la capacità creativa dei bambini  raccontando favole o fiabe di ogni genere, cosicché l’ approccio alla cruda realtà fosse il più indolore possibile; ovviamente è compito di ogni genitore prendersi cura del figlio, ma nello stesso tempo arriverà il tempo in cui le “favolette” non avranno più quel valore esaustivo e consolante, ma appariranno come una dolce presa in giro.

La domanda preoccupante che mi sobbalza spontanea, guardando un po’ alla realtà politica rendese è la seguente: “ i consiglieri di maggioranza, il sindaco e tutto il suo entourage non è che sono caduti nel delirante vizio di approcciarsi alla cittadinanza in modo favolistico e fiabesco? Considerano forse Rende e i suoi cittadini degli stolti incapaci, creduloni o incantati, dato che continuano a bombardarli con grossi paroloni, termini aulici, solo per giustificare l’enorme frittata che stanno preparando? E infine, perché proprio ora si è intensificato il processo di “allargamento”?

Leggendo dunque alcuni degli interessanti commenti dei “portavoce” del cosiddetto Laboratorio Civico, il mio animo vive impulsi contrastanti; da una parte, infatti, un sentimento d’indignazione preme su di me stizzito dalla superficialità con cui taluni soggetti  delegati alla rappresentanza continuino presuntuosamente a trovare scusanti “ingiustificate” ad un comportamento anomale e incoerente, ma dall’altra, rido e sorrido abituato oramai alle frequenti e frenetiche storie deliranti che questa lungimirante amministrazione ama raccontare. Ma senza tergiversare troppo su logorroici discorsi astratti, vorrei umilmente consigliare allo staff del sindaco e al suo ufficio stampa (ritenendo tra l’altro chi gestisce tale settore una persona preparata e penna raffinata) di monitorare gli scritti e i pensieri pubblicati da talune personalità politiche della maggioranza o di chi si appresta ad esserlo, perché onestamente in molti di queste uscite è  del tutto constatabile un livello culturale surreale / menzognero.

Ovviamente per alcuni consiglieri non esiste una demarcazione fra la parola COERENZA e CONVENIENZA, difatti in merito all’erogazione dei fondi per le opere pubbliche, molti “volponi” hanno ben pensato di rintanarsi dietro enormi paroloni come “democrazia municipale”, “civismo istituzionale” o  “Babbo Natale” e cosi via.

Ebbene sì, tra tutte le miriadi di baggianate sparate gratuitamente da sindaco e soci, l’unica che sia papabile di una spiegazione coerente e veritiera è proprio Babbo Natale (soprattutto per il modo in cui si apprestano a svendere la città). In effetti, le altre locuzioni palesate non hanno alcun senso etimologico o logico, non basta andare su internet e cercare paroloni da imboccare alla cittadinanza, la vita è cosi semplice perché complicarcela inutilmente, non ricerchiamo finte giustificazioni cercando di confondere la città con proclamazioni alla “Polo del buon governo” di berlusconiana memoria, ma ammettete con la responsabilità che vi contraddistingue che la poltrona viene prima dei valori e dei programmi elettorali.

Dunque più che parlare di “democrazia municipale”, che tra l’altro non ha senso dato che la democrazia rappresentativa ha l’obbligo morale e civico di rispettare la volontà morale dei cittadini, e non di accontentare le volontà dei consiglieri e di qualche volpone alle loro spalle, si dovrebbe parlare di “convenienza municipale” e a questo punto ipotizziamo anche il perché, ribadendo che la mia è una semplice e innocua ipotesi.

Al fine di salvare un’approssimata e alquanto fragile stabilità governativa, sindaco&Co hanno fatto ricorso all’ultimo espediente rimasto a loro disposizione, ovvero i cosiddetti “lavori pubblici”. Ora molti si chiederanno cosa c’entra tutto ciò con “la democrazia municipale” o con “Babbo Natale”. Ebbene, utilizzare quest’erudita locuzione è il modo più elegante e ingannevole per giustificare ai cittadini come al di là di ogni colore politico, l’importante è consolidare il “magna magna” tutti insieme e appassionatamente.

Chi non ci sta, continuerà a digiunare e a non vedere papabili incarichi istituzionali ma almeno rimarrà eticamente coerente, chi ci sta invece entrerà in quella grossa e ricca tavolata denominata civismo istituzionale. Di una cosa però bisogna darne atto, l’invito alla tavolata è stato esteso a tutti, come a dire: “Buttiamo l’esca vediamo chi abbocca”.

È tutto ciò quel che resta della profonda cultura politica di cui questa città è storicamente temprata? È questo il cambiamento o il rinnovamento auspicato dal sindaco e i suoi proseliti? Sono questi i diktat da trasmettere alle future generazioni, cultura politica senza coerenza, senza ideali, senza memoria storica e senza identità?

Indigniamoci giovani, indigniamoci tutti, giustificare il qualunquismo trasformista, tramutare la coerenza politica in convenienza istituzionale/lucrativa è l’ennesimo becero colpo basso che questa città, ormai periferia, è costretta a subire. A questo punto mi chiedo in conclusione:

chi è allora il paraculo? Chi è quello che non ha mai colpe, ma le responsabilità sono sempre altrui? Chi ostenta completamenti di opere (che si completavano da se) ma in realtà la città vive il periodo del suo peggior degrado urbanistico e civico? Chi non possiede iniziativa politica, identità politica, progettualità, e si nasconde dietro i “grandi nomi” della casta cosentina per ritagliarsi un minimo di credibilità?

Ai posteri l’ardua sentenza …

Tratto da Insieme per Rende