Rende, la grande truffa di Oktoberfest: “Devono capire che qui gli schiavi non esistono”

Le amare e rabbiose testimonianze di onesti lavoratori presi in giro da sedicenti e rampanti pseudoimprenditori “coperti” da conclamati quaquaraquà della politica al fantasmagorico Oktoberfest di Rende sono al centro del dibattito cosentino. Addirittura più ancora delle nefandezze del loro degno compare Occhiuto.

Per tutta la giornata di ieri la gente ha cliccato la lettera di chi ancora una volta ha scelto Iacchite’ per denunciare (http://www.iacchite.com/lettere-a-iacchite-rende-la-grande-truffa-di-oktoberfest/). Del resto, nel panorama dei media asserviti, allineati e coperti al potere siamo l’unica voce libera e mai a nessuno di questi giornalisti – dopo aver ricevuto bei soldini per sponsorizzare la manifestazione di cui si tratta – sarebbe venuto in mente di pubblicare qualcosa contro i cinque pseudoimprenditori che si credono geniali e il loro capo indiscusso, esperto massimo in… pentiti e truffe.

A questo punto, allora, non solo non molleremo la presa ma cercheremo di fare luce fino in fondo a questa vicenda. Ma, per il momento, è giusto dare voce anche ad altre testimonianze riguardanti l’indegno mercimonio di “cristiani” che è andato in scena per ben 12 giorni nella città di Rende.

Ringrazio chi ha reso giustizia informando questo canale, non me la sarei aspettata sta cosa ottimo lavoro… (f. b.)

Io ci ho lavorato. Ero nel personale di cucina e affermo che ad oggi non ho visto i miei straordinari… E sono consapevole che non li vedrò mai più, ma ho denunciato per il solo senso di giustizia insieme ad altri colleghi… amara consolazione! (d. s.)

Stamattina ho provato rabbia e vergogna nel leggere questo articolo. Rabbia, perché chi lo ha scritto non si è risparmiato sugli epiteti, a ragione, aggiungo io. Vergogna, perché era prevedibile che prima o poi qualcuno scoppiasse e sputtanasse tutto quello che aveva in corpo. Anch’io come tanti altri ho fatto parte dello staff, e anch’io come tanti altri, ad oggi non ho ancora visto il mio compenso per le ore extra che ho fatto in più. Non vi nascondo che in questi evento ci avevo creduto, ho elogiato e difeso fino all’inverosimile gli organizzatori. Li ho riempiti di complimenti e di belle parole…oggi però mi pento del mio comportamento sincero e onesto.

Quando si organizzano eventi di questa portata, devi essere pronto a tutto, anche a questo. Abbiamo lavorato ininterrottamente per 12 giorni di fila. Alcuni sembra che abbiano avuto un giorno di riposo, chi faceva parte della cucina invece, non si è mai fermato, e se si è fermato, ha fatto come me il doppio turno. Veloci come razzi, e chi ha partecipato lo può testimoniare. Ancora non era uscita la chiamata, che già aveva sul tavolo quello che aveva ordinato. Abbiamo mangiato, certo, è inutile negarlo. Avevamo la possibilità di farlo, perché come da contratto potevamo scegliere un pasto al giorno. Un fritto, un primo o un tagliere, una fetta di dolce. Niente costine, niente stinco.

Io ho mangiato sul posto di lavoro, non potevo muovermi più di tanto. E se lo facevo, dovevo rientrare subito per dare continuità. Abbiamo mangiato sì, magari qualcuno ha pure esagerato nel farlo, visto che i controlli erano inesistenti, però non puoi incolpare centinaia di lavoratori per lo sbaglio di uno, due, dieci. Il lavoro svolto va pagato, senza se e senza ma. Prendere per il culo gente che ha lasciato figli, casa, famiglia intera per guadagnare qualche soldino, non è da persone serie. I complimenti che ci hanno fatto a fine evento, dimostrano il nostro buon operato. Erano felici di ciò che avevamo prodotto, di quello che eravamo riusciti a compiere, un’impresa per una città come Rende. Non avrei mai voluto scrivere questo post, ma l’ho fatto, lo devo a me stessa, a chi come me ci ha messo anima e cuore. Perché io, a differenza di altri, un cuore ce l’ho, e ho pure una coscienza. (a. p.)

Se non abbiamo nulla in questa Cosenza è proprio grazie alla gentaglia che pensa solo al suo portafoglio con questa cultura mafiosetta che ci sta…. E dico ancora che nessun controllo fu fatto ai tempi. Nessuna autorità è arrivata per fare dei dovuti controlli. Perché? Lascio a voi le conclusioni…. Ogni evento che si organizzi deve tra l’altro avere un fondo cassa, prima che inizi l’attività, perché nel caso non andasse in porto la cosa a noi dipendenti ci dovevano pagare lo stesso. Dovevano garantirci ciò che vi era sul contratto.
Ma a loro ‘sto problema non si creava in quando hanno guadagnato il triplo rispetto a quanto si aspettavano…. Nonostante tutto -soldi spariti-…. (m. f.)

La voce inizia ad uscire fuori anche da altre bocche. E questo non può che farmi piacere. Continua coi sindacati, anche voi altri, e se non siete ancora andati, vi consiglio di andare. Cgil Cosenza, vicino il Comune.
Cerchiamo di far ciò che possiamo fino ai nostri limiti non tanto per i soldi, ma per far capire a Cosenza che qui gli schiavi non esistono. (g. p.)

Fin qui le testimonianze che abbiamo estrapolato dai commenti sui social. Agli pseudoimprenditori e al quaquaraquà che li foraggia lanciamo adesso un messaggio piccolo e semplice: siamo ancora all’inizio e già abbiamo un sottile piacere nel pensare che, tra poche ore, pubblicheremo e faremo vedere a tutti le facce di culo che avete (g. c.)