Calabria, tutti i soldi che ci rubano i politici corrotti. Il manuale della “giungla” di Palazzo Campanella

L’adesione di Amalia Bruni al Pd lasciando il ruolo di Capogruppo del gruppo misto riporta a galla tutte le dinamiche, anzi il ginepraio, di norme, contro-norme, cavilli e postille che la politica calabrese ha costruito sulla cosiddetta democrazia consiliare.

La vicenda è presto detta, Amalia Bruni indicata alle ultime Regionali come candidata premier dall’alleanza Pd e M5S, dopo le elezioni andate male non aderisce a nessuno dei due gruppi che entrano in Consiglio. Nè tantomeno dal Pd e dal M5S si è mai sentita una voce pure flebile che le proponesse il ruolo di leader della coalizione. Tutti zitti e ognuno a eleggere il proprio capogruppo.

La Bruni, scartando l’ipotesi di aderire ad una delle liste che facevano parte della coalizione, costituisce il Gruppo Misto divenendo capogruppo di se stessa. Lei, però coriacea, fa finta di nulla e nel corso di questi mesi si autodefinisce puntualmente “guida delle componenti di opposizione”, ma in realtà  i due gruppi marciano ognuno a ruota libera. In pratica è leader di se stessa, in splendida solitudine ma felice di essere capogruppo del gruppo misto anche se non puo’ accedere alla ricca “torta” dei rimborsi-contributi previsti per i Gruppi consiliari dalla legge regionale. Deve “accontentarsi” (si fa per dire…) delle prebende che, oltre il lauto stipendio, spettano a ciascun Consigliere eletto, cioè , oltre ai rimborsi, la favolosa Struttura Speciale, con 3 componenti esterni (che possono diventare sei se gli stipendi vengono ridotti al 50%) che può far assumere a suo piacimento (senza badare a requisiti e corricula) e con l’utilizzo di “a comando” di dipendenti  che, nel caso siano scelti fra i dipendenti della celeberrima “Legge 25” il famigerato Concorsone, possono essere presi a bizeffe, senza alcun limite numerico. È superfluo sottolineare che passando nella struttura dei consiglieri e dei gruppi i dipendenti regionali guadagnano di più e non devono più rispettare gli orari di lavoro perché rispondono solo al capostruttura “politico”.

I problemi sorgono per la Bruni nel momento in cui entrano nel gruppo misto due altri consiglieri regionali, prima Lo Schiavo e poi di recente Talerico. E per lei da quel momento si può dire, parafrasando la premier Meloni, che “la pacchia è finita”.

Sarà stata una semplice coincidenza o sarà stata la causa scatenante sta di fatto che dopo poche settimane la Bruni  si dimette ed entra nel Pd con la motivazione politica di apprezzamento del nuovo corso di Elly Schlein. Secondo fonti giornalistiche mai smentite dall’ interessata le dimissioni invece arriverebbero dopo una riunione burrascosa nella quale Talerico e Lo Schiavo chiedono le sue dimissioni respingendo la presunta richiesta della Bruni di continuare a fare il capogruppo per un altro anno. Certamente non sarà per una questione di prestigio o di potere, ma di certo essere un capogruppo con due o tre consiglieri porta ad utilizzare –oltre i privilegi e le prebende ricordate prima – anche i lauti finanziamenti previsti dalla legge che regola il funzionamento dell’Assemblea di Palazzo Campanella.

Il “caso-Bruni” non sembra politico-ideale ma c’entra assai con la giungla del funzionamento e del sostentamento del Consiglio regionale. Non toccheremo il tasto dello stipendio, dei rimborsi e dello staff che toccano ad ogni consigliere regionale, altrimenti facciamo notte, ricordiamo solo che i nostri consiglieri sono quelli meglio retribuiti in Italia e che arrivano a prendere a fine mese ben oltre i circa 14 mila euro al mese (sic).

Parliamo oggi del sostentamento dei gruppi consiliari regionali. La  materia  è  regolata in Calabria dalla legge n. 13 del 15 marzo 2002 che doveva mettere ordine sulla composizione delle strutture e sui finanziamenti  concessi ai singoli gruppi regionali. Una legge che dal 2002 ha subito varie modifiche e integrazioni  su cui è difficile raccapezzarsi se non si è proprio un  consigliere regionale.

A dicembre 2022 la Regione Calabria, come ogni anno, ha approvato una delibera, la N. 82 DEL 5 DICEMBRE 2022 in cui stabilisce i tetti dei rimborsi a cui possono accedere i vari Gruppi consiliari regionali per l’anno 2023.

Per fare comprendere la materia diciamo che ci sono due voci di finanziamento dei gruppi regionali. Una voce è per le spese di finanziamento e l’altra voce è per il personale. Per accedere ai finanziamenti bisogna avere costituito dei gruppi con almeno due consiglieri e solo le liste presenti alle elezioni regionali possono accedere ai finanziamenti anche in presenza di un solo consigliere regionale.

