Rende, la Commissione di accesso deposita la relazione sulle infiltrazioni mafiose

La relazione finale. La Commissione di accesso antimafia inviata per sei mesi nel Comune di Rende ha concluso il suo lavoro di analisi e accertamento. Il testo redatto dai commissari, guidati dal prefetto Antonio Reppucci, è stato consegnato in Prefettura come prevede la normativa vigente.
Il rappresentante locale del Governo, il prefetto Vittoria Ciaramella, entro massimo 45 giorni dovrà trasmettere la relazione della Commissione al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che avrà, a sua volta, un termine perentorio di tre mesi di tempo per proporre al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo scioglimento dell’ente pubblico territoriale per infiltrazioni mafiose. In caso contrario il il titolare del Viminale potrà disporre con decreto ministeriale l’archiviazione della procedura. Il prefetto Ciaramella, nelle prossime settimane, convocherà il Comitato provinciale per l’Ordine e la sicurezza pubblica, al quale illustrerà il lavoro svolto dai commissari antimafia. Del Comitato, oltre ai rappresentanti di tutte le forze di polizia e delle procure di Catanzaro e Cosenza, fanno parte di diritto pure il sindaco della città capoluogo e il presidente della Provincia. Tutti i componenti saranno vincolati alla assoluta “segretezza”. In caso di manifesta presenza di condizionamenti mafiosi e di altrettanto manifesta messa in discussione del cosiddetto “buon andamento della pubblica amministrazione” i tempi di un eventuale scioglimento potrebbero essere molto più rapidi rispetto al margine massimo previsto.

I commissari hanno in questi mesi analizzato le procedure di appalto e gli affidamenti del Comune di Rende procedendo procedendo pure alla escussione di ex assessori comunali, di imprenditori, tecnici, dirigenti e funzionari municipali, controllando inoltre le linee di parentela esistenti tra aggiudicatari di appalti e affidamenti, dipendenti comunali e rappresentanti consiliari con persone ritenute, nel presente e nel passato, di interesse investigativo o giudiziario. Le verifiche, ovviamente, hanno riguardato anche il personale politico e amministrativo per accertarne il coinvolgimento in inchieste giudiziarie. E’ questa la procedura seguita solitamente negli accessi antimafia attivati negli enti.

L’invio della Commissione è stato susseguente alla maxi operazione “Reset” condotta dalla Dda di Catanzaro nel settembre dello scorso anno. Nell’occasione il sindaco Marcello Manna venne posto agli arresti domiciliari e poi scarcerato dal Tribunale della Libertà. Ma la decisione del Riesame è stata successivamente rimessa in discussione dalla Corte di Cassazione che, dopo aver ordinato l’annullamento dell’ordinanza del Riesame, ha disposto una nuova udienza… Fonte: Gazzetta del Sud