La Bruni aderendo da sola al gruppo misto che non era presente alle elezioni è stata pertanto esclusa da questi contributi. anche se in parte ha sopperito  prendendo una retribuzione di euro 163 mila contro 145 mila euro di un consigliere semplice e avendo  maggiore personale a disposizione. Infatti, come specificato prima, un consigliere semplice dispone di un entourage composto in genere da cinque persone: un dipendente della pubblica amministrazione più un collaboratore esperto e un responsabile di struttura, gli ultimi due incarichi sdoppiabili al 50%.

I capigruppo come la Bruni dispongono invece di una struttura large: tre componenti interni (non sdoppiabili), un autista, un segretario particolare, un responsabile amministrativo e un collaboratore esperto, per un totale massimo di 11 membri. Certo adesso per la Bruni sarà difficile dire addio a tutto questo.

Torniamo alla delibera di dicembre. Per quanto riguarda le spese di funzionamento  ogni anno  si stabilisce  la somma che tocca ad ogni  gruppo consiliare fissando  il valore economico di ogni consigliere regionale. Anche qui vi sono due voci di fondo una quota base fissa per tutta la legislatura  di euro 5.000 all’anno e una voce variabile in base al territorio e alla popolazione che può variare.  Nella delibera  il Consiglio regionale stabilisce che  il valore senza campione di ogni consigliere regionale è di euro 7.975,20.  Un po’ meno rispetto all’anno prima che era di  8.029,59, (vedi la tabella giù). Purtroppo sti cazzi di calabresi non fanno figli e  i giovani se ne vanno al Nord o all’estero facendo perdere un po’ di soldini ai nostri rappresentanti.

Stabilito il valore del consigliere regionale si passa alla spartizione dei pani  con le somme a cui puo’ accedere ogni gruppo per l’anno successivo.

Per cui abbiamo che nella delibera di dicembre si stabilisce che per il 2023 al gruppo Forza Italia in forza dei suoi 8 consiglieri toccherebbero  quasi 64 mila euro per le spese di funzionamento. Anzi… no !  Il calcolo cambia perché a febbraio  entra in consiglio regionale l’avv. Talerico al posto della Fedele e aderisce al gruppo misto. Purtroppo Forza Italia da 8 consiglieri scende a 7 consiglieri regionali e quindi va a perdere una quota pro capite di 8 mila euro. Quindi dai preventivati poco meno di 64 mila euro finirà con l’incassare “solo” 56 mila euro circa. Sempre che non arrivano nuove fughe o nuove adesioni nel corso dell’anno.

E’ una vera giungla dove perfino Tarzan (quello di Raimondo Vianello) avrebbe difficoltà a districarsi. Il ginepraio  si fa sempre più intrigante  se prendiamo in esame il Pd, la lista De Magistris e il Gruppo misto. Sempre nella tabella di ripartizione  (sotto riportata) il gruppo misto era calcolato con un consigliere regionale, la Bruni, che pero’ non aveva diritto al finanziamento-Gruppi perché era da sola e il gruppo misto non era presente alle elezioni. Da allora succede che prima arriva Antonello Lo Schiavo che lascia il gruppo De Magistris  e dopo a febbraio scorso arriva Talerico da Forza Italia. Quindi il gruppo misto arrivando a tre consigliere regionali  potrebbe  prendere per il 2023 circa 24 mila euro per le spese di funzionamento. Un momento, troppo facile. Arriviamo a  marzo e la Bruni lascia il gruppo e va nel Pd. Pertanto il gruppo misto scende a 2 consiglieri regionali è andrà a prendere circa 16 mila euro di rimborsi. A sua volta il Pd  che a dicembre aveva 5 consiglieri regionali con l’arrivo della Bruni sale a 6 e dovrebbe sfondare il muro delle 45 mila euro di rimborsi. Naturalmente non finisce qui. Perché poco tempo prima nasce in Calabria il gruppo consiliare Azione di Carlo Calenda a cui aderisco i consiglieri Francesco De Nisi  proveniente da Coraggio Italia e Giuseppe Graziano proveniente dall’UDC. Essendo in due hanno diritto ad accedere ai rimborsi per le spese di funzionamento  e per il personale. Al loro nuovo gruppo toccherà circa 16 mila euro all’anno. Coraggio Italia rimane con un consigliere e gli va pure bene visto che invece l’Udc scompare.

Non vi preoccupate se non avete capito bene, non è colpa vostra, da una parte c’è il mio italiano stentato e dall’altra parte il mercato che si è messo su. Il nostro suggerimento per non complicare la vita ai funzionari regionali che devono aggiornare sempre le tabelle e calcolare a chi indirizzare i soldini e di fare come  avviene nel calcio. Tenere aperto il cambia casacche due volte all’anno, ad agosto e poi a gennaio.

TABELLA B
RIPARTIZIONE BUDGET GRUPPI CONSILIARI ART.4 L.R. 13/2002 TABELLA “B”
SPESE FUNZIONAMENTO
Allegato alla delibera n ° 82 del 5 dicembre 2022

 

 

 

 

 

Gruppo

 

 

 

(A) NUMERO CONSIGLIERI

 

 

(B)

Quota mensile per singolo consigliere (

€ 5.000,00 : 12)

(C)

Quota mensile consiglieri

per N. Abitanti (1.844.586)

DATI ISTAT 2022

(N. ab. X 0,05) : 31

 

 

(D)

Totale mensile Quota Gruppo (B+C) xA

 

 

 

Budget Totale Quota Gruppo Annuale (Dx12)

 

FORZA ITALIA 8 416,67 247,93 5.316,80 63.801,60 664,60
FORZA AZZURRI 2 416,67 247,93 1.329,20 15.950,40  
FRATELLI D’ITALIA 4 416,67 247,93 2.658,40 31.900,80  
LEGA SALVINI 4 416,67 247,93 2.658,40 31.900,80  
UNIONE DI CENTRO 1 416,67 247,93 664,60 7.975,20  
CORAGGIO ITALIA 2 416,67 247,93 1.329,20 15.950,40  
PARTITO DEMOCRATICO 5 416,67 247,93 3.323,00 39.876,00  
MOVIMENTO CINQUESTELLE 2 416,67 247,93 1.329,20 15.950,40  
DE MAGISTRIS PRESIDENTE 2 416,67 247,93 1.329,20 15.950,40  
MISTO 1 416,67 247,93 664,60 7.975,20  

 

Totali 31                    4.166,70                    2.479,30           20.602,60        247.231,20  

La seconda   voce  è quella che stabilisce la ripartizione per il personale assegnato a ciascun gruppo consiliare. Sempre con la delibera di dicembre viene stabilito per il 2023  un tetto di un milione e mezzo di euro  per i collaboratori dei gruppi consiliari. Anche qui  si assegna un valore di spesa ad ogni consigliere regionale  di euro 45.355,62. E anche qui ad ogni gruppo tocca una quota in base ai propri consiglieri. E si ripete  lo stesso spettacolo  esilarante descritto sopra.

TABELLA A
RIPARTIZIONE BUDGET GRUPPI CONSILIARI ART.4 bis L.R. 13/2002 TABELLA “A”
SPESE PERSONALE
Allegato alla delibera n ° 82 del 5 dicembre 2022

 

 

Gruppo

 

NUMERO CONSIGLIERI

 

BUDGET ANNUO

 

BUDGET MENSILE

 

FORZA ITALIA 8 362.844,96 30.237,08
FORZA AZZURRI 2 90.711,24 7.559,27
FRATELLI D’ITALIA 4 181.422,48 15.118,54
LEGA SALVINI 4 181.422,48 15.118,54
UNIONE DI CENTRO 1 45.355,62 3.779,64
CORAGGIO ITALIA 2 90.711,24 7.559,27
PARTITO DEMOCRATICO 5 226.778,10 18.898,18
MOVIMENTO CINQUESTELLE 2 90.711,24 7.559,27
DE MAGISTRIS PRESIDENTE 2 90.711,24 7.559,27
MISTO 1 45.355,62 3.779,64

 

Totali 31             1.406.024,22                        117.168,69  

 

COSTO CONTRATTUALE (CATEGORIA D6) = 45.355,62

* Gruppo Misto monocomponente: Contributo non erogabile

In conclusione si può dire che la vita del Consiglio regionale più che scandita dall’attività politica e amministrativa, è impegnata a quanto pare soprattutto a spartire gli spazi di maggior potere e i “tesoretti”  riservati agli “onorevoli” e ai Gruppi. Altro che attenzione al destino della nostra regione e dei suoi figli. A simile conclusione si arriva analizzando alcune situazioni paradossali e francamente incomprensibili.

Oggi abbiamo in Consiglio regionale il gruppo misto formato da Antonio Lo Schiavo proveniente dalla lista De Magistris che rivendica il suo ruolo nel centrosinistra. Dopo abbiamo Francesco Talerico che proviene dal centrodestra, aderisce al gruppo misto, vota come suo capogruppo Lo Schiavo, però rimane nell’orbita del centrodestra ad appoggiare la giunta Occhiuto. Mentre a Catanzaro, dove è consigliere comunale, appoggia Fiorita sindaco di centrosinistra.

 Poi abbiamo il nuovo gruppo Azione di Calenda che a livello nazionale è contro il governo di centrodestra della Meloni, e invece in Calabria i suoi consiglieri De Nisi e Graziano appoggiano convintamente la giunta di centrodestra di Occhiuto.

Infine abbiamo  il  gruppo Pd guidato da Bevacqua che accoglie nel suo seno la Bruni, candidata alla Presidenza per il fronte progressista, che però si guarda bene dal fare il bel gesto di offrirle la presidenza del gruppo.

Ve lo dico io che nemmeno Tarzan in questa giungla ci capirebbe qualcosa. AIUTO! AHIAAAA! come direbbe il mitico Vianello travestito da Tarzan….